La Manz Italy Srl ha annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Sasso
Marconi, mettendo in discussione il futuro di decine di lavoratrici e
lavoratori. La società, controllata dal gruppo multinazionale tedesco Manz e
attiva nella produzione di batterie al litio e condensatori, ha comunicato la
decisione a circa un anno dal default della casa madre, avvenuto alla fine del
2024, i cui effetti si sono riflessi immediatamente anche sull’azienda
italiana.
Manz Italy era infatti inserita in un
avanzato percorso di acquisizione che avrebbe dovuto garantire continuità
produttiva e occupazionale. Il processo si è però interrotto bruscamente negli
ultimi giorni utili, a seguito di una decisione assunta dalla capogruppo
dell’impresa offerente, lasciando il personale in una situazione di improvvisa
e profonda incertezza.
Per affrontare l’emergenza
occupazionale, si è riunito oggi il Tavolo
di Salvaguardia del patrimonio produttivo della Città metropolitana di Bologna,
presieduto dal capo di Gabinetto e delegato al Lavoro Stefano Mazzetti.
All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia,
il sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani, l’assessora comunale Silvia
Martini, oltre ai rappresentanti dell’Agenzia regionale per il lavoro, di
Confindustria Emilia Area Centro, della proprietà aziendale e delle organizzazioni
sindacali.
Obiettivo della riunione è stato
individuare strumenti e percorsi di tutela efficaci per tutte le persone
coinvolte, in un passaggio ritenuto cruciale per limitare l’impatto sociale
della possibile chiusura dello stabilimento.
Durante il confronto, la dirigenza di
Manz Italy ha sottolineato come l’esito negativo della vicenda sia stato del
tutto inatteso. L’operazione di acquisizione – hanno spiegato – appariva ormai
prossima alla conclusione e rappresentava una concreta prospettiva di rilancio.
Il repentino cambio di scenario ha invece determinato un clima di forte
incertezza, che l’azienda stessa ha definito motivo di grande sconcerto.
Forte la preoccupazione espressa
dalle organizzazioni sindacali, che hanno sollecitato un intervento urgente
delle istituzioni per garantire la massima tutela possibile agli occupati. Tra
le priorità indicate, l’attivazione immediata di contatti con altre realtà
produttive del territorio, al fine di favorire concrete opportunità di
ricollocazione lavorativa per gli addetti coinvolti.
Netta la posizione delle istituzioni.
«Siamo sconcertati da una decisione arrivata quasi al termine di un processo
già avviato – hanno dichiarato Stefano Mazzetti e Giovanni Paglia –. Ci
muoviamo in un contesto complicato e del tutto inatteso: le premesse erano ben
diverse e questa conclusione non fa onore a chi si era fatto carico
dell’offerta, vanificando l’intera operazione all’ultimo metro».
I due rappresentanti hanno infine
assicurato un impegno immediato: «Verificheremo in tempi brevissimi tutte le
strade possibili, dalle politiche attive del lavoro ai percorsi formativi messi
a disposizione dalla Regione, fino agli strumenti di supporto alla
ricollocazione della Città metropolitana, mantenendo un dialogo costante con le
parti sociali e con tutti gli attori coinvolti»
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