Il Gruppo PD in Regione informa:
Nel
corso dell’Assemblea Regionale tenutasi il 25 giugno scorso è stata
approvata
la legge regionale quadro per la parità
tra donne e uomini, la prima in Italia.
Firmatari
della proposta di legge approvata sono i consiglieri Roberta Mori (PD),
presidente della commissione Parità, i
vice-presidenti Rita Moriconi (Pd) e Mauro
Malaguti (Misto), Anna Pariani (Pd),
Gabriella Meo (Sel-Verdi), Monica Donini (Fds), Thomas Casadei (Pd),
Luciana Serri (Pd), Mauro Manfredini (Lega Nord), Sandro
Mandini
(Idv).
La legge rappresenta una grande novità per contenuti e per metodo che ha
visto
un ampio
e partecipato coinvolgimento di tutte le forze politiche, presenti in
Regione, ma soprattutto di soggetti
esterni come istituzioni, associazioni di
volontariato,
ordini professionali, università, enti locali. Durante il percorso che
ha
portato all’approvazione della legge si sono svolte numerose audizioni
pubbliche
che
hanno consentito un confronto proficuo, il recepimento di esperienze già in
atto, l’approfondimento su temi specifici.
Non ultimo l’integrazione nel testo di legge regionale della legge
d’iniziativa
popolare
promosso dalla Conferenza Regionale delle Donne Democratiche che
la
scorsa estate ha consegnato all’Assemblea Legislativa quasi 12 mila firme
raccolte
tra
cittadine e cittadini, che ha dato un’importante impronta di partecipazione
dal basso.
IL DIBATTITO IN AULA
Numerosi gli interventi in aula da parte dei consiglieri del Gruppo
Assembleare PD,
a partire da Roberta Mori, Presidente
della Commissione Parità e relatrice della legge,
che ha
evidenziato le principali caratteristiche della legge quadro: “La parità è
un diritto
e una
componente essenziale del principio di uguaglianza sostanziale, di qualità
e
benessere
sociale, nonché dello stesso concetto di sviluppo umano. Oggi approviamo
una legge che traccia un orizzonte di
azioni positive, mette a sistema ciò che abbiamo
ha sottolineato l’importanza del voto di
oggi: “La storia dimostra che solo l’avanzamento dei diritti delle donne e
la lotta alle discriminazioni consentono evoluzione e crescita per tutti e
che anche nella ricca ed evoluta Emilia-Romagna, tra le prime regioni in
Europa, è stato necessario ribadire che ci
sono ancora diritti non rispettati per le
donne”.
La consigliera Rita Moriconi, vicepresidente della Commissione
parità, partendo
dalla propria esperienza personale, ha
posto l’accento sulle difficoltà affrontate dalle
donne nel mondo del lavoro quando ci si
impegna nella politica o nell’amministrazione,
per il timore dell’abbandono dell’attività
professionale o della carriera intrapresa in
regionale parità, ha dichiarato: "Si
tratta di una legge che fa la differenza e che
segna profondamente questa legislatura:
per il suo percorso – lungo e partecipato;
per i
contenuti, innovativi ma esito di buone pratiche ormai consolidate; per il
metodo di condivisione tra forze
politiche, tra donne e uomini, tra tanti soggetti
della
società. L’auspicio è che tutte e tutti sappiano, insieme, fare di questa
legge
questa
ottima legge diventi riferimento a livello nazionale anche per le altre
regioni. Sottolinea il ruolo positivo della mobilitazione messa in atto
dalla raccolta di firme
per la
legge di iniziativa popolare promosso dalla Conferenza Regionale delle
Donne Democratiche. Adesso abbiamo alcuni temi da affrontare quanto prima:
la
rappresentanza
paritaria nella prossima legge elettorale regionale attraverso
la doppia preferenza di genere, e
un’attenzione specifica sul linguaggio per evitare
le
spiacevoli espressioni sessiste di cui troppo spesse sono oggetto le
donne”.
La consigliera regionale Paola Marani ha evidenziato infine “il ruolo
positivo
della legge quadro che sarà in grado di
orientare tutte le politiche regionali e che
contribuirà a migliorare la qualità della
vita di tutti cittadini, non solo delle donne”.
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1 commento:
Mi fate ridere.......siamo nel 2014 e stiamo parlando ancora di parità di miglioramenti della qualità di vita nel sociale e dei cittadini ????? mi fate veramente ridere dalle balle che raccontate. Fino a quando la mentalità degli italiani non si evolverà, dalla retrattezza generale del sistema, La politica è la prima istituzione ad essere arretrata di 100 anni sulla parità in generale,
nulla cambierà. La parità dei sessi nel lavoro e nelle istituzioni si vedrà solo in lontanisssssssima distanza e con il lanternino ingrandito al massimo.
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