Ancora una volta il consigliere comunale Pietro
Fortuzzi graffia la serenità dell’amministrazione cittadina con due sue
esternazioni pubblicate come al solito su volantini distribuiti in paese. nei quali denuncia l’indifferenza con cui si
assiste ai continui attentati alle private proprietà, come i numerosi furti in
appartamento e i vandalismi gratuiti notturni. Inoltre pone l’accento su quelle
che chiama ‘peccati amministrativi’ come,
fra l’altro, la
presenza costante in Comune di due non confermati assessori delle
precedente amministrazione, quasi
continuassero la loro attività amministrativa.
La denuncia merita un chiarimento anche perché su
questo tema c’è un precedente in una interrogazione
rivolta al Sindaco che non ha ancora avuto risposta. L’argomento è quindi
conosciuto da tempo.
C’è poi da chiedersi se Fortuzzi, considerato il
‘Calimero del Consiglio Comune di Sasso
Marconi’, sia davvero ‘l’anatroccolo brutto e nero’ o l’unico censore e controllore di Sasso Marconi. In più
molti si chiedono se sia così difficile dare una informazione che smentisca le
ipotesi del consigliere e rassicuri i contribuenti sassesi. Infine crea
disappunto il silenzio delle altre opposizioni. Sia che il tema sia veritiero o
meno, il loro compito dovrebbe essere quello del controllo costante
politico-amministrativo sull’attività del Comune.
Ecco i volantini:
3 commenti:
Spero che Fortuzzi lo legga
Ex art 595 del codice penale: "Chiunque, fuori dai casi indicati nell’articolo precedente (ovvero salvo trattarsi di ingiuria, cioè una offesa con la presenza dell’interessato) comunicando con più persone, offende l‘altrui reputazione, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa sino a lire due milioni (circa 1032 €).
Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a lire quattromilioni (circa 2065 €).
Se l’offesa è arrecata col mezzo della stampa, o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione (circa 516 €).
Se l’offesa è recata ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. "
questa è pura diffamazione, spero gli arrivi una bella querela
Invece di lanciare minacce, perchè non spiegate, rispondendo con i fatti che i suoi sospetti non sono fondati?
La mancata risposta alle domande di chiarimenti fatte da un consigliere di minoranza, quindi demandato a controllare l'operato dell'amministrazione, pare proprio che lui abbia colto il bersaglio.
Riflettete, e rispondete 'a segno'.
Luigi M.
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