lunedì 23 gennaio 2017

Solidarietà espansiva: lavorare meno per lavorare tutti. Una risposta al problema della disoccupazione.

di Piergiovanni Alleva
capogruppo regionale l'Altra Emilia – Romagna

Naturalmente mi aspetto che la mia proposta di solidarietà espansiva, specialmente se non studiata approfonditamente, possa dar luogo ad una serie di fraintendimenti ed equivoci. Uno potrebbe essere la difficoltà o impossibilità di finanziamento della misura, l'altro, sul versante diverso, una critica che la intenda come proposta di decrescita anziché di maggior utilizzo degli impianti con aumento della produzione e dell'occupazione. 
In realtà, tra riduzione dell'orario settimanale da 5 a 4 giornate e possibile maggior utilizzo degli impianti in presenza di una domanda aggiuntiva non solo non c'è contraddizione, ma anzi vi è sinergia perché se la settimana lavorativa è di 4 giorni diventa agevole pensare ad un ulteriore turno di lavoratori di nuova assunzione che saturi pienamente la potenzialità degli impianti mentre con l'attuale settimana di 5 giornate la saturazione dovrebbe avvenire per la via improbabile e comunque discriminatoria delle "squadrette week end" (lavoratori a part time, in somministrazione, precari, insomma un'occupazione di serie B che non garantisce un reddito sufficiente).

Ovviamente la proposta di ridurre la settimana lavorativa a 4 giornate, aumentando in parallelo il numero dei lavoratori, non tocca affatto il monte ore lavorato e lascia pertanto intatta la produzione mentre diverso è la riflessione su come aumentarla all'occorrenza con l'istituzione di nuovi turni e per questo, come detto, è opportuno che ogni turno settimanale sia più breve e non esteso fino a 5 giorni.
Altre perplessità, in realtà infondate e generiche, possono riguardare l'esigenza in generale di definire l'organizzazione aziendale moderna prima di toccare il tema degli orari di lavoro, ma resta il fatto che una diversa distribuzione su una platea più ampia di risorse umane dell'insieme delle ore lavorative è criterio che può adattarsi a molti modelli industriali, l'importante è comprendere che un'occupazione più ampia significa anche un mercato più ampio, più ricettivo e più equilibrato. E che non è mai troppo presto per dare una risposta concreta alle troppe persone che hanno perso la speranza di trovare un lavoro anche nella nostra regione.





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cominciate dal Consiglio Regionale. Quanti siete? Una cinquantina? Lavorate un giorno solo a settimana, così potete creare altri 200 posti di lavoro per i restanti quattro giorni.
Il vostro montepaghe attuale, anche se diviso per 250, consente un signor stipendio per tutti.
Su,su,cominciate voi,date l'esempio.

Anonimo ha detto...

come si fa a lavorare meno quando lavorando 40 ore alla settiman, lo stipendio è già corto nel senso che si arriva a malapena a metà del mese, pagando in primis le spese e l' ultima settimana poi è dedita a fare la cura dimagrante altro che andare dal dietologo per chi è sovvrappeso, basta essere dipendenti con uno stipendio da € 1200, spese comprese, la dieta è assicurata ed ha esiti immediati.