sabato 11 gennaio 2020

Fico accoglie la 'mela rosa romana' con tutti gli onori. E per il 2020 si pensa alla festa della fioritura

Oggi spazio Fico è per l’associazione “Mela Rosa Romana”. Ci si pone l’obiettivo di rilanciare un prodotto locale che sembrava destinato alla scomparsa

di Carmine Caputo

Oggi, sabato 11 gennaio l’Associazione “Mela Rosa Romana” sarà a Fico, il parco agroalimentare di Bologna, dove dalle 11 all’ora di pranzo offrirà a turisti e visitatori assaggi della ormai “celebre” mela e dei prodotti che ne derivano: succhi di frutta, dolci, marmellate. La presentazione avverrà davanti allo spazio di Emil Banca, che ha deciso di dare una mano per la riuscita di questo progetto.
L’obiettivo della giornata è quello di presentare al pubblico il gruppo di produttori, studiosi e imprenditori che da qualche anno ha preso a cuore il rilancio di questa mela che sembrava ormai destinata all’estinzione e che invece, grazie alle iniziative promozionali, ha visto piantare oltre 3000 alberi negli ultimi anni, senza contare il recupero di quelli quasi dimenticati.

Ovviamente si parlerà della mela e delle sue proprietà, studiate grazie all’impegno dell’Università di Bologna e in particolare del professore emerito Silviero Sansavini (nella foto), le cui ricerche confermano quanto i contadini e i cittadini meno giovani sapevano da sempre: grazie ai polifenoli contenuti, questa mela ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, neuroprotettive. Oltre a essere particolarmente succosa, tanto da prestarsi bene a essere spremuta o cotta per produrre dolci e marmellate, la mela rosa romana ha poi una straordinaria capacità di preservarsi: può resistere infatti oltre 6 mesi fuori dal frigo rimanendo perfettamente commestibile e gustosa.

«Purtroppo negli ultimi anni questo frutto tipico della collina e della montagna bolognese, coltivato da secoli (il nome è legato al fatto che era noto già agli antichi romani, è raffigurata anche negli affreschi di Pompei) sembrava destinato all’estinzione» spiega Dario Mingarelli (nella foto), presidente dell’Associazione Mela Rosa Romana costituitasi ufficialmente lo scorso ottobre. «Invece grazie al nostro impegno, al professor Sansavini che ha preso a cuore questo progetto, agli amministratori locali e adesso anche a Emil Banca che ci ospita a Fico abbiamo decisamente invertito la rotta. Eravamo arrivati al punto che le mele nemmeno si raccoglievano più, invece nello scorso autunno le vendite sono andate così bene che nei mercati dell’Appennino non se ne trovavano.»

L’associazione ha già chiari quali saranno i prossimi passi da compiere: catalogare gli alberi esistenti, classificarli, certificare le piantine. E poi muovere i primi passi verso un progetto ambizioso, quello della denominazione di origine protetta, o comunque dell’ottenimento di un marchio che consenta di muoversi oltre i confini regionali. Sono state infatti soprattutto certe politiche di marketing, che negli anni hanno privilegiato l’aspetto estetico della frutta, a causare l’abbandono della mela rosa romana, che è piuttosto schiacciata e meno “fotogenica” di altri concorrenti. La recente maggiore attenzione all’alimentazione e al rispetto dell’ambiente però possono contribuire alla riscoperta di questo alimento.

Intanto, già dalla prossima primavera si pensa ad una festa della fioritura: i mieli in fiore, a maggio, sono infatti uno spettacolo anche dal punto di vista paesaggistico, e quella può essere l’occasione per festeggiare questo frutto antico.

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