Il professor Sansavini |
Il
progetto per l 'associazione e marchio della Mela Rosa Romana
dell'Appennino procede a grandi passi. Il professor Silviero
Sansavini dell'Università di Bologna, cui fa capo, ha inviato un
documento di sintesi del lavoro svolto e delle possibili iniziative
per procedere al raggiungimento dell'obiettivo. I dottori Gregori e
Buscaroli con Sansavini stanno individuando e valutando le varietà
di Rosa romana reperite su esemplari storici di melo nelle zone di
Riola, Porretta, Gaggio Montano, Castel di Casio e San Benedetto Val
di Sambro effettuando confronti con i cloni di varie rose della
pianura bolognese. Per ora i tre ricercatori hanno certezze solo di
tre varietà; la rosa romana, la rosa romana gentile e la rosa
nostrana. Per la parte biotecnologica il professor Dondini e la
dottoressa Alessandri hanno prelevato le foglie per le analisi del
DNA di una trentina di alberi di siti distinti: le analisi con i
marcatori molecolari e le relative comparazioni saranno rese note
appena disponibili.
Il
gruppo ha già individuato altre possibili ricerche e ambiti di
studio che vanno dalle valutazioni sul succo di mela e dei possibili
mixage varietali, alle valutazioni degli aromi dei polifenoli e dei
micronutrienti presenti nella varie Rose e infine al coinvolgimento
di un economista esperto di marketing per la registrazione e
promozione del marchio, le possibili azioni di mercato e il
coordinamento della filiera. Il professor Sansavini non ha mancato di
sottolineare quanto l'entusiasmo e l'impegno del gruppo di operatori
dell'Appennino, estimatori della Rosa Romana, abbiano convinto il
gruppo di ricercatori dell'Università ad aiutarli, concludendo
comunque che servirà un grosso lavoro di squadra per far recuperare
valore e redditività alla Mela Rosa e ai potenziali nuovi impianti
di Rosa nell'Appennino.
Contini e Carboni mostrano il succo di Rosa Romana. |
Fra
gli operatori locali c'è molta attenzione e speranza. Punti di
riferimento organizzativo e aggregativo, Antonio Contini e Antonio
Carboni di Riola che, con convinzione e determinazione, continuano il
lavoro sulla importante novità, ripetendo sempre che questa idea è
partita da una intuizione del compianto Pietro Vicinelli, che ha
saputo per primo convincere tanti della validità del recupero di
questo frutto dall'aroma e dal sapore inconfondibili. Egli seppe
anche iniziare la produzione del succo di Mela Rosa, recandosi
personalmente in Trentino dove esperienze del genere erano state
fatte su altre specie di mele. “Proprio nel solco del suo grande
entusiasmo continuiamo,” ha detto Contini, “ sicuri di
raggiungere grandi obiettivi con risvolto economici interessanti.
Stiamo preparando un prossimo convegno cui inviteremo l'assessore
regionale di riferimento, operatori bancari e i 150 amici che già
con Vicinelli, avevano manifestato interesse per l'iniziativa. In
quella sede speriamo di ottenere risposte concrete su possibili
sostegni al nostro lavoro. Noi ce la stiamo mettendo tutta, “ ha
concluso.
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