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Il
progetto ha già avuto il via libera da Banca d’Italia. Il 12
febbraio si esprimeranno i soci dei due Istituti in assemblea
straordinaria e se, come si crede, sarà approvato, il primo di
aprile la nuova banca sarà una realtà.
Magagni - Alai |
La nuova Bcc (che manterrà il nome Emil Banca) partirà con un capitale sociale di oltre 97 milioni, impieghi lordi di 2,7 miliardi di euro, una raccolta totale di circa 4,7 miliardi di euro e una massa amministrata superiore ai 7 miliardi di euro. Il patrimonio complessivo delle nuova banca supererà i 306 milioni di euro.
Numeri
tanto importanti quanto importante sarà il territorio di competenza
della nuova Bcc che si estenderà su oltre il 68% del territorio
regionale, comprenderà 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese
registrate e 1,3 milioni di occupati. Un sistema economico che
complessivamente vanta un decimo di tutte le esportazioni nazionali.
“Abbiamo
lavorato per sei mesi affinché l’operazione potesse presentarsi
come sostenibile per tutti gli attori, perché fosse un’opportunità
di sviluppo e una garanzia di futuro, per i due Istituti, per il
Credito Cooperativo e per il territorio ”, ha
commentato il presidente di Emil Banca, Giulio Magagni. “
I nostri soci sono ora chiamati ad esprimersi su un importante
cambiamento che però avverrà nel rispetto delle radici della
cooperazione di credito e senza disperdere l’immenso patrimonio di
valori che da più di un secolo contraddistingue le due aziende,
contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico, ma anche
sociale e culturale, dei territori in cui sono inserite. Sarà
presidiato, come avviene già in entrambe le Bcc, da un folto numero
di Comitati soci locali che avranno il compito di mantenere un legame
diretto tra la banca e le sue comunità”.
“Quella
che nascerà - ha aggiunto il presidente del Banco Cooperativo
Emiliano, Giuseppe Alai - sarà l'espressione di una cooperazione
di credito già da tempo avviata sulla strada delle integrazioni e
che ha colto le opportunità della riforma del Credito Cooperativo
per presentarsi sul mercato con maggiore incisività e competitività,
più solida e al tempo stesso solidale, profondamente legata alle
comunità locali e in grado di offrire servizi ancora più innovativi
e di sostenere con maggiore efficacia lo sviluppo del territorio”.
Daniele Ravaglia, che sarà il direttore generale della nuova banca. |
Nello
specifico, il Fondo:
- acquisisce 140,7 milioni di euro di sofferenze del Banco Emiliano (al prezzo di 66,5 milioni di euro) e interviene sul patrimonio della stessa Bcc con un prestito irredimibile di 30 milioni di euro;
Il
valore complessivo dell’intervento del Fondo sarà di 126,5 milioni
di euro.
La
storia delle due banche:
La
prima delle tredici realtà che nel corso degli anni hanno dato vita
ad Emil Banca fu fondata nel 1895 a Baricella. Quella Cassa Rurale,
come le altre che in quel periodo fiorirono in tutta Italia sotto la
spinta della Rerum Novarum di Leone XIII (1881), nacque per aiutare
artigiani e contadini ad affrancarsi dalla povertà, aiutando i
lavoratori che intendevano rendersi autonomi ma che faticavano a
reperire dai grandi istituti bancari, finendo spesso in mano agli
usurai.
Nei primi 20 anni del secolo scorso vennero fondate anche le Cassa Rurale di Molinella (1900), quella di Monzuno e quella di Loiano (1901), la Cassa Rurale di Minerbio (1905), quella di Argelato (1906), la Cassa Rurale di San Martino in Argine (1907) e la Cassa Rurale di Trasasso (1914). Quello straordinario momento di sviluppo, interrotto dal periodo buio del fascismo, riprese nel primo dopoguerra. Nel 1950 nacque la Cassa Rurale di Borgo Panigale, nel ’59 quella di Sala Bolognese e nel ’62 fu fondata la Cassa Rurale ed Artigiana di San Sisto. Dagli anni Settanta queste realtà iniziarono ad aggregarsi tra loro e, a seguito della fusione del 2008 con CrediBo, Emil Banca è diventata una realtà che conta su 24 mila soci e 46 filiali nelle province di Bologna, Modena e Ferrara.
Nei primi 20 anni del secolo scorso vennero fondate anche le Cassa Rurale di Molinella (1900), quella di Monzuno e quella di Loiano (1901), la Cassa Rurale di Minerbio (1905), quella di Argelato (1906), la Cassa Rurale di San Martino in Argine (1907) e la Cassa Rurale di Trasasso (1914). Quello straordinario momento di sviluppo, interrotto dal periodo buio del fascismo, riprese nel primo dopoguerra. Nel 1950 nacque la Cassa Rurale di Borgo Panigale, nel ’59 quella di Sala Bolognese e nel ’62 fu fondata la Cassa Rurale ed Artigiana di San Sisto. Dagli anni Settanta queste realtà iniziarono ad aggregarsi tra loro e, a seguito della fusione del 2008 con CrediBo, Emil Banca è diventata una realtà che conta su 24 mila soci e 46 filiali nelle province di Bologna, Modena e Ferrara.
Le
origini di Banco Cooperativo Emiliano risalgono alla fine dell'800.
Proprio negli ultimi anni del secolo (rispettivamente nel 1895 e nel
1896), nacquero la Cassa Rurale dei prestiti di Gualtieri e la Cassa
Rurale dei prestiti di Guastalla, cittadine collocate sull'argine
reggiano del Po.
Cent'anni dopo, nel 1999, i due istituti di Credito Cooperativo pervennero ad un'integrazione che diede vita a Banca Reggiana-Credito Cooperativo, presente nelle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova.
Il primo ottobre 2013, Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo (BCC nata nel 1982 nell'Appennino reggiano e presente anche in provincia di Modena) giunsero ad una fusione che diede vita al Banco Cooperativo Emiliano.
Cent'anni dopo, nel 1999, i due istituti di Credito Cooperativo pervennero ad un'integrazione che diede vita a Banca Reggiana-Credito Cooperativo, presente nelle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova.
Il primo ottobre 2013, Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo (BCC nata nel 1982 nell'Appennino reggiano e presente anche in provincia di Modena) giunsero ad una fusione che diede vita al Banco Cooperativo Emiliano.
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