Alcune
scuole emiliane hanno preso la decisione di accorciare le feste
natalizie e programmare le lezioni anche durante il ‘ponte’ della
Befana. La più logica e prevedibile conseguenza è stata che la
maggior parte degli studenti ha fatto un bel 'marameo' e ha disertato
l'obbligo ritenendolo quasi 'contro natura'.
Il
tema ha avuto persino risvolti politici concretizzati, fra l'altro,
da una interrogazione alla Giunta regionale del gruppo consiliare
Cinque Stelle.
Gianluca
Sassi ( nella foto) , capogruppo regionale dei Grillini nella sua interrogazione
chiede alla Giunta di prendere in esame una revisione del calendario
scolastico come definito dalla DGR 353 del 2012 tale da non ridurre
il numero delle 205 giornate di lezione, ma che al tempo stesso
consenta alle singole istituzioni scolastiche di raggiungere questo
numero senza aperture a rischio come quelle previste in giornate di
“ponte”. Sassi nel motivare la richiesta ha scritto che ritiene
doveroso che le scuole della regione possano rispettare il tetto
minimo delle 205 giornate di lezione annuali evitando di essere
obbligate ad aprire le aule in giornate dove molti studenti è
presumibile rimangano a casa, come successo durante il ponte dello
scorso 7 gennaio, quando la maggior parte di essi ha preferito
ritornare a scuola direttamente lunedì 9 gennaio . “Una scelta che
ha riguardato molte scuole del Reggiano ma che è stato diffuso anche
in altre province della nostra regione – spiega Gianluca Sassi –
L’apertura delle scuole durante i ponti è senza dubbio finalizzata
al raggiungimento del numero di giorni di attività didattica
previsto dalla delibera 353 del 2012 che stabilisce che l’attività
didattica deve essere garantita per almeno 205 giorni nell’anno
scolastico ma senza una indicazione più puntuale si possono
verificare criticità che hanno degli impatti sia sulla qualità
della didattica sia sull’organizzazione di scuole e servizi, come
il servizio di trasporto e o di riscaldamento”.
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