di Carla
Pedrazzi
Comitato
soci Emil Banca
Monzuno. Torna a splendere, sulla vetta di Montevenere,
la Grande Croce della Pace, monumento simbolico eretto nel 1956 per volontà
dell’allora parroco di Monzuno, Don Dario Zanini, come omaggio a tutti i Caduti
di Guerra, con un pensiero particolare rivolto alle vittime della Seconda
guerra mondiale e alla memoria della Strage di Marzabotto.
Alta 14 metri, la croce di ferro svetta sul punto più
elevato del monte, nel cuore dell’Appennino bolognese, e rappresenta non solo
un segno visibile da lontano, ma anche un messaggio forte e duraturo di
riconciliazione, speranza e pace. Alla sua base fu posta una targa in marmo di
Carrara, con una dedica incisiva:
Oggi, a quasi settant’anni dalla sua
inaugurazione avvenuta il 9 settembre 1956, la targa è tornata al suo splendore
originario grazie al sostegno concreto di Emilbanca e al lavoro accurato e
competente di Giuseppe Imbellone, esperto restauratore.
La Croce venne ideata da Don Dario
come segno tangibile di fede e riconciliazione per le comunità colpite dalla
violenza bellica: Monzuno, Marzabotto e Grizzana Morandi. “Doveva diventare un
segnale di conciliazione, di pace e di speranza per il futuro, chiaramente
visibile anche da lontano”, affermava il sacerdote, sottolineando il valore
simbolico e spirituale dell’opera.
Oggi, in un contesto geopolitico
segnato da conflitti e tensioni globali, il messaggio scolpito nella Croce di
Montevenere appare più attuale che mai. Un invito alla riflessione, alla
responsabilità collettiva e alla fiducia nei valori spirituali, come strumenti
fondamentali per costruire un futuro di pace da tramandare alle nuove
generazioni.
L’iniziativa di restauro è stata promossa dal Comitato Soci Emilbanca, che ha voluto così rinnovare l’impegno del territorio verso la memoria e la solidarietà, in continuità con i gesti e le speranze di chi ha vissuto i drammi della guerra ma ha saputo scegliere la via del perdono e della ricostruzione.


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