sabato 12 luglio 2025

Benvenuta Ginevra, nata al chilometro X della Fondovalle Savena. Una storia che interroga la politica sanitaria dell’Appennino.

 

Foto d'archivio 


Erika Seta, Coordinatrice Regionale Azzurro Donna e Annamaria Cesari Coordinatrice Provinciale Azzurro Donna, scrivono:

 

La piccola Ginevra è venuta alla luce in circostanze straordinarie, lungo la Fondovalle Savena, al chilometro X. Un parto d’emergenza che si è concluso felicemente, ma che lascia aperte molte domande. Il padre della neonata lo ha detto chiaramente: "Se qualcosa fosse andato storto, se il telefono non avesse preso campo, cosa sarebbe successo a mia moglie o a mia figlia?"

È vero: con i “se” non si fa la storia. Ma è altrettanto vero che da eventi come questo si può — e si deve — costruire un futuro migliore.

L’Appennino, meravigliosa terra di confine, rischia ogni giorno di essere abbandonato, svuotato dei servizi essenziali. La vicenda di Ginevra mette in luce una verità scomoda: la chiusura progressiva di ospedali periferici e punti nascita può avere conseguenze gravi. E in certi casi, può costare una vita.

I piccoli ospedali, quelli che servono aree vaste e difficili da raggiungere in tempi brevi, sono presìdi fondamentali. Chiuderli perché "nascono pochi bambini" o "mancano risorse" è una scelta che risponde a logiche economiche più che a esigenze umane. È politica, sì, ma una politica che ha dimenticato il buon senso. E che, purtroppo, troppo spesso sembra non conoscere la realtà dell’Appennino.

Un plauso va all’ospedale di Loiano, e a tutti quei medici che, ogni giorno, mandano avanti con sacrificio e dedizione presìdi ospedalieri sempre più in difficoltà, svuotati di servizi, personale e strumenti diagnostici da una gestione sanitaria discutibile.

Ci auguriamo che il lieto evento di Ginevra non diventi un’eccezione fortunata. Che non ci si trovi mai a raccontare, al chilometro X della Porrettana o su qualsiasi altra strada, una tragedia evitabile. Pensiamo ai punti nascita chiusi a Porretta e all’ospedale di Vergato: ogni chilometro in più può fare la differenza tra la vita e la morte.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Il chilometro X dell'era Giorgiana... scrivere un normale "10" come sui normali cartelli chilometrici era troppo di sinistra?

Anonimo ha detto...

Esattamente, in nessuna strada le progressive chilometriche si esprimono in numeri romani, è un riferimento che non esiste sui cartelli. La signora Seta voleva probabilmente alludere alla "decima".

Anonimo ha detto...

ma ignorante al quadrato. quando giri per strada (speriamo il meno possibile), leggi come sono scritti i pannelli indicatori dei metri e kilometri.

Anonimo ha detto...

scrivere chilometro X è l'incognita della sanità

Anonimo ha detto...

Altro ignorante al quadrato quello del 13 luglio 2025 alle ore 09:04

Anonimo ha detto...

Si noti che la bimba è stata chiamata Ginevra, proprio come la figlia della Presidente, l'entusiasmo patriottico è perciò ben giustificato e la romana chilometrica citazione è pertanto doverosa.

Anonimo ha detto...

I chilometri NON sono scritti con i numeri romani ma con 1 2 3 ecc. Solo le centinaia di metri in autostrada e sulle strade statali (sulle strade minori non vengono riportati) sono con i numeri romani. Quindi non troverai mai un cartello con scritto Km. X
Chi vuole intendere intenda

Anonimo ha detto...

Inutili discorsi da bar virtuale

Anonimo ha detto...

Tutti gli altri, in camper!

Anonimo ha detto...

Ed era così pure quando c'era LVI: niente numeri romani per le progressive chilometriche, ma solo per indicare l'anno dell'era fazista nelle date.

Anonimo ha detto...

Come se quelli da bar reale fossero migliori ...

Anonimo ha detto...

Ahahahahaahhahaah!!!
Come no? Ha parlato il Premio Nobel 2025 in segnaletica stradale.
Straza ben la patènt, veh.