Un
lettore ha chiesto la pubblicazione dell'appello per il NO al
referendum del 4 dicembre di Raniero La Valle ( nella foto) .
Caro Bellavite, caro Roberto Mancini, carissimi della Parrocchia Romana di Santa Maria ai Monti con l'amico senatore Luigi Zanda, e Luigi Accattoli, cari amici di Lecce, di Brindisi, sarei venuto come avevo promesso da voi in quest'ultimo scorcio della campagna referendaria, se non fossi stato tradito da un dissesto molto inopportuno delle due camere, questa volta delle due camere cardiache che mi hanno fatto finire al pronto soccorso Umberto I per uno scompenso cardiaco.
Le due camere fanno tutte e due la stessa cosa, cioè irrorano tutto l'organismo di sangue fresco e vitale e permettono una vita ordinata, così come con due gambe si corre.
Ciò è quello che succede in natura e dovrebbe succedere anche nella politica almeno quando la politica si ispiri a una buona filosofia e cerchi di avvicinarsi, come diceva Aristotele, all'ordine naturale delle cose.
Nel mio caso l'ordine naturale delle due camere cardiache ha fatto venire meno, spero provvisoriamente, l'equilibrio tra la mia età e il mio lavoro aumentato in questo periodo a causa del referendum. D'altra parte i valori supremi su cui come dice una famosa sentenza della Corte si fonda la Costituzione Italiana non potevano certo consentire che si stesse a centellinare l'impegno per difenderli dopo che così sconsideratamente sono stati esposti all'abbandono con grave rischio per la pace, per la democrazia parlamentare, per i nostri figli e per gli stranieri.
In
questo momento in nome di Moro martire e di Dossetti costituente non
posso che esortare tutti al massimo impegno per il No nel
Referendum. Per fortuna io devo mettermi in disparte quando già con
tutto il movimento dei Cattolici del NO abbiamo potuto esprimere
compiutamente la nostra posizione che ci pare così limpida, morale
e politica insieme.
E
per fortuna abbiamo potuto, nel dipanarsi del ragionamento, chiarire
in tutta Italia quali avrebbero dovuto essere i titoli dei
cambiamenti proposti dai riformatori se fossero stati quelli veri; e
i titoli avrebbero dovuto essere questi:
1)
Il vero quesito: Approvate il trasferimento della sovranità dal
popolo ai mercati e il passaggio dalla difesa della Patria a quella
degli interessi? (Messina, 16 settembre).
2)
Il vero quesito: Approvate il superamento della democrazia
parlamentare? (Loppiano, 30 settembre).
3)
Il vero quesito: Approvate di spegnere la politica e non opporvi al
potere? (Matera, 7 ottobre 2016).
4)
Il vero quesito: Approvate che lo Stato sia tutto, le Regioni niente
e che uno solo decida la guerra? (Bitonto, 19 ottobre, Sesto
Fiorentino 22 ottobre).
5)
Il vero quesito: Approvate una riforma che prevede la vittoria come
il fine della politica e la società divisa in vincitori e
sconfitti? (Salerno, 7 novembre).
6)
Il vero quesito: Approvate una revisione della II parte della
Costituzione che rende la Costituzione non costituzionale? (Modena,
12 novembre).
7)
Il vero quesito: Approvate una riforma che tradisca i valori supremi
su cui è fondata la Costituzione repubblicana? (Vicenza).
E
al contempo abbiamo potuto argomentare la verità dello stesso
referendum. Ed è la verità che ci farà liberi.
Sono
anche contento che con questo mio ultimo
discorso che vi mando "
I valori supremi della Costituzione traditi dalla riforma" il
mio impegno referendario sia venuto a concludersi non il 4 dicembre
ma domenica 20 novembre. La vera data di transito infatti non è
quella da una Costituzione all'altra, ma dall'anno della
misericordia, che si è concluso il 20 novembre, a un'intera età
della misericordia che oggi si inizia. Questo avrei detto a Sotto il
Monte nel discorso per il centenario di padre David Maria Turoldo
che anche vi allego: occorre sentire che cosa ci sta dicendo questo
papa che ci arreca una nuova rivelazione di Dio, perché un Dio così
che ama tutti e perdona, tutti quando ancora siamo nel nostro
peccato lo avevamo sognato da lontano ma ancora non ce lo aveva
raccontato nessuno.
Dunque
cominciano per l'Italia e per il mondo tempi buoni e propizi.
Un
caro saluto a tutti
Raniero
La Valle
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