Il
consigliere regionale di M5S Giulia Gibertoni ha presentato una
interrogazione sul pesticida più utilizzato in agricoltura,
potenzialmente pericoloso per la salute umana e sulla tossicità del quale l’istituto
di ricerca bolognese sta portando avanti un complesso studio di verifica. "Evitare che UE rinnovi licenza per altri 10
anni”.
Riceviamo:
“La
Regione sostenga lo studio che l’istituto Ramazzini sta portando
sul glifosato. Anche se al momento i risultati ottenuti sono parziali
è evidente che l’esposizione al pesticida può avere effetti molto
pericolosi per la nostra salute”. Giulia Gibertoni ha presentato
una interrogazione alla Giunta per sollecitare un impegno della
Regione nei confronti della verifica della tossicità del glifosato,
il pesticida più diffuso in agricoltura il cui consumo è stimato in
circa 825mila tonnellate all’anno. “L’istituto Ramazzini di
Bologna sta conducendo uno studio molto scrupoloso sugli effetti
provocati dall’utilizzo di questa sostanza – spiega Giulia
Gibertoni – Studio che, seppur ancora incompleto, mette in evidenza
abbastanza chiaramente come anche a dosi ritenute sicure e per
un periodo espositivo relativamente breve (corrispondente all’incirca
ad uno studio di tossicità a 90 giorni, cioè, in termini di età
equivalente nell’uomo, dalla vita embrionale ai 18 anni di età),
sono in grado di alterare alcuni parametri biologici di rilievo che
riguardano soprattutto marker correlati allo sviluppo sessuale, alla
genotossicità e all’alterazione della flora batterica intestinale.
Davanti a queste evidenze scientifiche non si può continuare a far
finta che questo problema non esista”. Per questo nella sua
interrogazione Giulia Gibertoni chieda alla Regione di supportare lo
studio del Ramazzini, che nel frattempo sta continuando la ricerca a
lungo termine del pesticida per arrivare a disegnare un quadro il più
possibile completo sugli effetti della sostanza sulla salute
dell’uomo. “Un sostegno che dovrebbe concretizzarsi anche
attraverso la richiesta al Governo di frenare l’ormai prossima
autorizzazione in sede UE dell’utilizzo del pesticida – conclude
Giulia Gibertoni – Se l’Europa dovesse permettere il suo
utilizzo per altri 5 o 10 anni gli effetti potrebbero essere
devastanti, bisogna che l’Italia convinca gli altri Stati
membri della UE, chiamati di nuovo ad esprimersi in questi giorni
sulla proposta della Commissione di autorizzare per altri anni il
principio attivo del RoundUp della Monsanto, ad applicare il
principio di precauzione fermando l’utilizzo di tale principio
attivo dannoso per la salute umana”.
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