mercoledì 9 novembre 2016

Unicredit di Baragazza sta facendo le valigie. Dopo oltre sessant'anni la frazione rischia di perdere il suo unico sportello bancario. Raccolte centinaia di firme per sventare questa ipotesi.



Il gruppo finanziario Unicredit ha annunciato l'intenzione di chiudere definitivamente la filiale di Baragazza a partire dal prossimo 14 novembre. La chiusura rientra in un piano del gruppo che prevede la chiusura di oltre 300 sportelli bancari.
A motivare la scelta della chiusura dello sportello da parte dell'istituto bancario c'è la presenza sul territorio comunale di altri due sportelli, a Castiglione dei Pepoli e Lagaro.
Tuttavia per il paese la notizia non ha mancato di destare scalpore, nonostante le prime avvisaglie si fossero avute già questa estate, quando l'operatività della filiale era stata fortemente limitata a causa dell'assenza di personale. Il fatto che i servizi bancari siano garantiti dai primi anni cinquanta sembrava scongiurare una conclusione così drastica.

L'amministrazione di Castiglione dei Pepoli, informata pochi giorni, fa, si è immediatamente attivata richiedendo un appuntamento urgente ai vertici locali dell'istituto bancario.

I primi ad attivarsi per contestare la scelta di chiudere sono stati i cittadini di Baragazza, guidati dal presidente del Comitato di Frazione Davide Ghidone

Baragazza dal secondo dopo guerra ha avuto una banca: prima una banca di credito cooperativo, poi il Credito Romagnolo, poi Rolo Banca. L'annessione da parte di Unicredit non ha comportato riduzione delle attività, anche perché praticamente tutti da queste parti hanno i loro conto correnti lì, essendo l'unica alternativa. Questo epilogo è incomprensibile. Per non parlare del contraccolpo sul turismo della chiusura dell'unico bancomat nel raggio di chilometri”. 

Non distante da Baragazza sorge infatti il santuario della Madonna di Bocca di Rio, il secondo per importanza di tutta la diocesi bolognese.
Lo sconforto da parte dei correntisti che da sempre consideravano quella la loro banca ha spinto tanti a chiudere il conto e a cambiare istituto. Ma non tutti si sono arresi: lo stesso presidente Ghidone spiega che in pochi giorni sono state raccolte centinaia di firme da parte di cittadini che chiedono un'inversione di tendenza, firme che sono state inviate alla sede bolognese della banca. Anche perché, spiega Ghidone, le ragioni economiche sono difficili da comprendere: la raccolta di denaro non è indifferente, la sede è di proprietà, i dipendenti saranno trasferiti a Castiglione dei Pepoli. “Sembra quasi che queste chiusure più che una scelta economica vogliano essere un messaggio da parte del management – conclude Ghidone - che però dovrebbe valutare che così facendo si stravolge la vita di una comunità”.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

tutti quei piccoli sportelli bancari nei piccoli paesi dovrebbero chiudere perchè non servono a niente, nemmeno alle piccole comunità.

Anonimo ha detto...

Positiva la chiusura soprattutto per le casse della banca.