Da
Carlo Soricelli , curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna
morti sul lavoro.
Come
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
e metalmeccanico in pensione volevo spiegare a chi mi conosce e
apprezza il mio lavoro volontario dei motivi del mio No al
Referendum.
Alcuni
sono proprio sul referendum. Il primo motivo è la legge chiamata
Italicum, che da un premio di maggioranza incredibile a chi prende
più voti.
Se
un partito prende anche solo il 25% dei voti ma è quello con più
voti prende la maggioranza assoluta dei seggi. Immaginate il partito
più lontano da voi, quello per cui tremate al solo pensiero che
possa prendere il potere. Questo, grazie a una maggioranza relativa,
potrebbe arrivare alla guida del paese, fare leggi per distruggere
l’unità nazionale e, attraverso questa maggioranza, eleggere
senatori, il Presidente della Repubblica, i membri della Corte
Costituzionale ecc. Tantissimi italiani non verrebbero così
rappresentati in Parlamento.
Verrà
modificato in casa del vittoria del Si?
Non
posso non ricordarmi di 'un stai sereno' riferito all’allora primo
ministro Letta.
Secondo
motivo. Il Senato non viene abolito, come in tanti auspicavano, ma
viene tolta solo la possibilità che i senatori siano eletti dai
cittadini, visto che i senatori verrebbero di fatto nominati dai
partiti politici. Il Senato esisteva già ai tempi dell’antica Roma
e già allora le classi meno abbiente eleggevano direttamente i loro
senatori. Tra l’altro il risparmio con questa riforma è irrisorio,
visto che tutta la struttura burocratica del Senato rimane. Già
questi motivi basterebbero per votare No.
Come
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
posso affermare, senza temere smentite, che la maggioranza dei morti
sul lavoro in questi nove anni di monitoraggio sono nelle piccole
aziende, tra gli agricoltori, gli artigiani e le Partite Iva. Quasi
inesistenti nelle aziende dove il Sindacato è presente. Il
disinteresse del Governo Renzi verso queste tragedie è stato totale,
se pur avvertiti con mail fin dall’insediamento della strage di
agricoltori schiacciati dal trattore delle imminenti stragi che si
verificano puntuali ogni anno, non è mai stata spesa una parola di
Solidarietà e neppure di interventi mirati per far diminuire questa
carneficina. Da quando si sono insediati il Primo Ministro Renzi, il
Ministro del Lavoro Poletti e quello delle Politiche Agricole Martina
i morti schiacciati dal trattore sono stati oltre 400, un numero
pazzesco se pensiamo che sono vite umane perse di tutte le età.
Twittano su tutto, ma mai sentito niente sui lavoratori che l’anno
scorso sono morti numerosissimi, con un incremento anche rispetto al
2008, anno d’apertura dell’Osservatorio.
Ma
quello che più mi ha inquietato di questo governo è stato il Jobs
act. Nulla di più nefasto di questa legge per i lavoratori
dipendenti che di fatto diventano tutti precari, sia i nuovi assunti
che quelli che continuano a mantenere l’articolo 18. Ne spiego i
motivi. Senza l’articolo 18, si limita di fatto la libera
iscrizione a un sindacato che non sia al servizio delle aziende. E
questo basta poco a capirlo, chi avrà il coraggio di iscriversi a un
sindacato scomodo se con una scusa (ma anche senza) può essere
licenziato? Crolleranno le iscrizioni al sindacato e con questo la
possibilità per i lavoratori di dire la loro opinione
sull’organizzazione aziendale, sulla Sicurezza, su un’ingiustizia
subita, sui salari che crolleranno. Insomma senza l’articolo 18 i
lavoratori sono alla mercé di ogni tipo di angheria. Ci sono anche
ottimi imprenditori e qui a Bologna ce ne sono tanti, ma ce ne sono
almeno altrettanti che approfitteranno di questa libertà di “fare”
per imporre tutto quello che vogliono. Lavoravo prima
dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e potrei raccontarne
tantissime su questo arbitrio che c’era sui luoghi di lavoro. Le
prossime vittime del Jobs act saranno i lavoratori non indispensabili
assunti a tempo indeterminato, in caso di crisi, vera o creata
appositamente. Saranno loro a essere licenziati per poi essere
rimpiazzati da lavoratori senza più l’articolo 18. Se poi io fossi
un Dipendente Pubblico non dormirei sonni tranquilli su questo
fronte. Con la vincita del Si questo governo si spingerà oltre e la
possibilità d’introduzione del jobs act anche per questi
lavoratori sarà nella logica delle cose.
Si,
spero proprio che questo governo cada, che questo Parlamento dominato
da lobby di ogni tipo vada a casa, che si vada finalmente alle
elezioni sperando che i lavoratori dipendenti e pensionati si
accorgano finalmente che in parlamento non hanno nessuno che li
rappresenti e li tuteli, che in questi ultimi vent’anni hanno
votato partiti e parlamentari che non hanno mai difeso i loro
interessi, che decine di milioni di voti non hanno nessuna
rappresentanza politica organizzata.
1 commento:
Come anticipato dallo stesso scrivente in premessa, l'unico motivo di diniego che riguardi il Referendum è la motivazione che non eleggeranno i senatori, (evidentemente ignora che nelle ultime votazioni c'erano liste elettorali bloccate), forse non ha compreso il tema in esame.
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