Più sassese che mai il teatro comunale di Sasso Marconi,
giovedì 22 gennaio.
A salire sul palco per un ‘one man show’ sarà infatti il dottor Michele Davalli sassese doc. Il suo inserimento nel cartellone con uno spettacolo impegnativo come un monologo di oltre un’ora, ha sorpreso molti poiché, ritenuto fino ad oggi un commercialista prestato al teatro, si rivela ora nella veste di artista prestato alla fredda realtà dei numeri.
E freddo non sarà il suo spettacolo. Davalli ha già dato
ampia dimostrazione della sua capacità interpretativa in diverse occasioni
teatrali, sempre apprezzate e rappresentate con un gruppo di artisti
locali a scopo benefico.
A spiegarci la ragione del suo deciso salto di qualità è lo
stesso ‘dottore della risata’: “Circa un anno fa mi sono trovato a contatto con
degli artisti bolognesi, tra cui Giacobazzi e Pizzocchi, che mi hanno inserito in alcuni loro
spettacoli con performance di pochi minuti. Evidentemente le mie
interpretazioni sono state apprezzate poiché sono seguite richieste anche fuori
provincia. Negli ultimi mesi mi sono esibito in teatri emiliano romagnoli,
veneti e lombardi, per una trentina circa di uscite”.
Alla domanda di dove è nata questa grande passione, Davalli risponde: “ Da Padre Marella. Con altri
volontari facevamo spettacoli di animazione per gli ospiti della casa famiglia
del frate di Badolo , in particolare
interpretavamo commedie di Dario Fo. Dopo questa prima esperienza stimolante, poiché
mi pareva che il pubblico mi seguisse, ho frequentato corsi di improvvisazione,
cui, quasi naturalmente, è seguito l’impegno ‘ in sala’”.
Si vabbè, però sostenere un monologo di un’ora e mezza, di
fronte a un pubblico esigente, non è roba da improvvisazione, è da
professionista ‘collaudato’. Non hai paura ?
“Sul palcoscenico passa la paura. perché se il pubblico non ride è
una ‘serata bucata’. E questo succede a tutti. Ogni volta è una sfida.
Quando sei lì sei lì e ‘devi ballare’. Mi è sempre piaciuto sfidare il palcoscenico, sperare di toccare le ‘corde giuste".
Quando sei lì sei lì e ‘devi ballare’. Mi è sempre piaciuto sfidare il palcoscenico, sperare di toccare le ‘corde giuste".
Qual’ è la tua linea artistica? “ Non sono un comico da
piazza capace di coinvolgere genericamente tutto il pubblico. La mia comicità
funziona per un pubblico dai 30 ai 60
anni, poiché porto i problemi quotidiani vissuti dalle persone di questa età su un piano comico. Problemi che conosco perché
io stesso li vivo e che cerco di superare ridendo”.
Qual è il tuo ‘cavallo di battaglia’? “ Non ho un vero
cavallo di battaglia. Ho iniziato parlando male delle donne; poi ho finito per
parlare di tutto visto dall’angolatura disincantata del cinquantenne, quale io
sono, cui capita di tutto e non riesce più a gestire la situazione. Si rende
conto di ciò che accade, il sesso è uno
stimolo forte, la testa è generosa, ma il fisico non risponde alle
sollecitazioni. Ora costui ha il coraggio, che prima non aveva, di dire tutto
ciò che non va”.
Cosa prometti al tuo pubblico?: “Garantisco di portarli a
una serie di riflessioni sull’esistenza dell’uomo ridendo e di ridere delle cose di tutti i
giorni, raccontate senza peli sulla
lingua”.
Appuntamento a giovedì sera al Comunale di Sasso Marconi.
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