domenica 22 aprile 2018

Benediremo i cellulari perché internet non diventi 'infernet' e i mille suoni che gli strumenti tecnologici ci mandano quotidianamente, una alienante confusione.

Don Paolo Russo
Usiamoli dando loro il giusto posto. Non consentiamo loro di sedersi a tavola con noi, di interporsi tra noi e le persone, tra noi e Dio,” è la precisazione di don Paolo Russo alla decisione di introdurre nella Messa domenicale di oggi, 22 aprile, la 'benedizione ai cellulari', novità accolta dai fedeli con interesse e partecipazione. Al termine dell'omelia il sacerdote ha dato fede all'annuncio percorrendo tutti i corridoi della navata per l'aspersione dell'acqua benedetta.

Qualcuno sarà rimasto sorpreso del fatto che oggi procediamo alla benedizione dei cellulari, pc, tablet, “ ha precisato il parroco. “Se ci pensiamo un attimo, sono gli strumenti che teniamo più a portata di mano e con questa benedizione chiediamo al Signore di aiutarci a farne buon uso”. Don Paolo ha inoltre aggiunto: “ E’ opportuno ricordare cosa significa benedire: significa 'dire bene'. Dire cioè bene di Dio e di tutto ciò che ha creato. Esiste un libro liturgico: il Benedizionale. 
Don Paolo mostra il Benedizioinale
Questo libro di ben 1227 pagine, contiene le formule per le benedizioni a persone, oggetti e luoghi. C’è una sezione specifica per gli impianti e degli strumenti tecnologici. Tra questi oggetti ci sono i mezzi di comunicazione. Ho pensato di proporre questa benedizione perché tali strumenti sono sempre più al centro della nostra quotidianità, per non dire i protagonisti della nostra giornata. Sono strumenti molto validi, ci aiutano a fare di tutto, con il rischio però di farci diventare dipendenti, fino a sentirci soli, quasi monchi, senza di essi. Ha poi ammonito: “ Genitori siate di esempio e non abbiate timore a dare ai vostri figli delle sane regole per non abusarne. Non permettiamo loro di mantenerci connessi con il mondo e disconnessi con chi ci è accanto, incapaci a volte di guardare negli occhi chi abbiamo vicino”.


Il nuovo che avanza, e la telecomunicazione certamente lo è, è bene che entri anche nella sfera di attenzione e considerazione della Chiesa”, ha detto Maria Pia ( nella foto). “Bene quindi la benedizione che, è bene ricordare, non è rivolta all'oggetto ma all'utilizzatore perchè faccia buon uso di quell'oggetto.” E ha aggiunto che c'è anche un'altra presenza fondamentale nella vita quotidiana non sufficientemente attenzionata: “Proporrò di portare alla benedizione anche i grembiuli di cucina perchè si dia l'attenzione che merita a un altro cardine su cui ruota il quotidiano”. 

Pienamente soddisfatta dell'iniziativa Gabriella ( nella foto) che esce per prima dalla chiesa dopo la benedizione. “I tempi richiedono una riflessione sull'uso dei 'social' e la benedizione porta certamente a fare riflettere sull'uso che se ne fa e a valutare eventuali distorsioni”.
 
Marco
Non mancano anche le perplessità. Marco ritiene la benedizione inopportuna: “Ognuno di noi dovrebbe essere in grado di valutare il giusto utilizzo dei social e non affidarsi al Soccorso Divino. Social che sono e debbono essere semplici strumenti e quindi dominati, non dominanti”. 
Alberto
Perplessità anche per Alberto: “Non ho preso con me il cellulare, anche se, come tutti, ne faccio un ampio uso. Voglio capire bene di che cosa si tratta, poi valuterò e deciderò”.

Pienamente allineato con l'iniziativa Cosimo che mette in risalto che ogni moneta ha due facce e ogni strumento due usi. 
Cosimo
Il coltello è un attrezzo indispensabili per la vita quotidiana dell'uomo , ma può diventare anche uno strumento di morte. “Tocca all'uomo decidere quale uso farne. Così affiancare e affidare il proprio cellulare alla Vigilanza Divina è importante e incoraggiante”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

le benedizioni sono Sacramentali importanti nella Chiesa Cattolica, e rappresentano un ausilio ed un arricchimento della Fede in Cristo, quando ben impiegati.
temo però che la voglia di apparire "esotico", o per lo meno innovativo se non stravagante (sollevando curiosità mediatica) colpisca facilmente più di quanto si possa pensare, anche alle nostre latitudini (nella totale indifferenza dei Vescovi).
non è certo infatti questo il primo caso in cui gli strumenti tecnologici diventano oggetto di improvvisate benedizioni, stravolgendo i riti per farne un utilizzo molto personale (distante dallo scopo per cui sono state istituite). nessuna innovazione quindi, nessuna evoluzione, nessuna straordinaria cura della pastorale della Chiesa del nuovo millennio. cosa ben più grave, però, è l'aver inserito tale abuso liturgico durante la S. Messa (per i curiosi, si veda il n.28 delle Premesse del Benedizionale).
tanti possiedono infatti l'edizione maggiore del Benedizionale, libro che (come ha ricordato il Sacerdote, cercando di collocare il rito in un quadro tradizionale) possiede più di mille pagine. forse però, come spesso accade, risulta significativa la differenza tra possedere un libro, averlo letto e magari averlo studiato mantenendo aperto lo sguardo.
non fa mai male ricordare, concordo, che le benedizioni riguardano le persone che la ricevono in primo luogo, e solo a don Camillo possiamo concedere, con il sorriso sulle labbra, di benedire il trattore sovietico per rimetterlo in moto. tutto il resto sfocia nella superstizione, rischiando di portare con sè numerose anime.
davide

Anonimo ha detto...

Non giudicare e non sarai giudicato!

Anonimo ha detto...

Non è questione di giudicare, amico anonimo delle 17.54. I moralismi facili ci hanno portato alla disastrosa situazione in cui fare bene o fare male è lo stesso. Talvolta, se non si ha niente da dire, meglio tacere per non finire con lo scimmiottare le guide del nostro tempo, tanto amate dal grande pubblico.
davide