- Un momento della firma con l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi e il Consigliere delegato della Città metropolitana allo Sviluppo economico e Appennino Massimo Gnudi.
Con gli interrogativi: “ Un altro centro per l'impiego? Non c'è già l'ex centro per l'impiego provinciale ora passato alla Regione che serve da collettore per intercettare la domanda e l'offerta?”, Marco ha segnalato.
Tra le azioni del nuovo Centro per l'Impiego: monitoraggio del fabbisogno occupazionale e guida alle opportunità imprenditoriali
Definire
linee di azione integrate di sostegno e sviluppo per un'area con
importanti potenzialità, ma in forte difficoltà e a rischio di
depauperamento e di spopolamento è l'obiettivo del “Patto per
l'occupazione e le opportunità economiche del territorio delle Valli
del Reno e del Setta” siglato questa mattina nella sede della Città
metropolitana tra Istituzioni, Associazioni di impresa e parti
sociali.
Il documento rappresenta il punto di arrivo di un percorso di concertazione tra le parti istituzionali, economiche e sociali del territorio ed è elemento di sintesi della volontà di soggetti pubblici e privati di concentrare e di mettere a sistema gli sforzi per salvaguardare e accrescere il numero e la qualità di imprese, i servizi e l'occupazione, nella consapevolezza che la ricchezza di un territorio si può esprimere solo se ci sono lavoro, giovani e prospettive di sviluppo.
Il Patto potrà svolgere un ruolo effettivo di sviluppo e di sistematizzazione delle azioni locali e, al tempo stesso, accompagnare le esigenze del settore produttivo, anche valorizzando il patrimonio ambientale del territorio come risorse economica e occupazionale.
Il Patto è stato siglato da Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese, Unione Alto Reno, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Cia, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Unindustria Bologna, Cgil Bologna, Cisl, U.R. Uil Emilia-Romagna.
Il documento rappresenta il punto di arrivo di un percorso di concertazione tra le parti istituzionali, economiche e sociali del territorio ed è elemento di sintesi della volontà di soggetti pubblici e privati di concentrare e di mettere a sistema gli sforzi per salvaguardare e accrescere il numero e la qualità di imprese, i servizi e l'occupazione, nella consapevolezza che la ricchezza di un territorio si può esprimere solo se ci sono lavoro, giovani e prospettive di sviluppo.
Il Patto potrà svolgere un ruolo effettivo di sviluppo e di sistematizzazione delle azioni locali e, al tempo stesso, accompagnare le esigenze del settore produttivo, anche valorizzando il patrimonio ambientale del territorio come risorse economica e occupazionale.
Il Patto è stato siglato da Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese, Unione Alto Reno, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Cia, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Unindustria Bologna, Cgil Bologna, Cisl, U.R. Uil Emilia-Romagna.
In
particolare le azioni
previste
e in parte già avviate sono:
- una Rete di opportunità lavorative che vedrà le associazioni di categoria collaborare con le Istituzioni per un monitoraggio in forma aggregata delle offerte di lavoro, dei fabbisogni di competenze, dell’andamento settoriale delle imprese, delle previsioni sui movimenti occupazionali e sulle assunzioni, il più possibile definiti per territori, al fine di evidenziare e valorizzare le opportunità e allinearle alle emergenze occupazionali. In tale logica, la presenza di agevolazioni e di specifici programmi di supporto ai lavoratori in uscita, saranno messi a conoscenza dei potenziali interessati all’assunzione.
- la costituzione di un quadro conoscitivo con particolare attenzione alle opportunità di impresa e alla mappatura degli spazi da adibire ad attività imprenditoriale. La Città metropolitana assicura la redazione, l’aggiornamento e l'allineamento periodico di una Guida alle opportunità imprenditoriali. Ciò sarà effettuato in complementarietà con l'azione di rilevamento e aggiornamento da parte delle associazioni di categoria, supportate dai Comuni, delle disponibilità di spazi per attività commerciali e di capannoni dismessi per le attività artigianali e industriali e attraverso l'azione dello sportello Integrato SUAP – Progetti di Impresa.
- La Rete di sportelli Progetti di Impresa integrati con lo Sportello Unico Attività Produttive rappresenterà un modello di supporto alle start-up che integra l'accompagnamento allo sviluppo delle idee di impresa con la verifica preventiva di tutti gli aspetti procedimentali richiesti dalla normativa per l'apertura di un'attività imprenditoriale.
Progetti di Impresa propone un servizio di assistenza completa che mette in relazione le opportunità offerte dal territorio (finanziamenti, contributi, agevolazioni, regimi fiscali premiali) ed un modello di accompagnamento alla verifica di fattibilità delle idee di impresa con gli adempimenti amministrativi da affrontare.
Attraverso Progetti di Impresa il futuro imprenditore avvia un confronto sulla propria idea imprenditoriale, limitando il margine di rischio e progettandone l'avvio con certezza di tempi e di costi.
- Tavolo di coordinamento per l'attuazione delle azioni previste al quale partecipano tutti i soggetti firmatari. Il Tavolo sarà presieduto dall’Unione Appennino bolognese e composto da Città metropolitana, Unione Alto Reno, da un rappresentante delle associazioni di categoria e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. A supporto del Tavolo opereranno le strutture tecniche di Città metropolitana e delle Unioni coinvolte.
“È una risposta importante - ha commentato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi - alle crisi aziendali che si aprono sui territori, soprattutto in quelli più svantaggiati come il nostro Appennino. Con questo Patto prosegue il lavoro delle istituzioni – Regione, Città metropolitana di Bologna e Comuni – assieme alle forze socio economiche, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in quelle aree e i processi di reindustrializzazione e di nascita di nuove imprese. Inoltre si mettono a sistema le opportunità e le risorse messe in campo dalla Regione, sia con il bando da un milione di euro stanziati, con fondi europei Por Fesr, per le politiche attive del lavoro volte al rinserimento dei lavoratori nel tessuto produttivo, sia per sostenere la reindustrializzazione delle aree dismesse. Partendo dal Patto per il lavoro, siglato lo scorso anno in Emilia-Romagna, tramite il ruolo fondamentale dell'Agenzia regionale per il lavoro, possiamo costruire insieme un sistema di azioni che, una volta sperimentato, potrà diventare un metodo da estendere anche ad altre realtà territoriali".
“Con il Focus Appennino – ha concluso Massimo Gnudi, consigliere metropolitano con delega a Sviluppo economico, Turismo, Politiche del lavoro (Tavoli di salvaguardia del patrimonio produttivo), Politiche per l'Appennino bolognese - la Città metropolitana ha costruito in questo anno i presupposti per le azioni integrate pubblico private che, nel quadro del Programma regionale della montagna, rappresentano la base per il cambiamento ed il rilancio dell'appennino bolognese.
L'Appennino deve diventare per il sistema metropolitano una opportunità ed un modelllo per progettare azioni come quella che oggi presentiamo: a fronte delle criticità di questi anni, il nostro contesto territoriale ha costruito un sistema integrato di azioni per agire un reale cambiamento e contrasto rispetto alle dinamiche degli scorsi anni. Sta a tutti noi che firmiamo questo Patto agire in modo concreto e sinergico”.
“La sottoscrizione del Patto per l'occupazione e le opportunità economiche del territorio delle Valli del Reno e del Setta - ha dichiarato Romano Franchi presidente dell'Unione Appennino bolognese - è un risultato molto importante che ci ha visto la nostra Unione protagonista nella promozione di questo strumento che è sì un punto di arrivo ma che in questo momento rappresenta anche un punto di partenza. Verrà infatti costituito un Tavolo tecnico coordinato dall'Unione dell'Appennino bolognese che dovrà tradurre gli impegni presi in risultati concreti ponendo le condizioni per un reale incontro tra domanda e offerta di lavoro, sapendo che la chiave di volta per creare occupazione passa attraverso la reindustrializzazione di un'area in difficoltà occupazionale che ha vissuto una crisi importante come quella della Saeco”.
7 commenti:
Tanti bla bla bla !
Concordo con l'anonimo delle 12.57.
S O T T O S C R I V O IN PIENO QUANTO SCRITTO DAL 23 novembre 2016 12:57
Il mio consiglio è di fare un'altro ufficio di collocamento diverso dal C.I.P. e intestato all'unione dei comuni, poi fare un'altro SUAP oppure altri 3 o 4 SUAP, magari non servono a una cippa però l'impressione che stiate facendo qualcosa rimane, del resto l'odore dei CAPORALI è già nell'aria. Mi raccomando non dimenticatevi di tutti quei bravi immigrati che vi hanno votato, non vorrete mica deluderli, gli italici? Che si arrangino!!
Se avete coraggio... pubblicizzate bene una riunione in un luogo pubblico, per tutti i disoccupati residenti nelle valli reno e setta (serve un posto capiente), e provate a promettere loro un lavoro, altro che suonarvela e cantarvela, date la possibilità ai disoccupati di contare socialmente, uscendo allo scoperto, provateci se avete coraggio.
Non perdete occasione per tradire l'articolo 1 della costituzione, tradite i lavoratori in ogni occasione.
la montagna non ha bisogno di questi palliativi e bla bla.......ci vuole tanto a rivedere la politica delle seconde case..???Ci vuole tanto aiutare chi ha esercizi pubblici in luoghi dove i conti non tornano..???Ci vuole tanto a studiare incentivi per chi vuole fare impresa in montagna...??
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