sabato 6 febbraio 2016

L'AER: "No allo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale. Non definanziare, non privatizzare, ma investire!"



Il gruppo consiliare regionale di l’Altra Emilia Romagna ha inviato:


E' in corso una strisciante privatizzazione del sistema sanitario, senza che nessuno ne discuta". “Chi ha i soldi e un buon reddito va ormai dal privato, tanto non perde tempo; chi non ha i soldi in tasca tende a non poter accedere alle prestazioni del servizio sanitario" per le carenze provocate dai tagli che creano file di attesa lunghissime. Non è un pericoloso bolscevico ad aver lanciato stamattina questo allarme sulla sanità pubblica, ma Pier Luigi Bersani del Partito Democratico cioè lo stesso partito che tramite il premier Matteo Renzi sta dando il colpo finale ad un sistema universalistico e di ottima qualità un tempo orgoglio degli italiani. Bersani ha anche osservato che si stanno sviluppando “meccanismi di natura contrattuale dove sostanzialmente si chiama integrativo quello che via via diventa sostitutivo o che è comunque concorrenziale alle strutture pubbliche che andranno comunque mantenute e quindi noi avremo un incremento nella composizione pubblico-privato e nella spesa sanitaria micidiale" aggiungendo come chiosa finale che davanti a questo disastro “i presidenti delle Regioni non aprono bocca". In effetti il renziano di ferro Stefano Bonaccini ha già fatto capire che per lui la strada da intraprendere è quella di una progressiva privatizzazione, anche se non lo dice chiaramente per non perdere consensi elettorali. In un’intervista recente al Sole 24 Ore ha infatti dichiarato: “Dovremmo (noi Governatori ndr) costituire una regia pubblica e contribuire, anche finanziariamente, a fondi misti: penso a tutto il socio-sanitario, alla non autosufficienza, dove la spesa privata è in forte crescita e spesso affidata al fai-da-te. Penso al “badantato” e al privato sociale. Possiamo continuare a non occuparcene? In Emilia-Romagna, questo tema c’è. Credo che discuterne nella Conferenza possa portare spunti di riflessione e poi operativi di grande portata. Con il pubblico che governa i processi e i cambiamenti”, e il privato che si arricchisce alle spalle dei cittadini, aggiungiamo noi.
Il convegno “Contro lo smantellamento del SSn non definanziare, non privatizzare, ma investire!” organizzato dal gruppo assembleare regionale de l’Altra Emilia – Romagna in collaborazione con il M5S ha visto nella giornata di oggi alternarsi esperti e lavoratori della sanità che hanno illustrato il modo in cui il Governo con la silenziosa complicità dei presidenti di Regione sta operando per distruggere un sistema basato sull’universalismo per soppiantarlo con un sistema alla statunitense basato sulle assicurazioni private. Bonaccini ha il coraggio di sostenere che il mancato finanziamento del Fondo sanitario nazionale non è un taglio, ma solo “un mancato incremento” fingendo di non sapere che se le risorse non sono adeguate ai bisogni espressi dalla popolazione bisogna necessariamente tagliare i servizi per far tornare i conti. Nella tabella seguente si evidenzia come la crescita della spesa sanitaria non sia pari alla crescita della popolazione in regione.




La tabella seguente mostra invece come il Fondo sanitario non abbia neanche coperto l’aumento dell’inflazione in questi ultimi otto anni.



In sostanza in questi ultimi anni, mancando le risorse, sono mancati del tutto gli investimenti:





I costi per i servizi appaltati ai privati sono in costante aumento:


Ma forse non ancora abbastanza per il presidente Bonaccini che non perde occasione per ricordare che intende promuovere l’istituzione di un fondo regionale per la sanità integrativa per l’erogazione di prestazioni, per adesso solo quelle extra LEA.






Questo convegno nasce dall’urgenza di mettere in guardia i cittadini emiliano – romagnoli dalla strisciante privatizzazione della sanità che Renzi e Bonaccini stanno portando avanti in modo subdolo, ognuno per quel che gli compete, in modo che abbiano le conoscenze per opporsi a questo sciagurato disegno”. Così Piergiovanni Alleva ( nella foto) capogruppo regionale de l’Altra Emilia Romagna apre i lavori del convegno “Contro lo smantellamento del SSn non definanziare, non privatizzare, ma investire!” svoltosi venerdì 5 febbraio 2016 all’Auditorium della Regione.
Se la sanità non sarà più assicurata a tutti come prescrive l’ art. 32 della Costituzione perché nel concreto fasce crescenti della popolazione ne sono escluse, per le lunghissime file d’attesa o perché non possono permettersi di pagare i ticket – osserva Alleva - la soluzione sarà di tipo privatistico in particolare assicurativo. Questa purtroppo è già la realtà, non una critica o un sospetto. Nonostante, a differenza di quello che dice la propaganda, l’Italia è in linea con il resto d’Europa sulla spesa sanitaria, e anzi spende di meno di altri Paesi che hanno una sanità di qualità peggiore”. Quello che è emerso dal convegno è l’enorme discrepanza tra quello che afferma la Regione e quello che riportano gli operatori che lavorano giornalmente nei reparti ospedalieri e nelle strutture territoriali. Fabio Maria Vesta della FIMMG ha lanciato il grido d’allarme dei medici di base che segnalano alla Regione l’inadeguatezza del decreto sul taglio delle prescrizioni specialistiche e chiedono che si ritorni alla condivisione delle scelte. “Per evitare le sanzioni – ha affermato Vespa – i medici saranno costretti a prescrivere esami che ritengono necessari sul foglio bianco invece che tramite ricetta rossa e dunque i cittadini dovranno sostenere l’intero costo della prestazione di tasca loro privatamente”. Anche la “razionalizzazione” che la Giunta ha promosso tramite l’assessore Venturi lascia molto a desiderare gli operatori della sanità, sempre perché non si è voluto ascoltare i diretti interessati. Secondo Sandro Macchia dell’ANAAO Assomed ad esempio il taglio di reparti ed ospedali ha colpito anche realtà dove quei servizi erano invece necessari, ad esempio a Faenza dove il taglio del reparto di Pediatria farà sì che i bambini verranno ricoverati con gli adulti nonostante abbiano esigenze e problematiche molto diverse. “Non capisco neanche perché la Regione insiste con il blocco del turn over che è imposto solo alle regioni sottoposte ai piani di rientro e non assume” conclude Macchia.
I sindacati confederali, consapevoli del pericolo di una privatizzazione massiccia, hanno mostrato di non essere disposti a cadere nella trappola del governo che appoggia le associazioni datoriali che vogliono sostituire gli aumenti salariali contrattuali con il welfare aziendale. “I fondi integrativi – ha detto Marco Blanzieri della Fp Cgil devono essere integrativi e non sostitutivi della sanita pubblica” mentre Enrico Bassani della Cisl ha lamentato che il Governo e la Regione rifiutano il confronto con le parti sociali riguardo il riordino del sistema sanitario che sta tagliando i posti di lavoro”
Insomma, conclude Alleva, se si ascolta la Giunta in Commissione sanità pare che tutto vada bene e sia tutto perfetto mentre la realtà è un’altra e la Giunta e il Consiglio farebbero bene a prenderne atto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dai grafici pubblicati constato con stupore che la regione ER spende per il personale e le consulenze solo la metà del proprio bilancio, anche se lo stipendio medio risulta altino….
Veramente atipico per l’Italia. Un buon ente pubblico o partecipato italiano storicamente deve spendere per il personale almeno il 90% del proprio bilancio (e con i contributi INPDAP a carico dell’INPS).
Poi, andiamo, lasciare i politici senza fondi per gestire gli investimenti… aumma, aumma, ….ma come si fa?

Nonostante tutti i bilanci siano fasulli e rigirabili come le frittate, un plauso a questo signore, che almeno li ha pubblicati.

Anonimo ha detto...

Sanità, in 10 anni spesa per personale su del 17,9%

L’Emilia Romagna con i suoi 2,9 miliardi è al secondo posto dopo la Lombardia.