L’Unione
dei comuni chiede che ' la riforma della legge che sostiene le attività
commerciali nei piccoli centri utilizzi come indicatore identificativo la
dimensione demografica della frazione e non del comune di
appartenenza'.
E' al vaglio del consiglio regionale la legge relativa agli interventi nel commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori e l'Unione chiede che si tenga conto della dimensione demografica delle singole frazioni e non quella dei comuni di riferimento.
La
legge si propone infatti la promozione delle attività commerciali
favorendo la distribuzione su tutto il territorio regionale, con un
occhio di riguardo per le imprese di piccole e medie dimensioni che
con la loro presenza rappresentano una salvaguardia per i centri
storici e i piccoli borghi.
Tra
le novità che la riforma dovrebbe introdurre c’è
l’eventualità di sostenere attività economiche, piccole botteghe
e negozi nei comuni con meno di 3000 abitanti, ed è su questo punto
che l’Unione, per tramite di Alessandro Santoni, sindaco di
San Benedetto Val di Sambro, ha chiesto un intervento. Se infatti
l’idea di intervenire per sostenere il commercio nelle piccole
frazioni è condivisibile, non lo è quella di usare come indicatore
il numero complessivo di abitanti del comune: in
questo modo infatti vengono tagliate fuori piccole frazioni abitate
da poche centinaia di abitanti solo perché fanno parte di un comune
più ampio. Il caso di San Benedetto è eloquente, visto
che il comune ha sì complessivamente circa 4200 abitanti, ma
ripartiti in nove frazioni, che però verrebbero tutte escluse dai
benefici di legge. E quello di San Benedetto è solo un esempio,
perché riguarda tante frazioni diffuse in tutto l’Appennino
bolognese, visto che 8 comuni su 10 hanno molte piccole frazioni ma
complessivamente più di 3000 abitanti.
Spiega
Alessandro
Santoni “Se
non facciamo qualcosa per incentivare le attività produttive e i
commercianti a presidiare queste zone, le condanniamo ad un forte
calo demografico che nel lungo periodo può avere conseguenze gravi
per esempio sulla manutenzione e la conservazione del nostro
Appennino. Tuttavia,
siamo convinti che legare il tetto demografico alla dimensione
comunale sia una scelta fallace: quello
che chiediamo pertanto è che, in caso di approvazione di leggi che
sostengano i centri abitati più piccoli, queste
tengano conto non della dimensione complessiva del comune, ma della
estensione della frazione o del borgo”.
L’Unione
si dice sicura che, entrando
nel merito, i tecnici regionali saranno in grado di individuare gli
indicatori puntuali per identificare tali aree, con la collaborazione
dei comuni interessati.
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