venerdì 15 marzo 2019

A San Benedetto si sperimenta la co-progettazione tra pubblico e privato per i servizi alle persone più fragili

Nuovo servizio diurno di comunità “Sant’Andrea” a San Benedetto Val di Sambro che si caratterizzerà in particolare nei percorsi di inserimento lavorativo incentrati sulla formazione in situazione e sui laboratori socio-occupazionali e rivolti persone disabili con un discreto livello di autonomie

L'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese informa:


Sarà inaugurato domani, sabato16 marzo, alle 15 il nuovo servizio di comunità “Sant’Andrea” a San Benedetto Val di Sambro, alla presenza di Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Marco Mastacchi, presidente del Distretto Socio Sanitario dell'Appennino bolognese e Maurizio Fabbri, presidente dell'Istituzione dei Servizi sociali, culturali ed educativi dell'Unione dell'Appennino bolognese e di Eno Quargnolo, Direttore Distretto dell’Appennino Bolognese dell’Azienda USL.
Il servizio è il risultato di un indirizzo intrapreso l’anno scorso dal Distretto socio-sanitario dell’Appennino bolognese: si è deciso cioè di investire sulla co-progettazione per offrire servizi a minori e adulti con fragilità sociale o con disabilità nell’area di a San Benedetto Val di Sambro e dintorni.
Si tratta di un percorso che vede l’amministrazione pubblica individuare le scelte di programmazione socio-sanitaria dell’ambito distrettuale e coinvolgere nella progettazione soggetti del terzo settore che poi si faranno carico di gestire effettivamente il servizio. Le associazioni e cooperative che hanno risposto al bando sono state Bologna Integrazione Cooperativa Sociale a marchio Anffas, CSAPSA – Cooperativa Sociale Onlus, Libertas Assistenza – Cooperativa Sociale, Lo Scoiattolo – Cooperativa sociale. Collaboreranno anche Passo Passo – Associazione territoriale per l’integrazione, Associazione Mondo Donna e Seges Srl.
Da una parte dunque il pubblico che verifica i requisiti dei partecipanti al bando e pone gli obiettivi generali, verificando anche la sostenibilità economica del servizio, dall’altra il privato che è coinvolto sin dalla fase di pianificazione e può mettere quindi a disposizione le sue competenze e la sua esperienza.
La struttura in questione sino a qualche tempo fa ospitava gli utenti del servizio accreditato “Il Quadrifoglio”, che però diversi anni fa a livello distrettuale si decise di trasferire a Castiglione dei Pepoli. A quel punto si è colta l’occasione per ammodernare gli immobili e avviare un nuovo servizio complesso, che accoglierà attività sociali e socio-sanitarie diurne non coinvolte nel percorso di accreditamento. In questo modo si garantirà la continuità assistenziale agli utenti già presenti e al tempo stesso si offrirà un servizio a persone disabili con un discreto livello di autonomie, per le quali si prevede un percorso di inserimento lavorativo, più incentrato sulla formazione in situazione e sui laboratori socio-occupazionali. Ogni ente del terzo settore si farà carico di un particolare servizio, secondo quanto condiviso in fase progettuale: sono previsti costi complessivi di circa 125 mila euro l’anno, di cui solo una piccola parte, meno di 5 mila euro, sarà a carico delle famiglie.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Passo dopo passo, gradualmente, con “progettazioni tra pubblico e privato”, co-progettazioni, con coop, onlus, ong, srl, spa, assistenti e integratori vari, con delicatezza (in fondo adesso pagate solo il 4% no?), alla fine, improvvisamente, ci ritroveremo con tutti i servizi di sanità,assistenza e cultura privatizzati.

Mi raccomando, continuate a votare questa gente, eh!