di
Carlo Soricelli
Quando
celebreremo il giorno dei morti, ricordiamoci di dire una preghiera
per quelli dimenticati: dei tanti “Nessuno” che a differenza di
Ulisse non faranno più ritorno a casa. .
Che
Papa Francesco apra i cuore e i cervelli dei nostri politici e
amministratori che mai si occupano dei caduti sul lavoro sul lavoro:
chi non è credente si ricordi con un pensiero di queste vittime
dell’indifferenza. In questi dieci anni di monitoraggio
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro i morti
sul lavoro non sono calati, ma sono addirittura aumentati.
Dall’inizio
dell’anno sono morti sui luoghi
di lavoro
566 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di
trasporto, si superano i 1150 morti complessivi. Gli agricoltori
schiacciati dal trattore sono come tutti gli anni il 20% di tutti i
morti sui luoghi di lavoro. L’agricoltura, come tutti gli anni,
supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro.
Oltre il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60
anni. Gli edili superano il 20% di tutti i morti sul lavoro. La
maggioranza di queste vittime cadono dall’alto; dai tetti e dalle
impalcature. Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti
sono quasi inesistenti: le poche vittime nelle fabbriche che superano
i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza lavoratori che
lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso
manutentori degli impianti. La Legge Fornero ha fatto aumentare le
morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni. Gli stranieri morti per
infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, è così
tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno
dalle statistiche. Tra l’altro e in ogni caso i morti sui luoghi di
lavoro monitorati dall’Osservatorio sono sempre molti di più di
quelli monitorati dell’INAIL. Carlo Soricelli curatore
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
http://cadutisullavoro.blogspot.it
Il
31 dicembre 2017 l’Osservatorio compirà 10 anni
Aperto
il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di
Torino morti poche settimane prima
Al
31 ottobre i morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono diventati
566
Con
i morti con mezzo di trasporto, comprensivo dell’itinere si
superano i 1150
Sono
128 i morti schiacciati dal trattore dall’inizio dell’anno
Morti
nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente a
oggi sono esclusi dalle province i morti
sulle autostrade e all’estero.
N.B
i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI
LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali
In questo momento sono stati superati con i morti col mezzo di
trasporto oltre 1150 lavoratori complessivi.
LOMBARDIA
56 Milano
(10), Bergamo (8), Brescia (9), Como (1), Cremona (1), Lecco (5),
Lodi (2), Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (6), Sondrio (5),
Varese (2). VENETO
52 Venezia
(5), Belluno (2), Padova (5),
Rovigo (7), Treviso (11), Verona (12), Vicenza (10). CAMPANIA
42 Napoli
(15), Avellino (6), Benevento (3), Caserta (8), Salerno (10).
EMILIA
ROMAGNA 40 Bologna
(3), Rimini
(). Ferrara (6) Forlì Cesena (4) Modena (5) Parma (6) Ravenna
(8) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) ABRUZZO
38 L'Aquila
(9), Chieti (9), Pescara (12) Teramo (8) SICILIA
35 Palermo
(5), Agrigento (8), Caltanissetta (1), Catania (4), Enna (2), Messina
(1), Ragusa (5), Siracusa (1), Trapani (8). PIEMONTE
32 Torino
(9), Alessandria (2), Asti (3), Biella (2), Cuneo (11), Novara (1),
Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (4)
TOSCANA
29 Firenze
(4), Arezzo (), Grosseto (6), Livorno (3), Lucca (2), Massa Carrara
(1), Pisa (6),
Pistoia (3), Siena (1) Prato (3). LAZIO
29 Roma
(8), Viterbo (8) Frosinone (5) Latina (8) Rieti (). PUGLIA
26 Bari
(4), BAT (1), Brindisi (5), Foggia (6), Lecce (7) Taranto
(1) CALABRIA
23 Catanzaro
(2), Cosenza (9), Crotone (2), Reggio Calabria (5) Vibo Valentia
(5) MARCHE
13 Ancona
(2), Macerata (1), Fermo (1), Pesaro-Urbino (6), Ascoli Piceno (3).
UMBRIA
14 Perugia
(11) Terni (3). LIGURIA
13 Genova
(4), Imperia (2), La Spezia (2), Savona (5). SARDEGNA
13 Cagliari
(4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra
(), Olbia-Tempio (), Oristano (3),
Sassari (6). Sulcis inglesiente (1) TRENTINO
ALTO ADIGE 10 Trento
(3), Bolzano (7). FRIULI
VENEZIA GIULIA 9 Trieste
(2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (6). Molise 7 Campobasso
(4), Isernia (3) BASILICATA
3 Potenza
(1) Matera (2) VALLE
D’AOSTA (1)
I
morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle
province
Molte
delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha
colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni
industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’
un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di
Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica
stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare.
L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica
ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti
all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel
terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è
capitato di notte e in orari dove nelle fabbriche ci lavoravano
pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in
Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun
conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le
travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di
terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
Se
non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di
chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto
con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza
con una spesa non eccessivamente alta.
Report
morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel
2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se
si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per
l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite
iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli
posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6
milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL.
L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di
chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente
di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA
MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più
l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per
infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati
INAIL.
Grazie
amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno
Carlo
Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti
sul lavoro, attivo dal 1° gennaio
2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
Report
morti sul lavoro nei primi 9 mesi del 2017.
Dall’inizio
dell’anno Al 30 settembre 2017 sono morti sui luoghi di
lavoro e senza mezzo di
trasporto 508 lavoratori. Erano lo stesso giorno del 2016 491
+ 3,3. Erano lo stesso giorno del 2008 anno di apertura
dell’Osservatorio 462 + 9,1%. ATTENZIONE,
queste non sono denunce, ma lavoratori morti per infortunio sui
LUOGHI DI LAVORO quelli dell’Osservatorio sono morti sui LUOGHI DI
LAVORO VERI, tutti registrati per giorno
della tragedia, provincia, generalità delle vittime, età, sesso,
professione e nazionalità. Come potete leggere le morti sul lavoro
non sono mai calate da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto
questo Osservatorio, che non ha nessun interesse da difendere,
contrariamente ad altri, solo quello di far venire finalmente allo
scoperto le vere dimensioni del fenomeno che è molto più esteso e
preoccupante di quello percepito dagli italiani.
Se
ai morti sui luoghi di lavoro, cioè senza mezzo di trasporto
si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 1070
morti
Se
uno guarda superficialmente i dati dei morti sul lavoro si entra in
uno stato confusionale. Sono reali quelli dell'Osservatorio o quelli
dell'INAIL? A prima vista sembrano di più quelli dell'INAIL, ma
occorre ricordare che quelle diffuse dall'INAIL sono denunce e non
riconoscimento delle morti che questo istituto dello Stato analizzerà
in secondo. Dopo diversi mesi dell'anno successive l’INAIL diffonde
il numero di morti per infortuni riconosciuti come tali, sono
mediamente il 30% in meno ogni anno. Resuscitano? No, è che tante di
queste morti sono in itinere o di non assicurati all'INAIL, o in
nero, oppure di non loro pertinenza. Oppure
di agricoltori schiacciati dal trattore che sono ben 128 dall'inizio
dell'anno e 526 da quando abbiamo come Ministro delle Politiche
Agricole Martina. E questa la vera emergenza di cui nessuno si
occupa. Un morto su 5 sui LUOGHI DI LAVORO se si sommano tutte le
categorie, è provocata dal trattore.
Comunque se si guardano i dati
complessivi comparati, quelli diffusi dall’INAIL, sono ovviamente
molto meno delle morti di questo Osservatorio che monitora tutti i
morti sui LUOGHI DI LAVORO da ben dieci anni, indipendentemente dal
lavoro svolto o dall’assicurazione di riferimento. Se si
confrontano con quelli dell'INAIL occorre sempre ricordare che nelle
denunce pervenute all'INAIL ci sono anche i morti sulle strade e in
itinere che sono ogni anno dal 50 al 55% di tutte le morti sul
lavoro.
Se
si vuole fare una comparazione vera occorre confrontare i morti senza
mezzi di trasporto dell’INAIL con quelli sui LUOGHI DI LAVORO
dell’Osservatorio.
Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro
L’anno
scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano
o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne
sovraccaricate sul posto di lavoro, oltre che dal carico famigliare e
dai lavori domestici. Quando in itinere sono alla guida di un
automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti infortuni poi
non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica
dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per
infortuni pervenute all’INAIL vi accorgete che poi successivamente
non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30/40%
delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche
quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore
schiacciato dal trattore che guida. Ma con questa casta parlamentare,
nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e come parlare di
niente. Le percentuali delle morti nelle varie categorie sono sempre
quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle
morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%. Poi
l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e
quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie
sono sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti e questo, per
fortuna, abbiamo ancora sindacati che esercitano controlli sulla
Sicurezza. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di
lavoro sono in questo momento il 10% sul totale. E’ spaventoso
pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata
l’età per andare in pensione di molti anni anche a chi svolge
lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI
LAVORO ha dai 61 anni in su.
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Le
morti verdi provocate dal trattore
Strage
continua, sono già 128 dall’inizio dell’anno gli agricoltori
morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti
altri che sono morti perché trasportati a bordo (anche bambini) o
per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Da
quando nel 2014 si insediò il Governo Renzi, poi Gentiloni abbiamo
come ministro delle Politiche Agricole Martina, sono morti in modo
così atroce ben 526 guidatori di questo mezzo mortale. Anche
quest’anno oltre il 20% dei morti per infortuni su di tutte le
categorie sono provocate da questo mezzo. ASSURDO che la politica non
se ne occupi. ASSURDO tra l’altro che il Parlamento pochi mesi fa
ha rinviata per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi
giuda questo sterminatore di agricoltori a sottoporsi a un esame che
ne verifichi l’idoneità alla guida. Una legge del 2002.
Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun risultato)
che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità
del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per
mettere in sicurezza i vecchi trattori.
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