martedì 14 novembre 2017

I treni non vanno perchè nevica in Appennino, non è colpa dei pendolari, non è colpa della neve, è colpa dei treni fatiscenti.

di Valerio Giusti
Comitato per la Ferrovia Porrettana 
 
Lunedì scorso, 13 novembre, la linea ferroviaria Porrettana è stata chiusa perché un albero è caduto su un treno e sono occorse quasi tre ore per ripristinare la linea. Un evento eccezionale causato dalle intemperie o disservizio inevitabile causato dalla mancanza di manutenzione e controllo della vegetazione lungo la linea ferroviaria?
Entrambe le cose, forse, ma occorre capire come fare perché situazioni simili non si ripetano in quanto d’inverno, notoriamente, sull’Appennino nevica e abbonda il gelo e i cittadini non possono subire tali disservizi nemmeno abitassero in Alaska o in Lapponia.
 
Occorre dare atto che RFI è intervenuta tempestivamente ed efficacemente per ripristinare e riaprire la linea prima delle 18, ma occorre pure sottolineare la necessità di prevedere un servizio sostitutivo di autobus quando capitano queste emergenze perché non è possibile lasciare i viaggiatori in mezzo la strada.
In realtà, a metà giornata, un paio di bus sono stati “reperiti” per coprire la tratta Bologna-Marzabotto, ma mancavano informazioni della loro presenza, a che ora passavano e dove sostavano proprio perché manca un preciso “protocollo di intervento” che preveda tale eventualità e contempli modalità precise di svolgimento.
Molti abitanti della Valle del Reno avevano deciso di rinunciare al mezzo proprio per paura della neve e poteva essere una grande occasione per valorizzare e rilanciare il trasporto pubblico collettivo, diventato meno competitivo e lento (i treni impiegano 70 minuti per percorrere 56km da Porretta a Bologna), ma più sicuro e confortevole  quando non si ha la sfortunata disgrazia di beccarsi i vecchi “Ale” e gli indecenti “Vivalto di prima generazione” dotati di un impianto di riscaldamento/condizionamento scellerato e con le porte che si rompono creando ritardi e ulteriori disservizi.
Passata la brutta giornata di neve bagnata, gli utenti della linea ferroviaria Porrettana pensavano di ritornare alla normalità ma qui casca l’asino !!! I viaggiatori che hanno preso il treno 11563 delle 7:34 per Marzabotto hanno trovato un vecchio Ale che ha impiegato 37 minuti per arrivare, appunto, a Marzabotto.
In una linea prevalentemente monobinario ciò ha causato ritardi a catena:
  • Treno 11470 delle 7:18 da Porretta, ritardo di 27 minuti;
  • Treno 11614 delle 7:50 da Porretta, ritardo di 10 minuti;
  • Treno 6343 delle 8:04 da Bologna, ritardo di 36 minuti.
Inutile ricordare e rimarcare, ancora una volta, i disagi e i danni arrecati ai viaggiatori che sono arrivati in ritardo sui luoghi di lavoro e studio e a coloro che hanno perso la coincidenza per altre città perdendo i soldi delle prenotazioni.
Un vero peccato anche perché, a partire dal mese di ottobre, c’era stato assicurato che sulla linea Porrettana non sarebbero più transitati vecchi treni inidonei a garantire un efficace e soddisfacente servizio ferroviario e invece pare che la promessa non sia stata mantenuta. Così come non riusciamo a spiegarci l’impossibilità di garantire emettitrici efficienti nelle stazioni obbligando gli utenti a continue discussioni coi capitreno per non farsi appioppare la multa/penale di 5 euro.





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