Riceviamo:
Come promesso nel documento di ieri, continuiamo a
pubblicare le denunce cariche di rabbia e sdegno inviateci dai pendolari,
esterrefatti di fronte a tanta incompetenza e dilettantismo.
− Ieri a Sasso Marconi, ore 17:50, bus fermo perché un
tizio, dopo aver insultato l’operatore, voleva caricare la sua bici pieghevole
dicendo: “Io pago, io carico...”. Gli altri anni c’erano i bus da turismo;
quest’anno, invece, le vecchie corriere blu Tper con persone stipate in piedi.
Questo è il viaggio previsto fino a Porretta? E una persona anziana o una mamma
con passeggino come dovrebbe fare?
− Oggi, sul treno delle 17:15, sono
stati caricati monopattini e bici. Il capotreno si è dichiarato impossibilitato
a intervenire, mentre un passeggero sosteneva che fosse consentito caricarli.
Quindi? Come si arriva a Riola o a Porretta? Pedalando, magari? Perché sulla
corriera non si possono caricare. Perché nessuno chiarisce queste regole sui
treni? Quest’anno sarà un disastro, rischiamo una tragedia: con queste premesse
e questo caldo, è solo questione di tempo. A chi ci si deve rivolgere? Andiamo
in massa? Le mail non servono più a nulla.
− Sarebbe necessario vietare il
carico di bici e monopattini, ma al tempo stesso organizzare un servizio di
deposito sicuro a Bologna, al riparo dai furti: i pendolari hanno pagato anche
l’abbonamento per le bici.
− Stazione di Sasso, ore 17:55:
scendiamo dal treno e si scatena la corsa per assicurarsi un posto sul bus. Una
vera e propria “guerra dei poveri”.
− Mamma mia, che disastro questo
servizio! Giunti a Sasso alle 17:46 per prendere il bus verso Porretta, abbiamo
trovato la jungla! Persone che attraversavano i binari per arrivare primi, gente
che correva, altri che litigavano perché non riuscivano a salire, altri ancora
che provavano a salire senza biglietto. Monopattini, biciclette ovunque. NO,
RAGAZZI, LASCIATE PERDERE!
− Alcune persone hanno iniziato ad
arrabbiarsi e urlare; per un attimo ho pensato che si arrivasse alle mani,
perché tutti spingevano, uno addosso all’altro. Scene da carro bestiame. Ho
pensato: “Se mi sento male qui, mi calpestano”. Era diventata quasi una
questione di vita o di morte salire su quel bus. Sono rimasta scioccata. Lascio
il mio posto ad altri: da domani andrò al lavoro in macchina.
− Disastro annunciato: due mesi così
saranno una follia!
− Gente che rientra dal lavoro e deve
anche lottare per riuscire a tornare a casa. Ma come si fa ad accettare una
cosa del genere?
Esatto! Come si fa ad accettare una cosa del genere???
Dove sono la Regione e i sindaci?
Dov’è finita la Città Metropolitana?
Gli esaltanti comunicati stampa hanno
lasciato il posto alla jungla.
Vergato,
22 luglio 2025
Comitato per la Ferrovia Porrettana
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