Più semplificazioni, tutele e certezze per cittadini e Comuni
L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato la legge regionale che recepisce e integra le novità introdotte dal decreto nazionale “Salva Casa” (DL 69/2024), intervenendo su aspetti fondamentali dell’attività edilizia. Il nuovo provvedimento conferma la centralità dei Comuni nella pianificazione urbanistica, semplifica le procedure per le sanatorie di piccole difformità e tutela le pratiche già avviate.
Tra le principali novità: viene ribadita la competenza comunale sui cambi di destinazione d’uso degli immobili – compresi i contesti sensibili come i centri storici – e introdotte regole più snelle per la regolarizzazione di difformità lievi, comprese quelle in aree sismiche.
“Un intervento necessario per dare certezze a cittadini, tecnici e amministrazioni locali – commenta l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e urbanistica, Irene Priolo – armonizzando la normativa nazionale con le specificità regionali e garantendo qualità urbana e legalità.”
La nuova legge modifica la normativa regionale vigente, intervenendo in particolare sulle leggi n. 23/2004 e n. 15/2013, con l’obiettivo di semplificare e uniformare l’applicazione delle norme edilizie sul territorio. Il testo è frutto di un percorso condiviso che ha coinvolto il Patto per il Lavoro e per il Clima, le categorie professionali, gli enti locali e le commissioni competenti.
Le principali novità della legge regionale
· Cambio di destinazione d’uso: resta prerogativa dei Comuni, che mantengono la possibilità di regolamentarlo in base ai propri strumenti urbanistici. Particolare attenzione è riservata ai centri storici e agli spazi a piano terra.
· Requisiti igienico-sanitari: le nuove soglie minime (altezza 2,40 m; monolocali da 20 a 28 mq) valgono solo per interventi su edifici esistenti che migliorano le condizioni abitative, escludendo quindi le nuove costruzioni e impedendo derive speculative su demolizioni e mini alloggi.
· Sanatorie edilizie: introdotte procedure semplificate, tariffe più chiare e ridotte per difformità lievi, con distinzioni tra sanatorie “ordinarie” e “giurisprudenziali”. È prevista anche la possibilità di regolarizzazioni strutturali in aree sismiche.
· Tolleranze costruttive e agibilità: le novità del decreto nazionale sono recepite con un approccio semplificativo, che protegge le pratiche edilizie già in corso.
· Edilizia libera: tra gli interventi minori semplificati figurano l’installazione di vetrate panoramiche amovibili nei portici privati, tende da sole e tende bioclimatiche, purché non generino nuovi volumi o superfici.
· Modulistica edilizia regionale unificata: sarà approvata in Giunta la prossima settimana, con l’obiettivo di favorire la standardizzazione e la semplificazione degli adempimenti a carico di tecnici e cittadini.
“L’abitare è un diritto – ha aggiunto Priolo – ma va garantito attraverso interventi ordinati, sicuri e sostenibili. Con questa legge rafforziamo il ruolo della pianificazione comunale, ponendo un freno alle liberalizzazioni indiscriminate e assicurando coerenza con gli strumenti urbanistici.”
Un equilibrio tra semplificazione e tutela del territorio
Con questa riforma, la Regione Emilia-Romagna punta a favorire la rigenerazione urbana, ridurre i tempi e la burocrazia per gli interventi minori, senza rinunciare al presidio pubblico sulla qualità edilizia e urbanistica.
Il provvedimento rappresenta una risposta puntuale e responsabile alle modifiche introdotte a livello nazionale, nel rispetto dell’autonomia locale e della qualità del costruito. Un segnale di attenzione verso cittadini, professionisti e amministrazioni locali, in un settore chiave per lo sviluppo sostenibile del territorio.
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