Il grido d’allarme di Fabio Righi
È ora di dirlo forte e chiaro: non si tratta più di
abbandono, ma di una scelta politica precisa. Un documento ministeriale, il
nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (2021-2027),
approvato a marzo 2025, ha rivelato una frase choc a pagina 45: "Queste
aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno
essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le
accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento."
È una sentenza. Una resa.
Significa che centinaia di comuni montani, collinari e rurali – quasi
4.000 Comuni italiani, il 60% del nostro territorio con oltre 13 milioni di
cittadini – non devono più puntare a rinascere. Non si fermerà lo
spopolamento, non si costruiranno nuovi servizi, solo un po' di assistenza per
accompagnare la fine. Nessuna speranza. Nessun futuro.
Questo è un cambiamento di paradigma devastante: lo Stato rinuncia
ufficialmente all'idea di invertire la tendenza allo spopolamento. Si pianifica
il declino, lo si accompagna, lo si normalizza.
E le nostre amministrazioni locali?
Nella maggior parte dei casi non reagiscono, non propongono, non
costruiscono nulla. Si limitano a gestire l’ordinario con soluzioni
tampone, deboli, inutili.
Sono succubi di un sistema più grande, paralizzate e impantanate da un
insensata burocrazia, per non compromettere opportunità personali prive di
coraggio, spesso indifferenti e non lavorano per risolvere i problemi, ma per
coprirli. E così facendo li aggravano. amministrazioni pubbliche che oggi
appaiono allo sbando, istituzioni si comportano non solo con passività, ma con
un atteggiamento che ha ormai assunto i tratti di un vero estremismo
dell’omissione, dove si arriva a ignorare o addirittura boicottare qualsiasi
iniziativa che non nasca all’interno del proprio circuito politico.
Nel frattempo, la macchina pubblica nazionale divora miliardi con una
logica assurda: massima spesa, minima resa.
Un sistema che non cambierà mai da solo, perché è stato costruito per non
cambiare.
E chi lavora dal basso — cittadini, agricoltori, associazioni, artigiani,
volontari — spesso viene ignorato, ostacolato o addirittura boicottato.
Noi non ci stiamo!
Non accettiamo che si scelga di spegnere i nostri borghi, distruggendo un
patrimonio umano,storico culturale e ambientale unico. L'Appennino e le Aree
Interne non sono un problema da accompagnare al tramonto: sono una sana e
preziosa risorsa da liberare e utilizzare per il bene di tutti!
Questo "piano" ignora l'Articolo 3 della Costituzione e le enormi
opportunità strategiche che questi territori offrono: agricoltura sostenibile,
prodotti agroalimentari ed eno-gastronomici di altissima qualità, turismo
lento, coesione sociale, difesa idro-geologica.
Cittadini, agricoltori, associazioni, artigiani, volontari... la vostra
voce è cruciale!
Per questo chiediamo a tutti:
Informatevi!
Fate rete!
Alzate la voce!
Un Paese che lascia morire sé stesso un borgo alla volta, ha già smesso di essere una Repubblica. Non permettiamolo!
Sito Facebook: ARCA APPENNINO BOLOGNESE.
Informazioni turistiche E-mail: arca9bologna@gmail.com.
Righi Fabio 320 17 93 002 - Righi Otello 338 22 50 000

10 commenti:
Abbiamo il Sindaco di San Benedetto Val di Sambro, che è referente nazionale dei piccoli comuni e non dice nulla?? Si sarà allineato al volere del partito che guida la nazione
Mi va anche bene.
Allora, i paesani delle zone che si e' deciso di "abbandonare" dovrebbero "abbandonare" il pagare le tasse per servizi e manutenzioni che non verranno piu' fatte.
Fabio Righi hai totalmente ragione, serve una inversione di rotta, prima di tutto ci vuole l'allontanamento di chi ha gestito la cosa pubblica nei piccoli comuni (da almeno 20 anni) condannando i propri cittadini all'irrilevanza politica, cose gestite in maniera chiusa da chi comanda, con l'avvallo dei servi complici, cittadini che tengono famiglia e del bene pubblico si ingozzano facendolo scomparire ogni livello di partecipazione. Il poeta scriveva, libertà è partecipazione, beh allora nei comuni del reno e del setta, la libertà non esiste.
"Non si tratta più di abbandono, ma di una scelta politica precisa." ..... Da un bel pò di anni
Che i vari sindaci muti si siano allineati a chi comanda in regione?
Ora si è aperto il "vaso di Pandora"! Ma perché, non l'avevamo già percepito nell'intimo o compreso chiaramente? Tutti d'accordo, compiacenti e silenti! Una vera banda Bassotti.
Auguri!
Di cosa meravigliarsi?
E' una opportunità, se non ci considerano, non li considereremo, niente tasse, niente rispetto per le regole regionali mutuate dalle regole folli dell'europa, finalmente ci lasceranno in pace...ma non andra' così, vorranno accompagnarci in un percorso di incanalamento della popolazione montana, verso la città. dove potremo essere più facilmente controllati, ed eliminati. Non vogliono che siate proprietari di terreno, che abbiate una casa di proprietà, che guidiate la vostra vecchia bella macchina, non vogliono che bruciate legna dei boschi, non vogliono che vi auto produciate il cibo, non vogliono che usufruiate dell'acqua delle fonti, NON VOGLIONO PERSONE AUTONOME, LIBERE, vi vogliono dipendenti dalle loro forniture di cibo, di vestiti, di lavoro, di tutto, buon inferno a tutti.
"niente tasse"
Aahahahahahahahahahahahahahahahah!!!
Si, si, smetti di pagare le tasse che devi all'Agenzua delle Entrate: avrai una schiera di nuovi amici che prima ti invieranno cartoline e raccomandate verdi, e se prosegui ti verranno in casa a pignorarti i mobili o il SUV a puzzolio.
Fai pure che dopo ci racconti come va a finire.
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