Con la precisazione '5 cose da sapere', un lettore ha inviato:
E'
considerato il teatro in muratura più antico dell'architettura
romana. Le prime tracce vennero rinvenute nel 1977, così si avviò
un cantiere sotterraneo di circa 1500 mq in via de Carbonesi.
E'
considerata la più antica costruzione del suo
genere dell’architettura romana. E' il teatro romano
e si trova in pieno centro a Bologna, in via de' Carbonesi.
Di
norma chiuso al pubblico all'inizio del 2017 un nuovo soggetto
privato e la Soprintendenza hanno dato il via a una collaborazione
che porterà al suo recupero e valorizzazione. Ecco qualche curiosità
sul teatro romano di Bologna:
1)
IL CANTIERE. Le
prime tracce emersero nel 1977, durante la ristrutturazione di un
edificio. L'anno
dopo, gli scavi permisero di individuare un tratto di strada romana e
strutture murarie, così intervennero gli archeologi che continuarono
le indagini fino al 1984, con ulteriori verifiche nel
1989. Il progetto di esplorazione si rivelò molto
complesso: venne messo in piedi un cantiere sotterraneo di
circa 1500 mq.,
tra muri, scantinati e vecchie fogne.
Gli
esperti datano la costruzione intorno all'88 a.C., inserita cioè
in quel programma edilizio pubblico legato alla celebrazione
monumentale del passaggio del rango della città di Bononia
da colonia di diritto latino a municipium
romano.
LA
COSTRUZIONE. Il Teatro è il primo realizzato muratura
dell'architettura romana,
visto che anche a Roma le rappresentazioni teatrali avvenivano su
strutture in legno e che il primo teatro in muratura (theatrum
marmoreum) venne
realizzato solo per impulso del condottiero Gneo Pompeo Magno
nel Campo Marzio tra il 61 ed il 55 a.C.. Benchè in pessimo
stato di conservazione, si riconobbero i resti di un sistema di
murature a raggiera, in pratica le gradinate destinate ad accogliere
il pubblico. Scavi successivi permisero di individuarne l'estensione:
tra le vie Carbonesi, D'Azeglio, Val d'Aposa, Spirito Santo e piazza
dei Celestini.
Gli
archeologi hanno stabilito che il teatro venne realizzato in due
fasi: la prima
(entro l'80 a.C.), gli diede la forma di un semicerchio di circa 75
metri di diametro, una struttura autoportante con gradinate
(gradationes) lungo la parete semicircolare con sedili a gradino Non
sono stati ancora stabiliti quali erano gli ingressi principali
dell'edificio. La seconda fase costruttiva (tra il 53 e il 60 d.C.)
fu dedicata all'ampliamento e all'abbellimento: l'emiciclo raggiunse
i 93 metri di diametro e l'orchestra venne allargata e
ripavimentata forse con lastre di marmo.
LE
DECORAZIONI. La
costruzione venne arricchita, come si nota da alcuni resti, con
pavimenti a mosaico e marmi pregiati, rivestimenti a stucco
o affreschi a decorazioni vegetali sulle pareti delle camere con
copertura a volta. E poi rilievi architettonici, floreali e
figurativi che rivestivano i vestiboli, membrature e colonne - anche
in marmo cipollino e giallo antico - che probabilmente decoravano il
prospetto esterno dell'emiciclo
L'IMPERATORE
NERONE. Ai primi
del '500, venne rinvenuto un torso marmoreo con corazza, oggi
conservato al Museo Civico Archeologico di via dell'Archiginnasio.
Raffigurerebbe l'imperatore Nerone e sarebbe parte di di una statua
che originariamente doveva ergersi sul retro delle gradinate. Un
frammento di iscrizione dedicatoria monumentale, in lettere in
bronzo, rinvenuto nelle immediate vicinanze e datato al 60 d.C. è
infatti attribuito a Nerone, a testimonianza dell'amore
dell'imperatore per Bologna, testimoniata dal suo discorso tenuto in
Senato che fruttò alla città una consistente elargizione in denaro
per finanziare interventi edilizi, tetro compreso
LA
DECADENZA. Alla
fine del III secolo viene spogliato degli arredi più pregiati e
in seguito progressivamente demolito per recuperare e reimpiegare le
murature esterne in selenite. L'edificio poi venne totalmente
abbandonato, così vi furono diversi crolli. (fonte: Soprintendenza
Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara)
Nessun commento:
Posta un commento