Silvia
Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, interviene
riguardo alla nuova legge regionale sul settore apistico approvata
ieri dall’Assemblea Legislativa.
Riceviamo:
“Invece
di tutelare la nostra ape, con l’approvazione della nuova
legge regionale paradossalmente si spalancheranno invece le porte
all’ibridazione della nostra preziosa sottospecie, mettendo a
rischio oggi più che mai la sopravvivenza della nostra
ligustica”. È l’allarme lanciato da Silvia Piccinini,
capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla nuova
legge regionale sul settore apistico approvata ieri dall’Assemblea
Legislativa e che ha visto il MoVimento 5 Stelle astenersi al
momento del voto. “Purtroppo il Pd sta facendo marcia
indietro sulla salvaguardia della nostra ape ligustica –
spiega Silvia Piccinini - Se è vero che l'introduzione di ibridi
nella nostra regione continua ad essere formalmente preclusa, è
anche vero che con questa legge e con il famigerato articolo 7 si
permette, per la prima volta ed in maniera ufficiale, l'allevamento
e la detenzione sul nostro territorio di sottospecie diverse dalla
nostra preziosissima ligustica. Introducendo allo stesso tempo il
divieto di selezione e moltiplicazione di api regine che non siano
ligustiche e prevedendo poi, almeno sulla carta, controlli e
sanzioni per chi non rispetta la legge. All'apparenza misure in
difesa della nostra ape ma che nella realtà avranno l'esatto
effetto opposto, perché nel momento in cui si permette
l'allevamento e la detenzione di ibridi di ape, diventerà
oggettivamente impossibile controllare che qualcuno allo stesso
tempo non le moltiplichi. Così come sarà impossibile cogliere sul
fatto e sanzionare chi, magari all'interno della propria
azienda, vende api regine ibride. Tutto ciò rende del tutto
inutile ed inefficace qualsiasi tipo di controllo o previsione
normativa contenente sanzioni con l'unica conseguenza che invece di
tutelare la nostra ape come sostiene a gran voce l’assessora
Caselli, con questa legge si spalancheranno le porte
all’ibridazione, mettendo a rischio oggi più che mai il
patrimonio genetico della nostra ligustica, unico nel suo
genere, e penalizzando i nostri produttori locali” conclude Silvia
Piccinini.
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