Tiziana Marongiu invita a visitare la mostra fotografica dedicata alle donne: in esposizione 29 pannelli che testimoniano la delicata capacità artistica-artigianale delle mani femminili, arricchita dalla magnifica cornice storico-ambientale offerta da Villa Achillini, oggi villa Fanti. L’artista bolognese Mara Guerrini, in tempo reale dipingerà un telo di seta pura bianca ispirandosi alle affascinanti ambientazioni circostanti la villa. L’opera verrà poi messa in vendita all’asta e, una parte di ricavato andrà in beneficenza alla “Casa delle Donne per non subire Violenza” di Bologna.
La Curatrice Eventi D’Arte, Francesca Mezzadri, così
presenta l’appuntamento:
Da domani, 24 giugno, al prossimo 12 luglio la
storica e riconosciuta dal FAI Villa Achillini a Sasso Marconi ospita la
mostra fotografica " Dalle Mani delle Donne" a cura della fotografa
Tiziana “ANAIZIT” Marongiu. La mostra, inaugurata con successo di pubblico nel
novembre del 2021 a Bologna presso la Sala Museale del Baraccano con il
patrocinio del Quartiere Santo Stefano del Comune di Bologna, in concomitanza
del 25 novembre “Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne” comunica con
testimonianze concrete attraverso le immagini, che le mani delle Donne non
servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi.
Al centro il vicesindaco Luciano Russo che ha presentato l'iniziativa, alla sua destra Tiziana Marongiu e alla sua sinistra la presidente della pro loco di Sasso Marconi Francesca Pilotti |
Ed è per questo che il progetto fotografico, in
itinere, nato principalmente per mantenere il focus su un tema condiviso,
diventato quanto mai sempre più importante sul diritto al lavoro delle donne,
organizzando per la giornata del 3 maggio la presentazione per comunicare con
testimonianze concrete e attraverso le immagini, che le mani delle Donne non
servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi La tappa a Villa
Achillini che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Sasso Marconi, la Proloco
e il FAI Delegazione di Bologna - Gruppo Appennino Bolognese nel giorno
dell’inaugurazione venerdì 24 giugno
dalle ore 19 prevede la performance dell’artista bolognese Mara Guerrini, sue
le mani in un pannello della mostra, che in tempo reale dipingerà con la
tecnica dell’acquerello, un telo di seta pura bianca montato su telaio un’opera
riportante le affascinanti ambientazioni circostanti la villa. L’opera in seta verrà poi messa in vendita all’asta e, una
parte di ricavato andrà in beneficenza alla “Casa delle Donne per non subire
Violenza” di Bologna.
“Perché le che le mani delle Donne non servono solo
per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi” L’esposizione, si compone di
29 pannelli autoportanti realizzati dall’idea di un progetto a cui la fotografa
lavorava da anni, ma che durante la pandemia si è concretizzato, poiché
sviluppa il tema della perdita del lavoro delle donne: secondo i dati riportati
dall’Istat più di 450mila donne in Italia hanno perso il lavoro a causa del
Covid-19. Attualità purtroppo caratterizzata da dati allarmanti
sull’occupazione femminile. Sono state le donne a pagare il prezzo più pesante
della crisi, ed è per questo che la Mostra fotografica intende raccontare storie
di donne, a tutte le donne, che con le loro mani strumento potentissimo,
possono riscrivere il loro futuro con fiducia nelle proprie capacità. Per
creare e autoaffermarsi nel lavoro e nella vita. Le immagini esposte, in bianco
e nero di grande formato, sviluppate in verticale con tre fotogrammi in
sequenza sono scatti simbolici su mani di donne che lavorano. Ogni foto mette
in primissimo piano le mani, una sorta di rinascita e di vita. Dita che si
muovono verso l'infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e
ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto. Ne vediamo la fatica, la
meraviglia, l'energia di colei che è abituata a dare la vita. È la sequenza del
gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore
di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico. La sensazione è che
più che guardarle, le mani ci troviamo ad ascoltarle. Le mani sono un diario di
racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di "una zona franca"
che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani
costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto
locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c'è
dentro il mondo. Dalle Mani delle donne Se paragoniamo le mani di un uomo a
quelle di una donna riconosciamo infinite differenze. L’uomo nasce cacciatore,
guerriero: mani maschili la cui stretta è doppia rispetto a quelle femminili.
Per contro la mano femminile è flessibile e precisa. Le dita sono più fragili ma
anche più adatte a piegarsi, i legamenti sono più snodati. Flessibilità e
precisione, che la rende uno strumento capace di compiti molto particolari come
ricamare o modellare. Per millenni, le donne erano le artiste per eccellenza.
In tutte le culture, era lasciata a loro l'arte del decorare, infilare collane,
lavorare sui dettagli nelle pitture, sculture, in particolare la ceramica.
Nelle immagini dell'artista questa forza delicata, permettetemi l'ossimoro,
rappresenta un punto importante dell'intero lavoro e sintetizza i suoi temi
principali portandoli in una dimensione atemporale: la rappresentazione di
antichi e moderni mestieri da cui l'artista ci invita a guardare il nostro
presente nella proiezione di un futuro necessariamente possibile. Dita che si
muovono verso l'infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e
ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto. Ne vediamo la fatica, la
meraviglia, l'energia di colei che è abituata a dare la vita. La scelta
dell'artista è la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto,
proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un
preciso gesto tecnico. La sensazione è che più che guardarle, le mani ci
troviamo ad ascoltarle. Le mani di Anaizit, sono un diario di racconti di
viaggio, un simbolo della ricerca di "una zona franca" che non è
certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la
carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto
universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c' è dentro il
mondo. Carte geografiche che vanno tradotte. La mano della pastaia, per
esempio, che ci fa tornare bambini quando la nonna tirava la sfoglia. Ricordi
antichi e gesti attuali. Nella mano, in cucina, nei gesti precisi di quei
piccolissimi tortellini, si ritrova tutta l’azione che richiede la forza,
perizia e delicatezza del gesto minuto. Sbucciare, mescolare, spezzare, dosare,
impastare premere, lavare sono solo alcuni dei gesti, che nella nostra carta
geografica troviamo ancor prima della perfezione del gesto finale, immortalato
dallo scatto. Anaizit è così: mentre guardiamo veniamo rimandati ad un altrove,
che non si vede eppure puoi immaginarlo, assaporarlo. Non sono mai immagini
"cercate", ma di grande spontaneità. Un pregio. Dà il benvenuto ad
ogni mattino con fresca spontanea esaltazione, brillando di entusiasmo e
vitalità. Chi guarda non può non esserne contagiato. Raramente una fotografia
di Anaizit presenta caratteristiche diverse dall'essenzialità, dall' eleganza,
dalla chiarezza e comprensibilità. Il raffinato intimismo della contemplazione
nella tatuatrice, la soavità della parrucchiera in scatti così lievi che
sembrano quasi sospesi... Anaizit è autodidatta come tanti immensi artisti.
Scoprì l'espressione artistica da adulta come forma di sollievo alle proprie
sofferenze di vita. Per la legge del contrappasso, apre l'anima, a noi lettori,
e i suoi scatti ci deliziano.
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