lunedì 13 novembre 2017

Camugnano ha il museo del Carraio

Inaugurato a Camugnano un museo dedicato ai macchinari novecenteschi per la costruzione e la manutenzione dei carri, ospitato negli affascinanti spazi del Palazzo Comelli

Riceviamo:

È stato inaugurato sabato scorso a Bargi di Camugnano il “Museo del Carraio”, collocato in una sala di Palazzo Comelli. La raccolta di attrezzature che testimonia la storia dell’Appennino e 'il saper fare' dell'uomo, è stata donata da Giuseppe Gandolfi ( nella foto taglia il nastro alla presenza del sindaco di Camugnano, Alfredo Del Moro), che con la sorella Paola non ha voluto disperdere gli attrezzi e i manufatti appartenuti al padre, Enrico, ultimo grande 'mastro carraio' che ha operato nella valle del Reno.

Giuseppe, tradendo un po’ di comprensibile commozione, ha raccontato come suo padre avesse amato sin da piccolo i carri, i mezzi di locomozione più diffusi all’inizio del secolo scorso. Non avendo le possibilità economiche per comprare gli attrezzi necessari a costruirli, con quell’ingegno tipico di chi cresce in aree economicamente svantaggiate (la famiglia Gandolfi viene da Santa Maria Villiana, vicino Gaggio Montano), si era ingegnato per costruirsi da solo gli attrezzi . Con gli anni poi la sua passione e il suo talento erano stati ripagati, poiché i suoi carri erano divenuti talmente noti da riportare incisa una firma stilizzata (quella che oggi definiremmo logo). 

Gandolfi ha anche ricordato come i contadini, quando non erano in grado di comprare un carro intero, si limitavano all'acquisto delle parti più pregiate del carro, non realizzabili dal profano, come le ruote, arrangiandosi poi da soli per il resto. Il padre capiva e accettava di vendere loro solo alcuni pezzi . Altro pregio che Giuseppe ha ricordato del padre Enrico, la sua profonda conoscenza degli alberi: a seconda del luogo in cui erano cresciuti e all’esposizione solare ricevuta, sapeva indicare il miglior utilizzo del legno, se più adatto a costruire una ruota, un asse del carro o una porta.
Dopo la seconda guerra mondiale il mestiere di carraio è progressivamente scomparso e il maestro “carraio” Enrico Gandolfi si era adattato a fare il falegname. 

Oggi parte di quegli strumenti, unici per originalità, utilizzati per realizzare e manutenere carri e carrozze - torni a pedali, trapani, metri, livelle – sono visibili in una sala allestita nell’affascinante palazzo settecentesco Comelli a Bargi, non distante dal lago di Suviana. Una tappa in più per i turisti che frequentino l'accogliente e interessante Appennino bolognese.

Durante l’inaugurazione è intervenuto Tiberio Rabboni ( al centro nella foto) , presidente del GAL dell’Appennino bolognese, che ha sottolineato quanto Palazzo Comelli rappresenti un elemento chiave non solo per la memoria, ma anche per il futuro dell’Appennino bolognese che con i suoi itinerari turistici sempre più deve integrare l’offerta della città di Bologna.


Palazzo Comelli

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