Il clamore che ha prodotto la notizia delle violente
uccisioni di cani avvenute in un allevamento di Vergato, riportata da Striscia
La Notizia, e le reazioni che sono
seguite hanno alquanto irritati i residenti di Tolè, sempre in comune di
Vergato.
In molti hanno telefonato, chiarendo però di voler
rimanere anonimi per timore di ritorsioni, che nella loro frazione succedono
fatti altrettanto crudeli nei confronti degli animali da parte di una comunità
di stranieri che ha trovato sede in questa parte dell’Appennino. Si uccidono
animali per il consumo delle loro carni in un modo piuttosto spiccio, seguendo
certamente le tradizioni di macellazione dei paesi d’origine.
L’ultimo caso di pochi giorni fa, racconta uno dei
denuncianti anonimi, è quello di un maiale ucciso in un’area ai bordi del caseggiato, fra l’altro vicino
alla scuola e quindi sotto gli occhi dei bambini, e poi ‘pelato’ con la fiamma
ossidrica. Operazione quest’ultima, hanno raccontato sempre i denuncianti, che
ha fatto gonfiare l’animale fino a quasi farlo ‘scoppiare’.
In passato, dopo episodi simili, abbiamo telefonato
alle autorità e si sono presentati i Carabinieri quando però il misfatto era
già stato consumato e le carni già pronte per l’uso per cui i militari hanno
stilato un verbale sull’accaduto. I denunciati
hanno poi detto, senza allusioni e in modo diretto, di essere ‘tipi
vendicativi’ e in caso di una seconda denuncia di non essere disposti a farla
passare liscia e che la cosa non sarebbe passata senza reazioni.
Ne è seguita la più diligente sopportazione con la
triste conseguenza che i rapporti fra ‘ospiti’
e residenti sono divenuti difficili: gli immigrati non si spiegavano il
perché non potessero più seguire le tradizioni, i residenti si sentivano
umiliati poiché erano costretti a tacere nel loro paese e i bambini della
scuola piuttosto confusi poiché agli insegnamenti di attenzione al mondo
animale si affianca lo spettacolo cruento con vittime gli animali.
Insomma, un assurdo moltiplicato per tre. Forse
varrebbe la pena di un chiarimento perché come si suol dire è sempre possibile
salvare ‘capra e cavoli’: macellare gli animali nel rispetto delle prescrizioni
e lasciare il consumo tradizionale in uso in altri paesi. D'altronde da sempre
l’uomo si ciba di carne animale.
Anche in un nostro passato recente si consumavano
fatti simili: fino agli anni ’50 ’60 in tutte le aie veniva ogni anno schienato
il maiale , scannato quindi sezionato per diventare poi riserva di cibo per
l’inverno. E ciò avveniva anche sotto gli occhi dei bambini. Queste pratiche
sono poi state superate e oggi siamo più attenti a ridurre il più possibile le
sofferenze degli animali da macello e si auspica che anche gli immigrati
capiscano tale esigenza e vi si adeguino.
2 commenti:
fabbriani
se riesce a far avere a defranceshi sta roba
http://www.mutinanet.com/albovergato/2014/docs/20141016PROT.pdf
Sanguineda non ha pace
Do ragione a chi ha scritto l'articolo cercando di fare capire che bisogna cercare di avvicinare due culture diverse. Ma non poi tanto diverse visto che esisteva quel certo allevamento di cani con tutta gente nostrana. A chi tocca lavorare su queste cose? Perche' non ci prova il comune di Vergato?
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