venerdì 2 gennaio 2015

L'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro per protesta è chiuso al pubblico dal 1°gennaio 2015



Riceviamo e pubblichiamo: 
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro è chiuso al pubblico dal 31 DICEMBRE 2014 a sei anni dall'apertura. E' chiuso per 'INDIFFERENZA".

 Per contatti carlo.soricelli@gmail.com

http://cadutisullavoro.blogspot.com



Report morti sul lavoro nel 2014 e andamento del fenomeno dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2014:

Nel 2014 sono morti sui luoghi di lavoro 660 lavoratori, tutti documentati in appositi file. Se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 1350 morti. L’aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 2013 è dell’12,5%. In questi sei anni di monitoraggio sono stati registrati 4282 lavoratori morti sui luoghi di lavoro e oltre 9000  (stime realistiche ma è impossibile avere dati certi dei lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Intere categorie non sono monitorate dalle statistiche ufficiali, oltre 700 di queste vittime sono morte in modo atroce, schiacciate dai trattori che guidavano. E senza che si sia fatto concretamente niente, nonostante i continui appelli che l’Osservatorio ha fatto nel corso di questi anni alle Istituzioni locali e nazionali, ultimo il 28 febbraio scorso a Renzi, Poletti e Martina. E’ quindi incredibile che in questi anni si siano fatte leggi per "attenuare" la burocrazia sul lavoro in base a questi cali inesistenti. Le normative sulla Sicurezza dei lavoratori trattate come tali dalla politica e da chi ci governa. Tra l’altro, il terremoto del 2012 in Emilia ha messo in luce un aspetto drammatico, che tantissimi capannoni industriali e non solo (si consiglia un controllo anche dei supermercati costruiti con le stesse caratteristiche dei capannoni industriali), costruiti prima delle normative antisismiche, sono come castelli di sabbia, e che un terremoto che si verifichi di giorno e non di notte, può provocare tantissimi morti tra chi ci lavora sotto come operai e impiegati. E gravissimo che non si faccia niente per fare mettere in Sicurezza i capannoni costruiti prima delle leggi antisismiche del 2005. La cosa che sgomenta di più è che parlano sempre di cali incredibili tutti gli anni, mentre non è affatto vero, se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro che ricordiamo ancora una volta non sono solo quelle monitorate dall’INAIL istituto dello Stato che registra solo i propri assicurati, e in tantissimi non lo sono. In concreto nonostante l’opinione pubblica pensi il contrario a causa della propaganda di chi si è succeduto nel corso di questi anni al governo del paese. I morti sul lavoro non sono mai calati, e questo nonostante si siano persi per la crisi milioni di posti di lavoro. Le vittime si sono spostate da un lavoro che dispone di un’assicurazione vera a un altro che è in nero, partita iva individuale o precario. Registriamo tra l’altro un aumento dell' 1,9 anche rispetto al 2008 e in tutti gli anni che seguono, a parte una riduzione dello 0,7 registrata nel 2011. Mi ero impegnato, dopo la tragedia della ThyssenKrupp a monitorare i morti sul lavoro, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma è stato un lavoro inutile, nonostante le centinaia di migliaia di visitatori del blog i morti sono addirittura aumentati. Questo perché in Parlamento non ci sono lavoratori dipendenti che s’interessino di queste tragedie e che sanno cosa vuol dire svolgere lavori pericolosi. Situazioni che difficilmente toccano i parlamentari e i loro famigliari. Un muro invalicabile fatto d’indifferenza e di sudditanza ai poteri forti che controllano la politica. Nel 2014 l’agricoltura con il 34,2 % del totale risulta anche quest’anno la categoria con più vittime. In questo comparto il 65,5 % sono morti in un modo drammatico: schiacciati dal trattore che guidavano. Gli agricoltori morti schiacciati dal trattore sono il 23% di tutti morti sui luoghi di lavoro. Nel 2014 sono stati ben 152 e 142 da quando il 28 febbraio ho mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti, avvertendoli dell’imminente strage che di lì a pochi giorni sarebbe ricominciata col ribaltamento dei trattori e lo schiacciamento del conducente. E’ così tutti gli anni. Chiedevo loro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre una legge sulla messa in sicurezza delle cabine di questo mezzo che uccide così facilmente. Inutile scrivere che non si sono mai degnati di rispondere e che il loro impegno è tutto dedicato a fare selfie, cinguettare, a mangiare gelati e a legiferare per togliere i diritti a chi lavora. Mentre per la vita di questi lavoratori che muoiono così drammaticamente non si fa niente, non spendono neppure un minuto del loro prezioso tempo per sensibilizzarli. In edilizia i morti sui luoghi di lavoro sono il 19,8 % del totale, con le solite cadute dall’alto che provocano tantissime morti. Nell’industria il 9,1 %, l’8,18 % nell’autotrasporto. Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei vari servizi alle imprese. Percentualmente le morti sul lavoro sono distribuite in eguale misura in tutte le fasce d’età, a parte l’agricoltura, dove le vittime hanno un’età mediamente più alta. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono quest’anno il 10,1% sul totale e i romeni sono sempre i più numerosi. Le altre morti sono da ricercarsi nelle diverse attività, principalmente nel terziario.
Se si analizzano con obbiettività questa raccolta dati si evidenzia un’Incredibile mattanza, che fa comprendere come opera chi ci sta governando e che ci ha governati in questi ultimi anni. Se è vero che l’INAIL registra costantemente dei cali delle morti tra i propri assicurati, e questo lo scrivo ormai da diversi anni, ed è una verità molto scomoda, e se l’Osservatorio Indipendente di Bologna invece può dimostrare dati alla mano che praticamente da quando è stato aperto il 1° gennaio 2008 i morti sui luoghi di lavoro sono addirittura aumentati? Che sono calati gli occupati in posti tutelati e con assicurazioni degne di questo nome. Che le vittime sul lavoro si sono solo spostate da lavori a tempo indeterminato a lavori precari, in nero e grigio. Che la mancanza di tutele per le Partite IVA Individuali e altre importanti categorie di lavoratori, oltre a quelli che lavorano in nero e in grigio, provocano un aumento degli infortuni, anche mortali. Ricordiamo che il Sindacato svolge una funzione determinante per la Sicurezza dei lavoratori: dove sono presenti in modo organizzato le morti sul lavoro sono quasi inesistenti. Ed è per questo che l’Osservatorio non diffonderà più i dati raccolti, se non su richiesta di persone interessate veramente al problema, per la totale indifferenza verso queste tragedia da parte di chi ci governa. Sono semplici verità che la nostra classe dirigente fa finta di non vedere. Le tragedie delle morti sul lavoro sono un fenomeno complesso, che tocca tutte le varie articolazioni dello Stato a cominciare dai controlli sul rispetto delle normative. Aziende, soprattutto piccole, che utilizzano lavoratori senza preparazione o addirittura in nero che poi fanno una concorrenza sleale a chi le regole le rispetta. Ma non c’è solo questo. Pressapochismo, superficialità di chi commissiona il lavoro a persone non qualificate e non assicurate, che spesso sono amici e conoscenti. Le persone che muoiono lavorando sono a volte gli stessi che svolgono, senza avere la preparazione adeguata improvvisandosi muratori, elettricisti, fontanieri, agricoltori ecc…Queste tragedie sono soprattutto un problema di conoscenza e di corretta informazione. Ed è per questo che i media hanno un’importanza determinante per attenuare il fenomeno, ma si occupano sostanzialmente dei morti sul lavoro solo quando ci sono casi di morti eclatanti e collettive. La mancanza di tutele introdotte con il Jobs act istituzionalizza la precarietà per chi lavora che è già a livelli intollerabili per un paese civile. Abolire l’unico baluardo che era rimasto per la tutela dei lavoratori, l’ormai famigerato articolo 18, padre di tutti i mali italiani, che tra l’altro era già di fatto abolito con la legge Fornero è aberrante. Si deve sapere che dal 2015 gli italiani non avranno più un lavoro “buono” cioè a tempo indeterminato ma solo un indennizzo con una piccola monetizzazione crescente, ma solo stipendi da fame, calpestio dei diritti e inSicurezza sul lavoro. E questo provocherà un danno enorme non solo per i lavoratori ma per tutti il sistema produttivo e un ulteriore calo della natalità. Io non ci sto e protesto chiudendo di fatto alla politica l’Osservatorio, tanto per chi la fa le morti sul lavoro sono solo un impiccio burocratico.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2014 NELLE PROVINCE ITALIANE (vanno almeno raddoppiati se si aggiungo i morti sulle strade e in itinere.)
Valle d'Aosta (2 morti) Aosta 2,Piemonte (50 morti) Torino 20, Alessandria 9, Asti 4, Biella 1, Cuneo 10, Novara 3, Verbano-Cusio-Ossola 1, Vercelli 2. Liguria (10 morti)Genova 6, Imperia 1, La Spezia 1, Savona 2.Lombardia (76 morti) Milano 7, Bergamo 5, Brescia 16, Como 3, Cremona 10, Lecco 0, Lodi 2, Mantova 13, Monza 3, Brianza 1, Pavia 8, Sondrio 4, Varese 5.Trentino-Alto Adige (18 morti)Trento 6, Bolzano 12,Veneto (59 morti)Venezia 10, Belluno 5, Padova‎ 6, Rovigo 4, Treviso 9, Verona 14, Vicenza 8. Friuli-Venezia Giulia (12 morti) Trieste 2, Gorizia 0, Pordenone 4, Udine 6. Emilia-Romagna (52 morti)Bologna 5. Forlì-Cesena 7, Ferrara 6, Modena 6, Parma 7, Piacenza 6, Ravenna 9, Reggio Emilia 3, Rimini 3.Toscana (28 morti) Firenze 2, Arezzo 8, Grosseto 3, Livorno 1, Lucca 3, Massa Carrara 1, Pisa‎ 6, Pistoia 2, Prato 0, Siena 1.Umbria (13 morti)Perugia 8, Terni 5.Marche (25 morti)Ancona 4, Ascoli Piceno 8(compresi i 4 piloti del Tornado), Fermo 3, Macerata 5, Pesaro-Urbino 5.Lazio (42 morti)Roma 16, Frosinone 4, Latina 4, Rieti 8, Viterbo 10.Abruzzo (28 morti)L'Aquila 9, Chieti 9, Pescara 2, Teramo 8.Molise (9 morti)Campobasso 5, Isernia 4,Campania (45 morti) Napoli 12, Avellino 8, Benevento 6, Caserta 7, Salerno 12,Puglia (39 morti)Bari 15, BAT 3, Brindisi 2, Foggia 4, Lecce 9, Taranto 6.Basilicata (7 morti)Potenza 6, Matera 1. Calabria ( 17 morti) Catanzaro 3, Cosenza 5, Crotone 1, Reggio Calabria 1, Vibo Valentia 7.Sicilia(49 morti) Palermo 13, Agrigento 5, Caltanissetta 6, Catania 3, Enna 2, Messina 6, Ragusa 3, Siracusa 5, Trapani‎ 6.Sardegna (17 morti) Cagliari 4, Carbonia-Iglesias 2, Medio Campidano 1, Nuoro 4, Ogliastra 1, Olbia-Tempio 0, Oristano 4, Sassari‎ 0. Quando leggete questa terribile sequenza ricordatevi sempre che se si aggiungono anche i morti sulle strade e in itinere i morti sul lavoro sono almeno il doppio e tante vittime sulle strade muoiono per turni dove si dovrebbe dormire, per orari prolungati e stanchezza accumulata, per lunghi percorsi per andare e tornare dal lavoro. Non sono segnalati a carico delle province le morti di autotrasportatori sulle autostrade.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi è completa indifferenza verso questo servizio perchè completamente inutile. Vi sono altre istituzioni statali che se ne occupano.
E' inutile come i tanti (troppi) telefoni dai vari colori. Se uno subisce un reato vi è già il 112 e 113 oppure può recarsi nella più vicina caserma dei Carabinieri a fare denuncia, se invece sono solo fantasie è bene non assecondarle.

antonio lavini ha detto...

L'anonimo delle 18 03 ha ragione di affermare che gli enti/associazioni replicanti un servizio statale sono inutili, tuttavia io affermo che occorre maggior determinazione e "democrazia" affinchè siano applicate leggi e miglioramenti che attengono alla vita dei cittadini e lavoratori.
Credo che non sia questione di partico pinco o palla ma di educazione , civiltà e volontà di progresso.
Anzichè manifestazioni orientate e di parte ( vedasi polizia urbana di Roma ) sarebbe meglio ogni tanto reclamare per fare applicare almeno le norme esistenti e premere affinchè siano severamente puniti coloro che attentano alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori e di tutti i cittadini.

Anonimo ha detto...

Fabbriani


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/02/bologna-pressioni-delle-cooperative-sindaco-anti-cemento-procura-indaga/1310271/

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/san-lazzaro-conti-pressioni-intimidazioni-1.540615


http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/01/02/news/congresso_pd_saliera_all_attacco_basta_accordi_sottobanco-104183969/

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/01/02/news/prime_grane_per_bonaccini_luned_giunta_sul_bilancio_ora_tagli_per_570_milioni-104142895/

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2015/1-gennaio-2015/dalle-terme-fiere-giungla--carrozzoni-regione-230793861169.shtml

ma se continua ancora il PD ad azionare il volante in cosa possiamo sperare se non nelle solite chiacchere???

Quale futuro ci aspetta?

Per andare dove devono andare qualcuno sa sa dove mandarli??

Anonimo ha detto...

scrivete al Presidente

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/686621/Lo-scandalo-dei-rimborsi-di-Napolitano.html

Anonimo ha detto...

http://www.youreporter.it/video_Rimborsopoli_a_Bruxelles_Napolitano_gonfia_i_conti_1

Carlo Soricelli ha detto...

Per anonimo che non ci mette la faccia. caro amico, vai a vedere quanti sono per le statistiche ufficiali i morti sul lavoro, e vai a vedere quanti sono per l'Osservatorio. L'INAIL monitora solo i propri assicurati e tantisismi non lo sono e sono per lo Stato dei morti sul lavoro inesistenti. sono proprio persone come te che impediscono la verità su tanti aspetti. carlo soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Anonimo mettici la faccia come faccio io Carlo Soricelli

renzo giannoccolo ha detto...

Il lavoro svolto dall'Osservatorio di Carlo Soricelli non è certamente un "servizio completamente inutile". L'Anonimo delle 18.03 probabilmente non sa di cosa parla (ahimè, come tanti, troppi in Italia). Quindi mi rivolgo a lui/lei direttamente: i morti sul lavoro sono morti solo quando sono iscritti all'INAIL? E i morti che lavorano in nero o in modo irregolare, perchè così vogliono tanti padroni, cosa sono? Morti per caso? Finti morti? Morti viventi? I cosiddetti "dati ufficiali" ci hanno ingannato, sempre. E ci crediamo ancora? Bravo Carlo, chiudi al pubblico? Come sai, non condivido ma rispetto la tua scelta, continua però ad aiutarci nel nostro lavoro. Il tuo (lavoro) è molto molto prezioso e utile. Grazie.

Lorenzo Soricelli ha detto...

Ci sono persone che si documentano ed offrono un servizio gratuito e persone anonime che fanno paragoni del cazzo..e devono scrivere per forza qualcosa, utilizza meglio il tuo tempo

Unknown ha detto...

credo non serve a nulla fare i professori e perdersi in discorsi inutili come i telefoni di vari colori,la politica (inesistente) i vigili di roma....... Questo blog è nato per sensibilizzare tutti,in maggior modo l'opinione pubblica. Ma siamo diventati talmente spenti che non bastano nemmeno migliaia di poveri morti sul lavoro per farci aprire gli occhi. SIAMO TUTTI COMPLICI DELLA LORO MORTE! Pino Cofano.

Claudio ha detto...

Credo che l'operato dell'Osservatorio rappresenti un esempio di trasparenza e civiltà nell'informazione su un argomento "scomodo" per la politica e l'imprenditoria (comprese le ditte individuali). La sicurezza ha un costo in termini di formazione, informazione, applicazione pratica, procedure, attrezzature, che ,se si può evitare di pagare, magari ignorandolo, è meglio.
E' per questo che penso la chiusura "per indifferenza" dell'Osservatorio sia una sconfitta.
Quello della sicurezza è un problema praticamente sconosciuto ai più. A volte viene vissuto dagli stessi lavoratori come un impiccio o una stravaganza. Nel nostro Paese la cultura della sicurezza è quasi completamente assente e la cosa preoccupante è che si stanno facendo passi indietro (come in altri campi della tutela del lavoro).
Si pensi al numero enorme, quanto assolutamente ignorato, degli incidenti domestici. Non destano allarme sociale e quindi nessuno ne parla.
Attorno ai costi per la sicurezza, o meglio alla loro limitazione o azzeramento, si muovono interessi fortissimi. La politica, i politici, non hanno competenza ne conoscenza, ne interesse ad affrontare l'argomento.

Anonimo ha detto...

gli imbecilli, che si scatenano indipendentemente dall'articolo iniziale, non hanno un minimo di dignità e intelletto per affrontare alcun tipo di discorso.
FINE DELLE REPLICHE

Anonimo ha detto...

Gentile 3 gennaio 2015 18:19 che non rappresenti nemmeno il mio di dietro, ognuno scrive cio' che vuole.

Qui come il sottoscritto siete OSPITI!

Se decidete di far pubblicare qualunque cosa dal Gestore poi aspettatevi qualunque critica o facezia.

Quello che non meraviglia, è di certi estensori che pensano di stare sulla vetta del cervino quando espongono le loro valutazioni e che poi si dimostrano autoritari (tanto per stare blandi col linguaggio) verso chi la pensa in maniera opposta o diversa.

Sono persone scadenti loro.