domenica 26 gennaio 2020

Il 730 precompilato rischia di creare nuovi adempimenti

Per colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità “consentite”

730Da Dubbio

Il 730 precompilato rischia di saltare per aria. Per colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità «consentite». La problematica, che interesserà ovviamente non il 730/2020 ma quello targato 2021 relativo ai redditi 2020, non è di poco conto e rischia seriamente di trasformarsi nell'ennesimo adempimento fiscale a carico di imprese e professioni.
In base a quanto disposto dall'articolo 1, commi 679 e 680 della legge 160/2019 (la legge di Bilancio 2020) infatti dal 1° gennaio 2020, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, la detrazione dall'imposta lorda nella misura del 19% degli oneri spetta a condizione che la spesa sia sostenuta con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.
Tra gli strumenti tracciati sono quelli identificati dall'articolo 23 del decreto legislativo 241 del 1997 ovvero i versamenti bancari o postali ovvero quelli avvenuti tramite carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari. Esclusi dall'ambito applicativo della norma, dunque detraibili anche se pagati in contanti, restano i medicinali e i dispositivi medici, nonché le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.
Il problema sul precompilato. Il 730 precompilato è strutturato e costruito grazie a ben 13 adempimenti a carico di imprese, professionisti e intermediari che comunicano all'Agenzia delle entrate la tipologia e gli importi delle tax expenditures che i contribuenti poi ritrovano nel dichiarativo.

Dalle spese sanitarie comunicate al portale TS (tessera sanitaria) dal settore sanitario, alle comunicazioni inviate delle università sulle rette, fino al mare magnum di invii di banche e intermediari per interessi passivi dei mutui, premi assicurativi e quote di previdenza complementare: il 730 precompilato sta di fatto in piedi grazie a una serie infinita di input «esterni» che l'Agenzia ha solo il compito di recepire e reindirizzare nelle «caselle» del modello.
Con il sistema attuale l'Agenzia non è in grado di conoscere la modalità di pagamento delle stesse ed il rischio appunto è che i dati indicati nel precompilato benché effettivamente esistenti, non rispettino i nuovi requisiti richiesti per la detraibilità perché non pagati con mezzi tracciati.
La soluzione di certo a carico di imprese e professionisti. È da dire che i principali oneri detraibili viaggiano già tramite strumenti tracciati e di certo non è possibile accantonare e sconfessare l'impianto del 730 precompilato buttando all'aria un investimento considerevole (fatto a spese dei contribuenti).
La soluzione a questo punto è una soltanto, sempre la stessa: un altro adempimento a carico di imprese e professionisti o meglio, l'implementazione dell'adempimento esistente. Le varie comunicazione attualmente inviate all'Agenzia delle entrate dovranno infatti essere tutte integrate riportando il dettaglio del pagamento (se pagate tracciate) oppure, dovranno essere inviati unicamente i dati degli oneri che hanno i requisiti per essere poi effettivamente riportati in dichiarazione e detratti.
In poche parole asili nido, università, medici ed imprese funebri diventeranno indirettamente «certificatori» integrando le comunicazioni per il precompilato con le modalità di pagamento, cosa che renderà l'adempimento ancora più complesso e a rischio errori.

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