di
Carlo Soricelli
Sono
703 i morti sui luoghi di lavoro (tutti registrati in apposite
tabelle Excel). Con i morti sulle strade e in itinere, considerati
dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro arriviamo a oltre
1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando
il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio, che monitora in
appositi file tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non
assicurati INAIL e tutti quelli che non dispongono di
un’assicurazione. Ogni giorno, da quell’anno i lavoratori morti
sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della
tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale,
professione, età e nazionalità della vittima. Da quell’anno, con
oltre 15000 morti sul lavoro è come se fossero spariti gli abitanti
di una cittadina come Sasso Marconi. Rispetto al 2017 registriamo un
aumento del 9,7%. Rispetto al 2008 registriamo un aumento del 9,4% (e
tutti gli anni parlano di cali inesistenti). Le categorie che hanno
nel 2018 il maggior numero di morti sono: L’agricoltura che ha da
sola il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti
gli anni), in questa categoria è allucinante aver ben 149
agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone
schiacciati: a questi poi, occorrerebbe aggiungerne molti altri
incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade
dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. E nessuno che ha
fatto niente neppure quest’anno per arginare e informare sulla
pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi
per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma niente, la
vita di chi lavorano non conta niente per i governi che si sono
succeduti alla guida del paese. I ministri che si sono succeduti alle
Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre
e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono
impregnati del sangue dei nostri agricoltori. La seconda categoria
con più morti è l’edilizia che ha con il 15,2% tutti i morti sui
luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi
dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto
al 2017. Gli autotrasportatori, li monitoriamo tutti assieme, anche
se fanno parte di categorie diverse. Sono percentualmente il 12,1% di
tutti i morti sul lavoro. L’industria, di tutte le categorie
(esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti
sul lavoro. Queste categorie, pur avendo milioni di addetti ha
percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato
forte che riesca a dialogare e a far rispettare più di altri
comparti la Sicurezza sul lavoro. Sono quasi tutti lavoratori che
lavorano in appalto a morire per infortuni: dipendenti di altre
aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende
stesse. Anche i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori
figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in
insicurezza e nessuno che li controlla. Una miriade di altre
professioni hanno morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe
lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese,
artigiani che lavorano per conto terzi. Ma ricordiamoci anche degli
otto carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro
funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche
“spariscono”. Tutte le Forze Armate, i Vigili del Fuoco,
innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero,
tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore, e tanti altri, non
essendo assicurati all’INAIL spariscono dalle statistiche delle
morti sul lavoro e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo
vergognarci per le dimensioni, molto più lieve. Gli stranieri morti
sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, percentualmente a
causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori
pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora
svolgono pur di poter lavorare: Quasi sempre precari costretti a
svolgere lavori pericolosi. Ma è impressionante l’età delle
vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i 20 e
trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti
sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in
itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale
impressionante. Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il
Jobs act hanno contribuito a far morire diversi lavoratori in più.
Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani, e l’articolo
18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più
retriva degli industriali per tutti i nuovi assunti, ha fatto
aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi
si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere
licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo,
prima delle elezioni avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e
Jobs act. Non sono state toccate. Come potete vedere nel report le
Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la
Campania e l’Emilia Romagna. Non a caso tre di queste 4 Regioni
invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena
autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni
l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo
che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie:
ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane. Le province
con più morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di
Salerno con 20 morti, di Torino con 19 morti, una città che ha avuto
una delle tragedie più grandi sul lavoro: quella della Thyssenkrupp
dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori arsi vivi:
l’Osservatorio fu aperto proprio in seguito a quella tragedia ed è
dedicato a quelle vittime. Seguono la provincia di Verona con 18
morti sui luoghi di lavoro, Napoli con 17 morti, poi a scalare come
potrete vedere nel report. Benevento (dove sono nato) e poche altre,
le provincie che non hanno avuto morti per infortuni sui luoghi di
lavoro, e di questo sono contento. Si chiamava Ugo Panzanella
l’ultimo morto per infortunio del 2018. Era un meccanico di 75
anni: era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stava tagliano
con un frullino una vecchia cisterna che è esplosa ed è morto dopo
quasi due mesi di atroci sofferenze all’ospedale Grandi Ustionati
di Cesena il 30 dicembre. Per chi volesse avere notizie più
specifiche sulla situazione della propria provincia può contattare
Carlo Soricelli. Ci auguriamo che il 2019 sia un anno migliore e che
la politica e il Governo cominci finalmente ad occuparsene. Carlo
Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
L’unico
sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul
lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero
Morti
sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018
Sono
ben 98 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del
nuovo governo, e 149 nel 2018. Sette morti in più causati dal
trattore rispetto all’intero 2017.
N.B
i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI
LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti
che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono
conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i
morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i
1450 complessivi
MORTI
SUI LUOGHI DI LAVORO nelle province italiane. Non segnalati nelle
Province e Regioni i morti in autostrada chi lavorava all’estero e
i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto
che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e
mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.
Lombardia
73 Milano (13), Bergamo (9), Brescia (10), Como (5), Cremona
(4), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (10), Monza Brianza (7), Pavia (4),
Sondrio (7), Varese (1) VENETO 69 Venezia (12), Belluno
(6), Padova (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza
(10). CAMPANIA 56 Napoli (18), Avellino (5), Benevento (),
Caserta (13), Salerno (20). EMILIA ROMAGNA 54 Bologna (7),
Rimini (1). Ferrara (10) Forlì Cesena (6) Modena (8) Parma (5)
Ravenna (5) Reggio Emilia (4) Piacenza (6) PIEMONTE 53Torino (19),
Alessandria (8), Asti (9), Biella (2), Cuneo (8), Novara (2),
Verbano-Cusio-Ossola (3) Vercelli (2) TOSCANA 49 Firenze
(5), Arezzo (9), Grosseto (3), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara
(6), Pisa (8), Pistoia (4), Siena (6) Prato (1). SICILIA
43 Palermo (9), Agrigento (7), Caltanissetta (3), Catania (7),
Enna (3), Messina (4), Ragusa (3), Siracusa (2), Trapani
(5) CALABRIA 30 Catanzaro (6), Cosenza (10), Crotone
(9), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3) LAZIO 29 Roma (10),
Viterbo (4) Frosinone (6) Latina (6) Rieti (3). PUGLIA 28 Bari
(6), BAT (1), Brindisi (2), Foggia (6), Lecce (8) Taranto (5)
ABRUZZO 26 L'Aquila (7), Chieti (7), Pescara (3) Teramo (8) )
TRENTINO ALTO ADIGE 21Trento (13), Bolzano (8)LIGURIA 19 Genova (11),
Imperia (1), La Spezia (4), Savona (3) SARDEGNA 14Cagliari (3),
Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (3), Ogliastra (),
Olbia-Tempio (3), Oristano (1), Sassari (4). Sulcis iglesiente()
MARCHE 14 Ancona (4), Macerata (3), Fermo (1), Pesaro-Urbino (),
Ascoli Piceno (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 12Trieste (), Gorizia
(1), Pordenone (3), Udine (7). UMBRIA 12 Perugia (5) Terni
(7).BASILICATA 8 Potenza (6) Matera (2) Molise 6 Campobasso
(5), Isernia (1) .VALLE D’AOSTA(1)
Report
morti sul lavoro nell’intero 2017
Nel
2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di
lavoro sono stati 634, oltre 1350 con le morti per infortunio con i
mezzi di trasporto.
Il
1° gennaio 2018 l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha
compiuto 10 anni, da quell’anno i morti per infortunio sul lavoro
sono costanti, in molti anni addirittura aumentati. È nato poche
settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino ed è dedicato a
quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre
1.500.000 di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci
anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità.
Report
morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio
dell’anno al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 634
lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di
trasporto, si superano i 1350 morti complessivi. La Legge Fornero ha
fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultrasessantenni. Anche
il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza appello,
ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si
oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per
infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, sono così
tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno
dalle statistiche.
Aperto
il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di
Torino morti poche settimane prima
Le
morti verdi provocate dal trattore
Strage
verde sui campi
Nel
2017 sono morti schiacciati dal trattore 139 agricoltori, ma occorre
aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati trasportati a
bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati
da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e
oltre 1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio.
Molte
delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha
colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni
industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico.
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