domenica 6 luglio 2025

Pedaggi autostradali, la maggioranza tenta il blitz: poi il dietrofront. Salvini ritira la firma, FdI l’emendamento

Opposizioni all’attacco: “Volevano tassare le vacanze degli italiani”. Il governo si spacca, ma fa retromarcia

 


Una tassa estiva sui pedaggi autostradali, spuntata a sorpresa in un emendamento al decreto Infrastrutture, ha scatenato polemiche e tensioni all’interno della maggioranza, costringendo il governo a un rapido passo indietro. L’aumento – pari a un euro ogni mille chilometri percorsi – sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° agosto, con l’obiettivo di garantire maggiori risorse ad Anas. Ma dopo le proteste delle opposizioni, l’irritazione crescente tra le fila del centrodestra e le polemiche delle associazioni dei consumatori, il provvedimento è stato ritirato.

“La proposta non era condivisa dal ministro competente. Accogliamo con favore l’invito del ministro Salvini a ritirare l’emendamento sul sovracanone a favore di Anas”, hanno dichiarato i deputati di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli e Massimo Milani, relatori del provvedimento. Una chiusura che però arriva solo dopo una giornata di caos politico e accuse incrociate.

La genesi della norma: tensioni nella maggioranza

L’emendamento era stato presentato dai relatori della maggioranza, con firme di esponenti di tutti i partiti del centrodestra. Secondo fonti parlamentari, la proposta sarebbe partita proprio dal Ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini. L’obiettivo dichiarato era quello di reperire circa 90 milioni di euro all’anno per coprire i crescenti costi strutturali di Anas, tra cui l’aumento delle spese energetiche per l’illuminazione stradale.

Ma sin dalle prime ore, l’idea di far gravare questo costo sugli automobilisti – e per di più in piena estate – ha suscitato reazioni indignate. Le opposizioni hanno parlato di “tassa sulle ferie” e accusato il governo di fare cassa a spese dei cittadini. Anche all’interno della maggioranza le acque si sono agitate: Fratelli d’Italia, pur avendo sottoscritto l’emendamento, ha fatto trapelare il proprio malumore, attribuendo l’iniziativa alla Lega e ammettendo di aver acconsentito “controvoglia”.

Il dietrofront di Salvini

Con il crescere delle polemiche, il ministro Salvini ha deciso di intervenire direttamente, ordinando il ritiro della norma. In una nota stringata, il Ministero delle Infrastrutture ha chiarito che “il vicepremier Matteo Salvini chiede il ritiro dell’emendamento”, sottolineando però che esso era stato presentato da rappresentanti di tutte le forze di maggioranza. Un messaggio che sembra voler respingere le accuse di una responsabilità unilaterale della Lega.

Non sono mancate reazioni pungenti. “Una volta scoperti, Salvini fa l’eroe. Vorrebbe anche gli applausi?”, ha attaccato il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. La segretaria del PD Elly Schlein ha espresso scetticismo: “Meloni e Salvini hanno cambiato idea troppe volte. Finché l’emendamento non sarà ufficialmente ritirato, non ci fidiamo”.

Duro anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle: “Si colpiscono le famiglie in partenza per le vacanze, mentre si tagliano le tasse ai colossi del web e alle banche. In Parlamento daremo battaglia”.

Le associazioni dei consumatori: “Un tentativo inaccettabile”

Il provvedimento, anche se ritirato, ha sollevato la protesta delle associazioni dei consumatori. “Qualsiasi aumento dei pedaggi è inaccettabile e rappresenta un danno per milioni di automobilisti”, ha dichiarato Assoutenti. Per l’Unione Nazionale Consumatori si è trattato di un “tentativo di fare cassa, lanciando il sasso e nascondendo la mano”.

E mentre la norma è stata ritirata, restano le tensioni nella maggioranza e una sensazione diffusa di imbarazzo per uno scivolone estivo che rischia di lasciare il segno.

( Fonte ANSA)

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