Il
consigliere regionale interviene sull’impianto di risalita verso
Doganaccia sul versante toscano: “Dalla società incaricata
progetti diversi da quelli già concordati col Comune di Lizzano e le
due Regioni. Procedere nel rispetto dell’accordo di programma”
Marco invia:
Michele
Facci (Misto-Mns)
“La
società Terre.it srl, incaricata ai lavori per il collegamento
tra le stazioni sciistiche di Corno alle Scale e della Doganaccia,
nel versante toscano, sta mettendo in discussione una parte delle
decisioni tecniche e politiche approvate dall’accordo definitivo
tra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana. E rischia di rallentare e
ostacolare il cronoprogramma fin qui faticosamente elaborato ed
approvato per questa opera fondamentale dal punto di vista
turistico”. A chiedere urgentemente l’intervento della Giunta,
tramite un’interrogazione a risposta orale, è il consigliere
Michele
Facci (Misto-Mns).
Tra
gli interventi previsti dall’accordo ‘per il sostegno e la
promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco
emilianoromagnola’, approvato dalla Regione con una delibera il
6 novembre 2017- scrive Facci nell’atto ispettivo- c’è il
collegamento tra le stazioni sciistiche di Cutigliano
(Doganaccia) e Corno alle Scale, per un importo di 5 milioni e
500 mila euro sul versante emiliano. “Un impianto di risalita
fondamentale per arricchire l’offerta turistica – prosegue Facci
– soprattutto durante i mesi estivi, che garantisce più
agevolmente il raggiungimento del crinale anche da parte di persone
con difficoltà motorie. E, in relazione al collegamento, il
Comune di Lizzano in Belvedere aveva inviato alla Regione la propria
‘Relazione tecnica descrittiva dell’intervento e dei
sub interventi – Stralci attuativi con quadro economico e
piano dei costi”.
“Tuttavia
– continua Facci – in occasione della discussione di
approfondimento per la redazione del masterplan commissionato
dalla Regione, tenutasi il 10 gennaio, i tecnici incaricati
della società Terre.it srl hanno inspiegabilmente elaborato una
serie di diverse proposte progettuali di intervento. Disattendendo
quindi le volontà e gli accordi già previsti dal programma e, nello
specifico, la scelta operata dalla stazione appaltante di
Lizzano in Belvedere. Per questo la società, senza averne alcun
titolo, sta rimettendo in discussione decisioni
tecnico-politiche già assunte. E ciò è gravemente lesivo delle
prerogative e delle attribuzioni degli altri soggetti interessati
dall’accordo di programma sottoscritto”.
Per
questo Facci chiede alla Regione “se è a conoscenza della
situazione sopra esposta, che giudizio ne dia e quali
iniziative intenda assumere in via di urgenza, al fine di
evitare che vi siano altri impedimenti e ostacoli alla
realizzazione del fondamentale collegamento”.
(Stefano
Chiarelli)
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