Il
primo cittadino di Vergato riprende una nota del Comitato della
Ferrovia Porrettana che sottolinea come nonostante le percentuali di
puntualità del 98% tra gli utenti ci sia una percezione di
inaffidabilità a causa delle cancellazioni, e invita la Regione e
Trenitalia a pensare ad un potenziamento del servizio
Riceviamo:
La
ferrovia Porrettana è una infrastruttura nevralgica: se funziona
bene, riparte l’economia della Valle del Reno. È quanto sostiene
il sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri,
preoccupato dal recente comunicato del Comitato per la Ferrovia
Porrettana Valerio Giusti che
lo scorso 30 settembre ha scritto che «la
vera battaglia che Trenitalia deve intraprendere e vincere
è raggiungere un grado di efficienza in grado di garantire quella
serenità e senso di affidabilità negli utenti che decidono di
viaggiare in treno, e non scegliere di partire mezzora prima perché
sanno che il ritardo può giungere inaspettato».
Il
riferimento in particolare era legato alla soppressione, lunedì
pomeriggio, di due treni locali Bologna-Marzabotto a causa di un
guasto alle infrastrutture a Santa Viola, e il ritardo, nella stessa
giornata, del treno 6369 delle 21:04 rimasto fermo una trentina di
minuti a Pioppe di Salvaro. Ma ciò che emerge dalle parole del
comitato è l’essenzialità questo collegamento: lo dimostrano le
file chilometriche che si sono formate in stazione a Bologna per
ottenere la tessera unica, quindi godere dei vantaggi
dell’integrazione delle tariffe tra treni locali e autobus a
Bologna fortemente sostenute dalla Regione Emilia-Romagna.
Quello
che serve, scrive il comitato, è un «miglioramento di tutto il
sistema di “gestione dell’utenza”: corretta e tempestiva
informazione, facilità di emissione dei biglietti e del rinnovo
degli abbonamenti e, soprattutto, invertire la sensazione di
inaffidabilità che hanno i viaggiatori anche se la nostra linea gode
di percentuali di puntualità altissime, vicine al 98%.»
Dal
canto suo, il primo cittadino di Vergato sottolinea come il prossimo
obiettivo dovrebbe essere quello di trasformare la linea Porrettana
in qualcosa che ricordi una metropolitana di superficie, in un’ottica
davvero di Città “metropolitana” che eroga i suoi servizi per
integrare centro e periferie. Le stazioni sono state rinnovate e
anche buona parte del parco macchine, adesso bisogna pensare a come
potenziare il servizio:«Gli studenti a Bologna non trovano posti
letto» spiega Argentieri
«mentre in montagna soffriamo dello spopolamento. In una
grande metropoli straniera il problema sarebbe risolto da servizi
pubblici che spostino l’utenza da dove c’è forte domanda a dove
c’è forte offerta. Invitiamo Regione e Trenitalia a pensare ad
altrettanto qui da noi. Con maggiori servizi ferroviari potremmo
invitare gli studenti fuori sede ad alloggiare lungo le località
della Valle del Reno, e lo stesso vale per i lavoratori. Senza
contare i benefici per i numerosissimi utenti che già utilizzano il
treno».
8 commenti:
Bravo Argentieri !
Raddoppiare il binario della Porrettana e fare corse ogni 10 minuti !
L’ Appennino bolognese è stato abbandonato dalla politica da parecchi decenni : vedi ospedali di Vergato e Porretta.
Un collegamento metropolitano efficiente sarebbe una bellissima cosa ma credo che realisticamente sia una utopia.
Pensiamo ai passaggi a livello di Lama di Reno, Borgonuovo, Pontecchio ecc. perennemente chiusi !!!! Dovremo imparare a volare !!
Potenziare le linee ferroviarie (Porretta e Prato) vorrebbe dire ripopolare l'appennino, con ad esempio studenti e lavoratori che si potrebbero permettere di abitare a trenta chilometri da Bologna ma anche a venti minuti da Bologna, con un rilancio sull'economia della montagna e sul mercato degli affitti.
Non credo che il cambio di nome fara' la differenza e la gloriosa linea porrettana non dovrebbe avere bisogno di questo per essere resa finalmente piu' efficiente, ma certo che si', la puntualita' dei treni e la frequenza sono strategici per la valle e bene ha fatto Argentieri a ribadirlo. Credo meno nel discorso sugli studenti universitari, se non sono della zona non vorranno restare in Appennino di sera, quando treni non ce ne sono piu'.
Passaggi a livello? Borgonuovo è sfatò eliminato 1 anno e mezzo fa, Pontecchio e Casalecchio sono in progetto di eliminazione.
Fino a Sasso Marconi il raddoppio sarebbe ben o male già' fattibile, fino a Marzabotto occorre fare un paio di ponti.
Olre ci sono molte piu' gallerie e ponti, diventa difficile.
A proposito di ostacoli (anche immateriali) e tornare a mettere qualche treno che fa Pistoia Bologna senza l’osceno cambio a Porretta no?
Non si può, caro Inos, senno' fanno concorrenza alle frecce e TreniTaglia non ci lucra sopra.
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