Se ne parla al workshop, La rete dei tumori rari cerebrali in
Emilia Romagna: modelli regionali ed europei
L'Azienda
USL di Bologna informa:
La
cura dei tumori rari cerebrali è una sfida complessa, richiede
grande competenza scientifica ed elevate tecnologie diagnostiche e
terapeutiche, e la loro rarità rende particolarmente difficile anche
accedere alle cure più appropriate. Essenziale, quindi, costruire
reti cliniche ed assistenziali, regionali, nazionali e
internazionali, in grado di assicurare i più alti standard di cura
e, insieme, di promuovere la ricerca.
Sono questi, in sintesi, i temi al centro del workshop La rete dei tumori rari cerebrali in Emilia Romagna: modelli regionali ed europei, organizzato da Alba Brandes, direttore dell’Unità Operativa Oncologia dell’Ospedale Bellaria, Azienda Usl di Bologna, in programma domani, venerdì 13 aprile, a partire dalle 14.30, a Bologna presso Hotel Royal Carlton, via Montebello, 8.
L’Oncologia del Bellaria, dal 2016, è centro di riferimento europeo nella cura e nell’assistenza dei tumori cerebrali rari, all’interno del network European Rare Cancer (EURACAN), e il workshop fa parte di un più ampio programma di interventi di diffusione e promozione delle migliori pratiche cliniche ed assistenziali, promosso dall’Azienda Usl di Bologna.
“Ci troviamo ad un crocevia importante” afferma Alba Brandes, direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Bellaria e coordinatrice delle linee guida italiane di Oncologia Medica sulle neoplasie cerebrali “che può portare finalmente a miglioramenti sostanziali per i pazienti affetti da queste patologie. I tempi sono maturi per creare solide reti regionali. Non è semplice, ma i presupposti ci sono. In Italia abbiamo linee guida comuni, siamo proiettati verso l’Europa, abbiamo esperienza e qualità sufficienti per migliorare l’assistenza dei pazienti”.
Il workshop, articolato in tre aree tematiche, vedrà una prima sessione in cui le istituzioni sanitarie si confronteranno, attraverso valutazioni di politica sanitaria, per garantire ai pazienti con tumori cerebrali rari, percorsi e reti assistenziali di eccellenza sia in termini di assistenza clinica, che di accesso alle terapie innovative.
Nella successiva sessione i Direttori Scientifici degli IRCCS dell’Emilia Romagna, rifletteranno su come implementare la rete dei tumori rari cerebrali in una programmazione sanitaria regionale, in modo da declinare le attività di ricerca anche nelle strutture sanitarie territoriali.
Nella terza sessione, infine, la parola andrà ai clinici. I professionisti delle diverse aree sanitarie coinvolte (anatomia patologica, biologia molecolare, neurochirurgia, neuroradiologia, oncologia, radioterapia), si confronteranno su come migliorare la rete assistenziale in un’ottica di multidisciplinarietà, comunicazione fra professionisti, accesso a diagnostiche avanzate e trattamenti innovativi per i pazienti.
L’Oncologia dell’Ospedale Bellaria
Multidisciplianarietà clinica è la parola chiave che caratterizza il lavoro dell’Oncologia dell’Ospedale Bellaria, grazie ad un team al quale partecipano oncologi, neuroradiologi, neurochirurghi, patologi, chirurghi, neurologi, radioterapisti, fisiatri e biologi molecolari. 7 i Percorsi Diagnostici Terapeutici Aziendali (PDTA) che la vedono coinvolta: tumore della mammella, polmone, colon-retto, encefalo, ovaio, cervice uterina, testa-collo, e oltre 2 mila i pazienti seguiti nel corso del 2017, 400 dei quali con neoplasie cerebrali (il 40% da fuori regione).
Sul fronte della ricerca, l’Oncologia del Bellaria ha partecipato, nel triennio 2014-2016, a 16 studi clinici, nazionali ed internazionali, coinvolgendo oltre 200 pazienti, in collaborazione con i principali Centri europei e con l’Università americana di Harvard. 4 di questi studi hanno consentito di migliorare la pratica clinica nell’ambito di neoplasie cerebrali come il glioblastoma di nuova diagnosi, il glioblastoma alla recidiva, il glioma anaplastico di nuova diagnosi, il glioma grado II e grado III recidivato.
Sono questi, in sintesi, i temi al centro del workshop La rete dei tumori rari cerebrali in Emilia Romagna: modelli regionali ed europei, organizzato da Alba Brandes, direttore dell’Unità Operativa Oncologia dell’Ospedale Bellaria, Azienda Usl di Bologna, in programma domani, venerdì 13 aprile, a partire dalle 14.30, a Bologna presso Hotel Royal Carlton, via Montebello, 8.
L’Oncologia del Bellaria, dal 2016, è centro di riferimento europeo nella cura e nell’assistenza dei tumori cerebrali rari, all’interno del network European Rare Cancer (EURACAN), e il workshop fa parte di un più ampio programma di interventi di diffusione e promozione delle migliori pratiche cliniche ed assistenziali, promosso dall’Azienda Usl di Bologna.
“Ci troviamo ad un crocevia importante” afferma Alba Brandes, direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Bellaria e coordinatrice delle linee guida italiane di Oncologia Medica sulle neoplasie cerebrali “che può portare finalmente a miglioramenti sostanziali per i pazienti affetti da queste patologie. I tempi sono maturi per creare solide reti regionali. Non è semplice, ma i presupposti ci sono. In Italia abbiamo linee guida comuni, siamo proiettati verso l’Europa, abbiamo esperienza e qualità sufficienti per migliorare l’assistenza dei pazienti”.
Il workshop, articolato in tre aree tematiche, vedrà una prima sessione in cui le istituzioni sanitarie si confronteranno, attraverso valutazioni di politica sanitaria, per garantire ai pazienti con tumori cerebrali rari, percorsi e reti assistenziali di eccellenza sia in termini di assistenza clinica, che di accesso alle terapie innovative.
Nella successiva sessione i Direttori Scientifici degli IRCCS dell’Emilia Romagna, rifletteranno su come implementare la rete dei tumori rari cerebrali in una programmazione sanitaria regionale, in modo da declinare le attività di ricerca anche nelle strutture sanitarie territoriali.
Nella terza sessione, infine, la parola andrà ai clinici. I professionisti delle diverse aree sanitarie coinvolte (anatomia patologica, biologia molecolare, neurochirurgia, neuroradiologia, oncologia, radioterapia), si confronteranno su come migliorare la rete assistenziale in un’ottica di multidisciplinarietà, comunicazione fra professionisti, accesso a diagnostiche avanzate e trattamenti innovativi per i pazienti.
L’Oncologia dell’Ospedale Bellaria
Multidisciplianarietà clinica è la parola chiave che caratterizza il lavoro dell’Oncologia dell’Ospedale Bellaria, grazie ad un team al quale partecipano oncologi, neuroradiologi, neurochirurghi, patologi, chirurghi, neurologi, radioterapisti, fisiatri e biologi molecolari. 7 i Percorsi Diagnostici Terapeutici Aziendali (PDTA) che la vedono coinvolta: tumore della mammella, polmone, colon-retto, encefalo, ovaio, cervice uterina, testa-collo, e oltre 2 mila i pazienti seguiti nel corso del 2017, 400 dei quali con neoplasie cerebrali (il 40% da fuori regione).
Sul fronte della ricerca, l’Oncologia del Bellaria ha partecipato, nel triennio 2014-2016, a 16 studi clinici, nazionali ed internazionali, coinvolgendo oltre 200 pazienti, in collaborazione con i principali Centri europei e con l’Università americana di Harvard. 4 di questi studi hanno consentito di migliorare la pratica clinica nell’ambito di neoplasie cerebrali come il glioblastoma di nuova diagnosi, il glioblastoma alla recidiva, il glioma anaplastico di nuova diagnosi, il glioma grado II e grado III recidivato.
2 commenti:
si tende a fare buona pubblicità per quegli oaspedali che più fanno comodo. Per altri destinati all' oblio, devono chiudere. Devono chiudere per destino avverso e per policamente scorretto.
E' evidente che su di un'eccellenza come quella segnalata, addirittura di livello Europeo, si debba necessariamente mettere nella giusta evidenza il fatto positivo. E' pure normale che le decine se, non centinaia di ospedali, distribuiti su tutto il territorio non possono tutti raggiungere obiettivi super come quello del Bellaria. Questo però non può essere inteso come una messa in oblio o destinarli alla chiusura. Esiste una normalità e questa in Emilia Romagna è una normalità che rappresenta essa stessa un'eccellenza risultando la prima in Italia gomito a gomito con quella della lombardia.
Mi sembra che si si lamenti del brodo troppo grasso.Purtroppo gli incontentabili ci sono sempre, specialmente quando si dedicano quasi esclusivamente alla tastiera.
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