La Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna informa:
Quasi 71mila persone (per l’esattezza 70.714), di cui
oltre un terzo paganti (23.895), hanno visitato nel 2014 i musei e le zone
archeologiche dell’Emilia Romagna. Mai così tanto pubblico dal 2001, con un
incremento del 1,46% rispetto al 2013 e del 22,2% rispetto alla media 2001-2013
(57.826).
Ancora meglio è andata sul piano degli incassi che
hanno superato i 72mila euro, con un +22,4% rispetto al 2013 parzialmente dovuto all’aumento di alcuni biglietti d’ingresso e alla decisione
del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario
Franceschini, di eliminare da luglio la gratuità per gli over 65.
In
Emilia-Romagna, dunque, tiene e anzi aumenta il pubblico pagante dei musei e
siti statali anche se si registrano affluenze importanti la prima domenica di
ogni mese, gratuita sempre per volere del ministro: su 46.819 ingressi gratuiti
annuali, ben 5.915 sono relativi alle sei domeniche gratis introdotte dal
luglio 2014.
La migliore
performance è quella del Museo
Archeologico Nazionale di Ferrara che chiude il 2014 a quota 22.702
visitatori (+14,2%), con un incasso del +50% rispetto all’anno precedente.
Paga invece
lo scotto di alcuni mesi di chiusura per riallestimento il Museo Archeologico Nazionale di Parma che, pur essendo il secondo
più visitato della regione, perde il 22,3% di pubblico (17.230 rispetto ai
22.188 del 2013) e il 31,4% degli incassi.
Sul podio
anche lAntiquarium e l’area archeologica del municipium romano di Veleia (PC) che registra un +26,6% di visitatori
e un +25,4% di incassi, tornando dopo un lustro ai livelli di pubblico del 2008
quando però l’ingresso era gratuito.
Pur perdendo
il 9% dei visitatori, il Museo Nazionale
Etrusco e gli annessi scavi della città di Kainua/Marzabotto (BO)
incrementa del 42,4% il pubblico pagante e dell’89,3% le entrate derivanti dai
biglietti, quasi raddoppiate rispetto al 2013.
Bilancio
positivo anche per il Museo Archeologico
Nazionale di Sarsina (FC), +17,9% di pubblico e +89,2% di incassi, e per la Villa Romana di Russi (RA), che
incrementa il pubblico del 44% e gli introiti del 32%.
È
interessante notare come, a fronte di un aumento dei visitatori dell’1,46%, sia
aumentata del 28,4% la quota del pubblico pagante (da 18.608 a 23.895), mai
così alta dal 2001 come d’altronde il dato daffluenza. Dopo l’annus horribilis 2005 (minimo storico di 45mila presenze), dovuto
alla disastrosa scomparsa della storia dai programmi scolastici (da allora di
Storia antica gli italiani sentono parlare una sola volta nella vita, in quarta
e quinta elementare), i musei e i siti archeologici statali dell’Emilia-Romagna
registrano un lento ma costante recupero di pubblico, favorito dalla sete di
cultura di cittadini e turisti anche in tempi segnati dalla crisi economica.
"Il
risultato raggiunto,” commenta il Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna, Marco
Edoardo Minoja, “ premia gli sforzi di tutto il personale e degli enti
locali, volontari e collaboratori che ci hanno affiancato con passione nell’organizzazione
di mostre, incontri ed eventi, confermando ancora una volta la grande
attrazione dell'archeologia emiliana anche in periodi di investimenti limitati.
Nell’ultimo
biennio va poi rilevata la mancata incidenza dei dati dell’impianto portuale tardo romano e bizantino
di Classe (alla periferia di Ravenna), integralmente chiuso al pubblico dal
2012 e di cui si prevede la riapertura non appena completate le opere di
valorizzazione previste”.
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