La
ricerca dei responsabile della strage del 2 agosto alla stazione di
Bologna non può essere conclusa.
Il
Consigliere regionale prof. avv. Piergiovanni Alleva ( nella foto) ha richiesto
all'Assemblea Legislativa regionale di istituire una commissione
speciale d’inchiesta sui fatti della strage della stazione
di Bologna del 2 agosto 1980.
“A
settembre 2017,” si evidenzia nella presentazione della richiesta,
“è stata infatti fissata l’udienza per valutare la richiesta di
archiviazione della Procura di Bologna delle indagini sui mandanti
della strage, che vede l' opposizione dell’Associazione dei
familiari delle vittime, sulla base di precedenti sentenze passate in
giudicato. Restano però da ascoltare le rilevanti testimonianze
dirette di persone informate sui fatti ed analizzare molti documenti
processuali, oltre a quelli forniti dall’Associazione vittime, che
derivano dal processo per la strage di Brescia in piazza della Loggia
del 28 maggio 1974”.
“Nel
caso, purtroppo probabile,” precisa il professor Alleva, “ che la
Procura decida per l'archiviazione, credo che le istituzioni si
debbano fare carico di svelare tutta la verità su una tragedia che
il presidente Pertini definì "l'impresa più criminale avvenuta
in Italia".
Ecco
la richiesta:
Alla
Presidente dell’Assemblea Legislativa
Della
Regione Emilia-Romagna
Simonetta
Saliera
Premesso
che
Il
2 agosto 1980 una bomba, di tritolo e T4 (esplosivo militare), nella
sala d’attesa della seconda classe della stazione ferroviaria di
Bologna causò la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200,
come è noto. Questo accadimento costituisce, come lo definì
l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, “l’impresa
più criminale che sia avvenuta in Italia”.
La
vicenda delle indagini e giudiziaria purtroppo ha registrato negli
anni molte difficoltà fra depistaggi, false dichiarazioni, omissioni
e reticenze e ingerenze di istituzioni deviate. La strage è stata
fin dai primi tempi addebitata a gruppi della destra eversiva, ma
molte interferenze, avvallate da personaggi legati alla massoneria di
stampo piduista con ruoli anche pubblici, hanno aperto piste false,
smentite in sede giudiziaria.
Nel
1995 si è avuta la sentenza definitiva da parte della Corte Suprema
di Cassazione che ha portato alla condanna di esponenti dei NAR
(Nuclei Armati Rivoluzionari) e di personaggi della massoneria, i cui
nomi sono pubblicati agli atti. Nel 2007 si è aggiunta la sentenza
definitiva a conclusione dell’iter giudiziario seguito dalla
magistratura minorile e l’esito è coincidente al primo. Tra i
condannati in via definitiva compaiono anche alti ufficiali dei
servizi segreti militari e il loro entourage diretto, compreso il
capo della loggia massonica P2, a cui appartengono anche i predetti
ufficiali.
Ancora
resta aperto un procedimento a carico di un altro membro del NAR, che
sarebbe stato complice dando copertura ai già condannati. In questo
caso, a ottobre 2017 è prevista l’udienza preliminare per la
valutazione della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di
Bologna.
Si
stratta però di nomi conosciuti, su cui pendono numerose condanne,
presumibilmente la parte più marginale di una ben più ampia
ramificazione.
A
settembre 2017 è stata invece fissata l’udienza per valutare la
richiesta di archiviazione della Procura di Bologna e la relativa
opposizione dell’Associazione tra i familiari delle vittime della
strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. In questo caso, il
fascicolo nasce da più memoriali depositati dall’Associazione
stessa per richiedere, con indicazioni circostanziate, che siano
individuati i mandanti, dopo i procedimenti che hanno portato alla
condanna di esecutori materiali e depistatori.
Considerato
che
In
questi anni la costituita Associazione dei familiari delle vittime
della strage, nata nel 1981, è stata molto attiva e ha richiesto
l’avvio di procedimenti giudiziari, ha tenuto alta l’attenzione
sulla strage respingendo i molti tentativi di depistaggio, che in
altri eventi analoghi accaduti in quegli anni hanno portato
all’archiviazione senza la verità dei fatti.
L’Associazione
è stata particolarmente impegnata sulla proposta di Legge di
iniziativa popolare per “Abolizione del segreto di Stato nei
delitti di strage e terrorismo” e assieme all’Istituto Storico
Parri dell’Emilia-Romagna ha realizzato il Centro di documentazione
storico politica sullo stragismo.
L’anniversario
della strage è un appuntamento molto sentito che vede la
straordinaria partecipazione dei cittadini e la presenza delle
istituzioni regionali e nazionali.
Richiamata
inoltre la Legge regionale n° 3 del 3/03/2016 “MEMORIA DEL
NOVECENTO. PROMOZIONE E SOSTEGNO ALLE ATTIVITA’ DI VALORIZZAZIONE
DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN EMILIA-ROMAGNA”, che individua fra
gli eventi che costituiscono la memoria collettiva della nostra
comunità regionale anche le stragi e che definisce linee guida per
promuovere la conoscenza e l’approfondimento dei fatti storici.
Valutato
altresì che
La
Procura di Bologna ha predisposto in 37 pagine la richiesta di
archiviazione della strage, non ravvisando in città ed in Regione la
presenza di organizzazioni dell'eversione stragista e di logge
massoniche di stampo piduista, diversamente da come ipotizzato
dall’Associazione dei familiari delle vittime della strage. Ma
numerose sono le testimonianze dell’attività della destra
extraparlamentare in Emilia-Romagna e della presenza di fenomeni come
la loggia massonica universitaria bolognese Zamboni De Rolandis,
esplicitata negli atti dell’On. Tina Anselmi, Presidente della
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2.
Questo convincimento della Procura a non procedere nelle indagini
sulla strage è basata sulla lettura di precedenti sentenze della
magistratura passate in giudicato. Rimangono però da ascoltare le
rilevanti testimonianze dirette di persone informate sui fatti ed
analizzare molti documenti processuali, oltre a quelli forniti
dall’Associazione vittime, che derivano dal processo per la strage
di Brescia in piazza della Loggia del 28 maggio 1974, terminato nelle
settimane scorse con la condanna in via definitiva di un informatore
dei servizi segreti e un noto esponente di Ordine Nuovo.
Esistono
quindi elementi di congiunzione, in un periodo ben più ampio ed
oltre i confini regionali, che vanno dagli atti criminosi di gruppi
eversivi neo fascisti in regione dal 1969, alle stragi dell’Italicus
del 4 agosto del 1974, alla strage del rapido 904 del 23 dicembre
1984, evento quest’ultimo che diede inizio al periodo della
strategia della tensione da parte della mafia, culminato con gli
eventi del 1992-1993 (lo testimonia anche la recentissima operazione
“‘Ndrangheta stragista” della Direzione distrettuale antimafia
di Reggio Calabria, ultima di molti documenti giudiziari convergenti
sul tema). Tali elementi che vanno indagati e approfonditi,
utilizzando anche i materiali recentemente digitalizzati e riversati
negli Archivi di Stato, consentirebbero di mettere in piena luce i
tanti eventi di strage oltre che sulla strage di Bologna del 1980,
individuando una volta per tutte i veri mandanti, di restituire
credibilità alle istituzioni e di rendere giustizia alle numerose
vittime e ai loro familiari.
Chiedo
pertanto di istituire una commissione speciale d’inchiesta sui
fatti della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ai
sensi dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea
Legislativa e dell’art. 40, comma1, dello Statuto della Regione
Emilia-Romagna.
Bologna
1/08/2017
Il
Consigliere
Prof.
Avv. Piergiovanni Alleva
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