di Marco Leoni
PLATONE
:
Analisi
del mito della caverna -
Parte 2°
Riporto la lezione sempre di Matteo Saudino,
fantastico prof. di
filosofia.
Riprendiamo
il discorso sulla FILOSOFIA, secondo PLATONE
La
filosofia, come dirà Aristotele, è meraviglia
è curiosità
e quando
sei meravigliato e curioso inizi ad indagare, inizi a viaggiare.
Allora
l'uomo si sposta dalla parte più periferica della caverna alla parte
centrale dove c’è il fuoco e, una volta giunto lì, si accorge che
non si esaurisce tutto nella caverna perché in lontananza, laggiù,
c’è ancora una strada. Incuriosito allora decide di vedere cosa vi
sia lungo quella strada, cosa vi sia forse oltre quella strada.
E’
anche spaventato, perché la conoscenza è figlia anche di una
curiosità che deve fare i conti con la paura di andare verso
l’ignoto, per cui incuriosito ma anche spaventato, quest'uomo
decide di percorrere quella
strada
che lo porterà fuori dalla caverna.
Lì
l’uomo libero si accorgerà che dentro la caverna non si esauriva
il mondo e che fuori della caverna vi è un altro mondo. Questo mondo
è il mondo delle idee .
Non
essendo abituato alla luce forte il sole che lo abbaglia, lo acceca,
è costretto a stare all’ingresso della caverna e aspettare che il
sole tramonti così da poter uscire, di notte. Ma anche in questo
caso dovrà abituarsi alla luce delle stelle e della luna. Per fare
ciò, comincerà a guardare gli oggetti riflessi nell’acqua, le
stelle riflesse nel fiume, la luna riflessa anche lei nel fiume, gli
alberi riflessi, alla luce della luna, anch'essi nel fiume; così
comincerà ad abituarsi a questi oggetti rifessi.
Poi,
quando arriverà l’alba, proverà ad abituarsi agli oggetti
riflessi, alla luce del sole. Si abituerà a guardare gli oggetti
nella loro integrità e giorno dopo giorno riuscirà a guardare
pienamente le stelle, la luna e a guardare, alla fine, il sole.
E
ne sarà rapito.
Chi
è questo uomo: è l’uomo che si è fatto filosofo. Ma non lo è
ancora completamente, perché guardare e contemplare le stelle, la
luna, il sole significa essere diventati sapienti.
Il
sapiente non è ancora completamente filosofo perché il sapiente lo
diventa quando, oltre a contemplare, agisce. Cioè diventa saggio.
Per
Platone, a differenza di Aristotele, saggio e sapiente coincidono.
Cioè,
chi conosce il bene persegue il bene, insegna il bene; chi conosce la
matematica e le scienze, non le contiene in sé, non le contempla per
sé.
Dunque
cosa accade, accade che l’uomo che ha visto il sole, che
rappresenterà il bene, l’uomo che ha visto le stelle, la luna cioè
ha visto le proporzioni matematiche e geometriche, l’uomo che ha
visto il bello e che ne è stato rapito, prova un sentimento di
tristezza, di tenerezza, di nostalgia anche un po’ di rabbia per la
condizione in cui vivono i suoi compagni schiavi.
Il
suo pensiero va ai compagni rimasti incatenati nella caverna a
guardare le ombre proiettate sulla parete.
Allora
è scisso, è lacerato, perché il
bello rapisce.
Il
platonismo è un inno all’eros, cioè all’amore verso il bello.
L’eros è follia, l’eros ti porta ad amare il bello e a
scioglierti nel bello, a provare questa pulsione, passione verso il
bello. Ma c’è anche quella missione etica filosofica che comincia
a emergere nella sua anima, cioè andare a salvare i compagni.
E’
scisso fra rimanere ormai per tutta la vita a contemplare la bellezza
della matematica, dell’astronomia, della filosofia, del bene, del
vero, del giusto e il dover ridiscendere nella caverna.
Prevarrà
la decisione il ridiscendere nella caverna.
Lì
si è filosofi, si è filosofi quando si vuole insegnare il bene,
quando si vuole governare il bene e liberare gli altri uomini dalle
catene dell’ignoranza. Non è la discesa rivoluzionaria, non è
Spartaco o Che Guevara, cioè l’uomo che rientra nella caverna per
spezzare le catene della schiavitù materiale, economica. L'uomo che
vuole ridiscendere nella caverna è il filosofo. La sua missione è
quella di liberare gli altri uomini dall’ ignoranza ovvero in una
dimensione filosofica eventualmente profetica. E questo è ovviamente
Socrate.
E’
l’ennesimo atto d’amore totale di Platone nei confronti del suo
maestro, filosofo dei filosofi, Socrate.
Il
filosofo è tale se non rimane a contemplare le idee, ma se scende
nella caverna e a rischio della vita va a liberare gli altri uomini
dall’ignoranza, va ad insegnare che cosa è la bellezza, la
giustizia, va a stimolare la liberazione, il cammino verso la
filosofia.
Ma
quando scende, ed ecco
qua il significato del mito
, quando scende dopo aver visto il sole, cioè aver contemplato il
bene e si precipita dagli uomini incatenati per dire loro che quello
che stanno vedendo è solo un’illusione, sono le ombre ed è un
inganno, gli uomini incatenati non gli credono. “Ma cosa stai
dicendo? sei pazzo, questa è la verità”.
“Credetemi
vi stanno ingannando, ci sono altri uomini che stanno alle vostre
spalle!” Ma questi gridano agli uomini incatenati di non credere,
che
colui che parla è un pazzo, è un folle che li vuole distogliere da
una vita calma serena.
A
questo punto i portatori di statuette danno dei premi a coloro che
rimangono incatenati a guardare le ombre.
E’
il potere. Questi uomini che premiano gli obbedienti detengono il
potere dei Sofisti, hanno quel potere che ti premia se tu stai a
guardare l’ illusione.
Questa
metafora la potete trasportare tranquillamente ai nostri giorni.
Pensate
ai venditori di illusioni televisive, social che ti premiano se
guardi spesso la televisione, ti fanno sentire parte di essi, ti
premiano se consumi in un certo modo dando degli omaggi, dei gadget,
dei regalini, come la raccolta punti. I venditori di illusioni
premiano, il potere politico premia chi è fedele nei regimi
totalitari come in democrazia.
Sei
il portaborse, ti premio. Sei colui che ha aderito a questo progetto
anche se è il progetto più falso, io ti premio.
Il
potere tende a premiare i fedeli, gli obbedienti. Invece nei
confronti di coloro che cercano di mettere in luce i difetti del
potere cercando di liberare dall’ignoranza saranno tacciati, da chi
detiene il potere culturale, come dei balordi, degli imbonitori,
degli imbroglioni. Accusano di essere imbonitori coloro che vogliono
smascherare gli imbonitori e l’etichetta di follia, di matto di
pazzo, di marginale ti viene imposta, ti viene appiccicata.
E
così è il destino dell’uomo che è ritornato nella caverna: è
accusato di distogliere i ragazzi, ovviamente il riferimento è a
Socrate, di distogliere gli uomini obbedienti da una vita di
normalità. E così l’uomo che scende
per
liberare gli altri uomini nella caverna è accusato di essere un
falso, di essere un folle. E viene ucciso.
Gli
uomini che portano le statuette inveiscono contro il filosofo, gli
aizzano contro la folla e lo uccidono.
E’
l’amaro destino del filosofo che vuole liberare. Ma anziché
trovare una comunità pronta ad accoglierlo, cosa troverà, troverà
la morte.
Mettersi
al servizio della cittadinanza spesso può portarti ad avere contro
la stessa cittadinanza.
Il
filosofo però, per Platone, non può estraniarsi dalla vita
politica: questa è la
bellezza del platonismo, il filosofo non si rinchiude in un castello,
in una torre d’avorio e si bea della sua conoscenza.
Fare
filosofia vuol dire rimboccarsi le maniche e scendere nella città,
ed impegnarsi. Il
filosofo è colui che si impegna per la propria città, il filosofo è
colui che vuole trasformare la propria città.
Vi
ricordo che nella Repubblica Platone vuole edificare lo stato giusto
in cui gli uomini possano vivere felici. Non c’è felicità senza
giustizia e il filosofo è un servo della giustizia, è un servo
della bellezza, è un servo del bene.
Ovviamente
si possono trovare anche quei riferimenti ad una lettura anche
cristiana: del filosofo profeta che va a innescare e portare la fede
nel mondo dove non vi è la fede. Può tranquillamente essere
presentata così, e così verrà fatto.
Ci
possono essere interpretazioni rivoluzionarie, religiose, laiche, è
un mix
talmente ricco che ha tantissime interpretazioni.
FINE
2° PARTE
(continua)
2 commenti:
Complimenti, bellissimo, intramontabile. Una vera perla di cultura.
Grazie
Ti confesso che leggere le tue parole mi ha fatto molto piacere, sono una conferma che il
lavoro che faccio a qualcuno interessa pertanto il tempo che dedico non è sprecato.Inoltre per me sono un importante incentivo a continuare sulla strada intrapresa.
Sentitamente grazie, con affetto Marco.
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