Il
Gruppo Consiliare “Sasso Marconi, la città che vogliamo” scrive:
Considerato
il vergognoso comportamento messo in atto da un giocatore del “65
Futa” durante l’incontro sportivo tenutosi domenica 12 Novembre
sul campo calcistico di Marzabotto, quando esibendo una maglietta con
il simbolo della Repubblica Sociale Italiana
e alzando il braccio teso, ha offeso nel profondo dei suoi
valori la comunità di Marzabotto e le altre comunità dell’Appennino
Emiliano che furono teatro delle stragi nazifasciste passate alla
storia come eccidio di Monte Sole
Tenuto
conto delle inconsistenti motivazioni fornite dagli ideatori di
questi episodi, purtroppo non isolati nel panorama italiano di questi
ultimi mesi
Considerata
l’ondata di odio scaturita da questi e altri episodi e scatenata da
gruppi organizzati con espliciti atteggiamenti apologeti del
ventennio fascista e di istigazione all’odio razziale
Considerata
la natura chiara e inequivocabile dei fatti sopra menzionati che,
oltre ad offendere i valori dell’antifascismo, della pace e della
democrazia costituiscono reato e sono perseguibili penalmente in base
a due leggi dell’ordinamento italiano
Il
Gruppo consiliare “Sasso Marconi, la città che vogliamo”:
- condanna con fermezza questi episodi
- esprime piena solidarietà alla comunità di Marzabotto, al suo Sindaco, alle altre comunità teatro delle stragi e alle associazioni dei Familiari delle vittime degli eccidi nazifascisti
- avverte con profonda preoccupazione la presenza e la diffusione di orientamenti neofascisti portati avanti da gruppi organizzati, a volte ben conosciuti e visibili
- afferma la necessità impellente di combattere tali fenomeni con lo strumento della memoria e della diffusione della cultura della pace, della tolleranza, della democrazia e della conoscenza dei valori fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione
- auspica una efficace e pronta applicazione delle leggi previste nel nostro ordinamento per perseguire coloro che siano riconosciuti colpevoli dei reati di apologia di fascismo e istigazione all’odio razziale
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