domenica 25 gennaio 2015

Quando L'ALBERO DI NATALE RACCONTA.



di Gian Paolo Frabboni

‘Nascere’  albero a volte è una fortuna, mi racconta l'Abete di Marzabotto col quale ho condiviso alcuni passaggi della sua vita.
Sono nato in semenzaio da un piccolissimo seme. Appena germogliato sono stato trasferito in vivaio, accudito, coccolato, sempre sotto l'attenzione del vivaista che manteneva fresca la mia terra nei periodi siccitosi.
Ero il più bello e ammirato. E già, ero destinato in un giardino di Marzabotto e qui la mia vita era facile. Crescendo, mi accorgevo di essere il preferito da tutti.
 
Nei pressi della ferrovia stavano preparando la mia dimora: una grande e spaziosa buca che potesse ospitarmi comodamente. Così fu. Il tempo è passato e sono diventato un magnifico esemplare che, però, dava segni di insofferenza con i lunghi aghi appuntiti.
 Un dì, laggiù, mi sono visto osservato da una testa candida che, alzando lo sguardo ho riconosciuto come Domenico della Pro-Loco. Un cenno di assenso e mi sono visto trasferire su un camion nuovissimo. Che emozione !!  Non avevo mai viaggiato in vita mia. Che bello attraversare le strade marzabottesi osservato da tutti gli abitanti.
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Breve fine corsa ed eccomi sistemato  in un grande cesto osservato da tanti curiosi. Proprio bella questa mia nuova dimora. Ero felicissimo anche perchè mi avevano posto nel centro della piazza e io mi pavoneggiavo, dall'alto dei miei 9.92 metri, osservando il popolo che mi appariva come vivesse in uso dei pigmei. In pochi giorni una torma di bambini mi ha vestito a festa e riempito di luci e festoni.  La mia altezza ha fatto vincere premi a chi  si è avvicinato di più alla misura . Dalla mia bella posizione in piazza ho osservato il mercato del giovedì e ho goduto dell’ebbrezza della nevicata durante le feste natalizie.  Mi pareva di vivere in un mondo straordinario. Non era mai notte. Le mie luci brillavano sempre. Ero talmente felice che ho anche cessato di lasciare cadere gli aghi. Li volevo tutti per me, per mantenere intatto il mio abito da mostrare con orgoglio ai passanti, ai visitatori e a tutti, insomma.
Quanti baci sotto di me. Alcuni erano così potenti che mi svegliavano. Quante carezze, quante paroline sussurrate  arrivavano, dalle panchine, fino a me. Un vociare umano avvolgeva la mia cima, dove tentavo di farlo scemare col fruscio del vento. I giovani e le belle ragazze dell'Info, nei dì di festa, si ponevano in pose vaporose e allegre per il prossimo futuro impegno. Solo una mancava, la seriosa e bella segretaria
della Pro-Loco impegnata in ricevimento-turistico. Poi velocemente appariva e si dileguava  dalla mia vista  con la sua bici bianca. Corpulenti o imbiancati personaggi si nascondevano , seduti, sotto le mie fronde, fingendo di leggere il giornale ma in osservazione di gradite ragazze e signore.
Che bella esperienza essere albero! Ora, però, sono ormai stanco e aspetto che un bellissimo camion venga a trasferirmi in un luogo dove poter riscaldare l'ambiente e fare felici e  gioiosi bambini in una casa di Marzabotto. Ciao a tutti e Buon Proseguimento.


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