Ciò
che fa di Marzabotto, l’antica Kainua, una testimonianza unica
nell’ambito della civiltà etrusca è la straordinaria
conservazione - dovuta all’abbandono dei luoghi a partire
dall’invasione celtica del territorio - dell’originale impianto
della città, scandito dalle ampie strade che si incrociano
ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio urbano
orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina.
La visita al sito si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Il museo -dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della collezione- raccoglie le testimonianze, ricche di suggestione, della vita della città, che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti e degli alzati delle case, le statuette votive in bronzo e la testa di Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante (i ricchi corredi funerari etruschi da Sasso Marconi).
La visita al sito si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Il museo -dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della collezione- raccoglie le testimonianze, ricche di suggestione, della vita della città, che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti e degli alzati delle case, le statuette votive in bronzo e la testa di Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante (i ricchi corredi funerari etruschi da Sasso Marconi).
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