mercoledì 8 giugno 2022

Dopo la carne artificiale arriva il latte senza mucche: nuovo attacco alle stalle italiane

In futuro i menu saranno preparati nei laboratori chimici me le mucche le vedremo solo allo zoo. 



Coldiretti preoccupata denuncia:

 

 “Real dairy. No cows”. E’ lo slogan che campeggia sul sito della Remilk, la start up israeliana che promette di fare “veri” latte e formaggi senza l’aiuto delle mucche, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo. Un’aggressione che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi.

“Creare un vero caseificio con zero mucche suona come una scienza futuristica – si legge non a caso sul sito internet dell’azienda israeliana -, ma il metodo che utilizziamo per realizzare questa magia è in realtà piuttosto antico! Abbiamo chiesto al nostro team di scienziati eccezionali e guidati dalla missione di semplificarlo per noi ed eccola qui, la guida per principianti per produrre veri latticini, senza bisogno di mucche!”.

Il “latte senza mucche” è un prodotto artificiale che, secondo quanto afferma la Remilk, nasce copiando il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche e inserendolo nel lievito. Questo viene messo in dei fermentatori per produrre delle proteine del latte a cui verranno aggiunte in laboratorio vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali.

L’azienda, come rivelato in un articolo su Libero dal giornalista Attilio Barbieri, è pronta ad aprire in Danimarca una grande fabbrica dove produrre il finto latte e avviare l’invasione dei mercati europei, una volta ottenuto il via libera alla commercializzazione. Il nodo è capire come l’Unione Europea potrebbe accogliere la novità. In passato la Corte di Giustizia Ue si è pronunciata chiaramente contro l’utilizzo del termine “latte” per le bevande vegetali (ad esempio il latte di soia), ma le sempre più aggressive politiche di marketing adottate dalle multinazionali e l’attività di lobby all’interno delle istituzioni rischiano di sfondare e aprire la strada a filiere “dal laboratorio alla tavola” dove a rimetterci in salute e reddito saranno i cittadini, a tutto vantaggio dei miliardari “filantropi” che sempre più numerosi foraggiano il cibo artificiale.

Gli investimenti nel campo della biologia sintetica stanno crescendo molto negli ultimi anni e i nomi più impegnati sono soprattutto noti per essere protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems).

L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni. Coldiretti, assieme a Filiera Italia, ha smontato una dietro l’altra le bugie che ci celano la presunta bistecca green, che in realtà non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.

Ma per combattere la guerra del cibo di laboratorio occorre anche la collaborazione del più prezioso alleato degli agricoltori: il consumatore, con la sua sensibilità per le cose buone e il suo… palato. Quanti più italiani continueranno a mangiare il vero prodotto Made in Italy coltivato nei nostri campi e a frequentare i mercati contadini, tanto più grandi saranno le chance di vincere questa battaglia.

L’alternativa è un futuro dove i menu saranno preparati nei laboratori chimici e le mucche le vedremo solo allo zoo. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Queste schifezze le lasciamo volentieri ai deficienti "che bello essere in settanta miliardi e mangiare Fritti di scarafaggi e brodaglie lattiginose gusto benzina".

Anonimo ha detto...

Mi dispiace per chi e' dispiaciuto ma soprattutto per la carne la sensibilita' della gente e' cambiata, il futuro e' questo e va bene cosi'. L'agricoltura puo' guadagnare ugualmente.

Anonimo ha detto...

Dopo le mucche pazze, erbvori costretti ad un'alimentazione con farine animali, ora abbiamo gli umani pazzi, onnivori che credono di essere delle mucche e di poter erbivorizzarsi.
Se essere pazzi è un futuro che va bene, ve lo lascio volentieri, insieme colle schifezze sopra.