giovedì 3 novembre 2016

A Vedegheto il cortile della discordia.



Il passaggio pubblico secondo la sentenza
Franco Dondarini ( nella foto) di Vedegheto mostra le fotocopie della sua ricerca all’archivio regionale di San Giorgio che, a suo giudizio, comprovano il suo buon diritto a far ‘ricorso’ contro la sentenza che impone e consente il libero passaggio nel suo cortile ai confinanti.

L’archivio avrebbe fornito la prova inconfutabile che il passaggio pubblico per congiungere le varie proprietà attigue alla sua alla provinciale è piuttosto quello che utilizza un ponticello realizzato appunto dalla Regione stessa per tale scopo. L'intervento dell'ente pubblico nella realizzazione del manufatto, a giudizio di Dondarini, dimostra senza ombra di dubbio che il passaggio su quel ‘ponte dei sospiri’ è pubblico e quindi esonera la sua proprietà dalla servitù imposta dalla sentenza contestata.

Il ponte pubblico secondo Dondarini

Dondarini in un comunicato racconta anche la storia giudiziaria in cui è stato coinvolto, iniziata appunto per individuare il tracciato viario di pubblica fruizione:
Con l’arrivo di un nuovo proprietario nella zona interessata al passaggio, aggiuntosi dopo aver acquistato un lotto di terra, si presentò il problema del passaggio. Costui ricorse al tribunale poiché si trovava senza via di uscita e quindi avrebbe dovuto raggiungere la sua nuova proprietà con l’elicottero. La causa aveva per tema il diritto del nuovo proprietario di passare su quel benedetto ponte. Nel confronto giudiziario fui chiamato di conseguenza poiché si riteneva possibile un'alternativa sul mio cortile. L’aspro contraddittorio si è protratto a lungo per ben 11 anni e i tecnici incaricati dal tribunale hanno fatto addirittura cinque sopralluoghi, uno dei quali li ha visti persino scavare nel mio cortile alla ricerca di ‘ghiaia ‘ in profondità che potesse dimostrare l’antica presenza di un tracciato stradale. La ricerca di costoro per individuare la proprietà del ponte ha coinvolto il comune di Savigno e la Provincia e ha inspiegabilmente dimenticato l’archivio regionale dove invece si trovava tutto ciò che consentiva di far luce nella vicenda.
Dopo la sentenza avversa alla mia tesi, il ricorso al giudice di secondo grado è stato quindi, non solo opportuno, ma necessario,” conclude Dondarini baldanzoso e sicuro di vincere il secondo round in tribunale. Ma si sa, quella davanti al giudice si chiama ‘scommessa giudiziaria’ e scommessa vuol dire che entrambi i contendenti sono sicuri della vittoria e di avere le prove che giustificano la loro pretesa. Ma l’ultima parola spetta alla legge.
Aspetteremo quindi con interesse l’esito di questo secondo confronto . 

Lo storico mulino che si trova nella casa di Dondarini.
 

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