Due appuntamenti tra Piemonte e Emilia-Romagna: al via le iscrizioni da luglio
Torna anche nel 2025 la Scuola di Ecologia Politica in Montagna, progetto formativo e culturale che esplora le intersezioni tra ambiente, società ed economia dalle terre alte italiane. Sono state confermate le date delle due edizioni previste per il prossimo autunno: dal 3 al 7 settembre in Piemonte (Val Vermenagna, Cuneo) e dal 10 al 12 ottobre in Emilia-Romagna (Appennino bolognese).
L’annuncio
ufficiale è avvenuto mercoledì 25 giugno, nel corso dell’evento “Crescere
con gli Appennini. Reti di comunità”, organizzato presso la sala conferenze
della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Tra i relatori anche Chiara
Galloni di Articolture, project manager della Scuola.
Nata nel 2020 a Castiglione dei Pepoli su iniziativa dell’Associazione Boschilla, in collaborazione con Articolture (casa di produzione culturale bolognese) e Bottega Bologna APS, la Scuola si è ampliata nel 2024 con una seconda sede in Piemonte, grazie alla partnership con Noau officina culturale e NEMO – Nuova Economia in Montagna.
La Scuola si
propone come spazio di riflessione critica sull’ecologia politica,
disciplina che analizza le dinamiche ambientali alla luce dei processi
economici, sociali e culturali, interrogando il potere politico sulla crisi
ecologica in corso. Portare questo dibattito nelle aree montane italiane
significa osservare i modelli urbani e le loro contraddizioni da un punto di
vista decentrato e alternativo.
Le
iscrizioni per la Scuola piemontese sono aperte fino al 24 agosto;
quelle per la Scuola emiliana dal 14 luglio al 17 settembre. I
programmi dettagliati e le modalità di partecipazione saranno pubblicati a
breve sul sito ufficiale: www.scuolaecologiapolitica.it.
Sempre a settembre è previsto il lancio del nuovo podcast della Scuola, disponibile su tutte le piattaforme grazie alla media partnership con AltrEconomia.



1 commento:
Ecologia e politica, le due cose che hanno distrutto l'appennino, e crescono le schiere di persone disposte a farsi indottrinare per partecipare ad una più grande distruzione, se le istituzioni, non ci fossero, avremmo meno ungulati, meno SIC, meno parchi inutili, più gente al lavoro sulla terra e nei boschi.
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