mercoledì 2 gennaio 2019

Report morti sul lavoro nel 2018 dell'Osservatorio Indipendente di Bologna.

di Carlo Soricelli
Sono 703 i morti sui luoghi di lavoro (tutti registrati in apposite tabelle Excel). Con i morti sulle strade e in itinere, considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro arriviamo a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio, che monitora in appositi file tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non assicurati INAIL e tutti quelli che non dispongono di un’assicurazione. Ogni giorno, da quell’anno i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima. Da quell’anno, con oltre 15000 morti sul lavoro è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi. Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008 registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti). Le categorie che hanno nel 2018 il maggior numero di morti sono: L’agricoltura che ha da sola il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni), in questa categoria è allucinante aver ben 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone schiacciati: a questi poi, occorrerebbe aggiungerne molti altri incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. E nessuno che ha fatto niente neppure quest’anno per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma niente, la vita di chi lavorano non conta niente per i governi che si sono succeduti alla guida del paese. I ministri che si sono succeduti alle Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori. La seconda categoria con più morti è l’edilizia che ha con il 15,2% tutti i morti sui luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017. Gli autotrasportatori, li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di categorie diverse. Sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro. L’industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti sul lavoro. Queste categorie, pur avendo milioni di addetti ha percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che riesca a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul lavoro. Sono quasi tutti lavoratori che lavorano in appalto a morire per infortuni: dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende stesse. Anche i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza e nessuno che li controlla. Una miriade di altre professioni hanno morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese, artigiani che lavorano per conto terzi. Ma ricordiamoci anche degli otto carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche “spariscono”. Tutte le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore, e tanti altri, non essendo assicurati all’INAIL spariscono dalle statistiche delle morti sul lavoro e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo vergognarci per le dimensioni, molto più lieve. Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, percentualmente a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare: Quasi sempre precari costretti a svolgere lavori pericolosi. Ma è impressionante l’età delle vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i 20 e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale impressionante. Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs act hanno contribuito a far morire diversi lavoratori in più. Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani, e l’articolo 18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più retriva degli industriali per tutti i nuovi assunti, ha fatto aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo, prima delle elezioni avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e Jobs act. Non sono state toccate. Come potete vedere nel report le Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Campania e l’Emilia Romagna. Non a caso tre di queste 4 Regioni invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie: ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane. Le province con più morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di Salerno con 20 morti, di Torino con 19 morti, una città che ha avuto una delle tragedie più grandi sul lavoro: quella della Thyssenkrupp dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori arsi vivi: l’Osservatorio fu aperto proprio in seguito a quella tragedia ed è dedicato a quelle vittime. Seguono la provincia di Verona con 18 morti sui luoghi di lavoro, Napoli con 17 morti, poi a scalare come potrete vedere nel report. Benevento (dove sono nato) e poche altre, le provincie che non hanno avuto morti per infortuni sui luoghi di lavoro, e di questo sono contento. Si chiamava Ugo Panzanella l’ultimo morto per infortunio del 2018. Era un meccanico di 75 anni: era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stava tagliano con un frullino una vecchia cisterna che è esplosa ed è morto dopo quasi due mesi di atroci sofferenze all’ospedale Grandi Ustionati di Cesena il 30 dicembre. Per chi volesse avere notizie più specifiche sulla situazione della propria provincia può contattare Carlo Soricelli. Ci auguriamo che il 2019 sia un anno migliore e che la politica e il Governo cominci finalmente ad occuparsene. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro


L’unico sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero
Morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018
Sono ben 98 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del nuovo governo, e 149 nel 2018. Sette morti in più causati dal trattore rispetto all’intero 2017.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i 1450 complessivi
  MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle province italiane. Non segnalati nelle Province e Regioni i morti in autostrada chi lavorava all’estero e i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.


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Report morti sul lavoro nell’intero 2017
Nel 2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono stati 634, oltre 1350 con le morti per infortunio con i mezzi di trasporto.
Il 1° gennaio 2018 l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha compiuto 10 anni, da quell’anno i morti per infortunio sul lavoro sono costanti, in molti anni addirittura aumentati. È nato poche settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino ed è dedicato a quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre 1.500.000 di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità.
Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio dell’anno al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 634 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1350 morti complessivi. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultrasessantenni. Anche il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza appello, ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, sono così tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche.
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Le morti verdi provocate dal trattore
Strage verde sui campi
Nel 2017 sono morti schiacciati dal trattore 139 agricoltori, ma occorre aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e oltre 1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio.
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico.


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