Da Il Fatto
Quotidiano.it
Disposto il
sequestro preventivo dell’allevamento Vignola dei Conti di Vergato. Sarà l’Ente
nazionale per la protezioni animali di Bologna a vigilare, d’ora in avanti,
sul benessere e sulla movimentazione dei 117 cani di proprietà di Alberto
Veronesi, il titolare dell’allevamento pluripremiato di Vergato
soprannominato “l’Allevamento degli orrori” a causa delle morti sospette
che si sarebbero verificate al suo interno. Decine di cani, cioè, in
apparenza sani, soppressi perché non abbastanza perfetti da vincere un concorso
di bellezza, e poi sepolti in fosse comuni scavate all’interno del perimetro
della struttura.
La procura
di Bologna, che sulla vicenda ha aperto un’indagine per il reato (di cui
all’articolo 544 bis del codice penale), relativo alla soppressione di animali
“senza necessità”, e per le modalità di smaltimento delle carcasse, infatti,
stamani ha disposto il sequestro preventivo dell’intera struttura e di tutti i
cani custoditi al suo interno, 117 esemplari tra adulti e cuccioli, tutti di
razza, eseguito dal Corpo Forestale dello Stato di Emilia Romagna e Lombardia.
“In attesa che l’autorità giudiziaria faccia tutte le verifiche necessarie a
stabilire se gli animali siano stati uccisi senza necessità, quindi, – spiega Giorgio
Marzadori, commissario straordinario di Enpa Bologna – saremo noi a
vigilare sul benessere dei cani di Vignola dei Conti, e a controllare eventuali
movimentazioni, che comunque dovranno prima essere approvate dalla Procura”. I
cani rimarranno all’interno dell’allevamento, fa sapere l’Enpa, “e sono tutti
in ottime condizioni di salute”.
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L’inchiesta
della Procura di Bologna, vede indagati Veronesi e il veterinario che si
occupava materialmente delle soppressioni, Paolo Merella, anche se gli
inquirenti stanno cercando di capire se ci sia stato il concorso di altri
soggetti esterni o interni all’allevamento. L’indagine era partita da una
segnalazione della Forestale e da un servizio di Striscia la Notizia. Le
telecamere avevano filmato in diretta l’abbattimento di un cane in apparenza
sano. Ora toccherà agli inquirenti stabilire se i due abbiano effettivamente
commesso un reato. Contro Merella su change.org è già partita una petizione per
chiederne l’espulsione dall’Ordine dei medici veterinari mentre l’Enci sta
valutando la sospensione dell’allevamento.
“All’interno
della struttura – spiega il generale Giuseppe Giove, comandante
regionale della Forestale Emilia Romagna, che ha condotto l’operazione
denominata Argo assieme alla Lombardia – abbiamo individuato diverse fosse
comuni, quindi la nostra ipotesi è che la pratica andasse avanti da anni, per
un totale di molte decine di cani uccisi e sepolti in un vero e proprio
cimitero non autorizzato all’interno dell’allevamento”. Quanti è ancora
difficile dirlo, tuttavia secondo la Forestale alle spalle delle uccisioni ci
sarebbe “un disegno criminoso”: “I cani che non erano più considerati
utili, o perché troppo vecchi a livello riproduttivo, o per questioni di razza,
venivano soppressi”. A dimostrarlo sarebbero gli stessi 3 animali sequestrati
durante il primo sopralluogo della Forestale, quello ripreso dalle telecamere
di Striscia: due bolognesi di 8 e 10 anni, che avrebbero dovuto essere abbattuti
probabilmente perché ritenuti troppo vecchi, e un molossoide femmina di un anno
e mezzo scampato alla morte “per errore”. Finito nella lista degli esemplari da
sopprimere, il veterinario ha erroneamente ucciso la sorella. “Il referto
dell’autopsia non ce l’abbiamo – precisa il generale Giove – ma il cane che si
è salvato non presentava assolutamente nessuna patologia”.
Oltre al
Tanax e alle sostanze stupefacenti, poi, all’interno dell’allevamento gli
inquirenti hanno rinvenuto tracce di transazioni effettuate con alcuni
commercianti lombardi già oggetto di procedimenti penali per traffico illecito
di cuccioli dall’Est.
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