di
Barbara Bertuzzi
«Costerà
caro questo regalo dell’Ue al riso cambogiano. A pagarne le spese
saranno proprio i produttori della specie Japonica (Arborio,
Carnaroli, Baldo), quella coltivata nella nostra regione dove
peraltro la superficie dedicata alla coltura è crollata da 10.000 a
5.800 ettari nell’ultimo decennio. E si stima già per il 2020 un
ulteriore calo oltre il 10%». È dura la presa di posizione
del presidente della sezione economica riso di
Confagricoltura Emilia Romagna, Giampaolo Cenacchi, in
merito al provvedimento varato dalla Commissione Europea che esclude
il riso dal ripristino dei dazi su alcuni prodotti provenienti dalla
Cambogia, dopo aver accertato il mancato rispetto dei diritti civili,
umani e del lavoro.
Esprimono
forte preoccupazione i risicoltori dell’Emilia-Romagna, tanto più
che nell’ultimo anno le importazioni di riso Japonica dalla
Cambogia sono aumentate del 300%. «Pertanto, cosa succederà ora?»
si chiede Cenacchi. E ancora: «Cui prodest? A chi giova». Il
risultato sarà devastante soprattutto per il comparto regionale.
«Importeremo grandi quantità di riso Japonica a dazio zero, ma solo
della varietà “tondo” e non “lungo A”, che è la più
diffusa in Emilia-Romagna. Ciò significa che i risicoltori di
“tondo”, italiani ed europei, sceglieranno sempre di più le
“nostre” varietà. Risultato: sarà inflazionato sia il mercato
del “tondo” (importato a dazio zero) che del “lungo A”
(seminato in regione)», precisa infine Cenacchi.
Il
presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano
Giansanti, ha sottolineato: «L’esclusione del riso è stata
motivata con la clausola di salvaguardia già in vigore - varata
dalla Commissione europea nel gennaio 2019 per un periodo di tre
anni, allo scopo di arginare un flusso di importazioni di riso
asiatico progressivamente aumentate fino ad incidere per oltre il 30%
sul totale dell’import della Ue - la quale, però, si
applica solo alle importazioni della specie Indica dalla Cambogia.
Non si può fare riferimento a questioni di carattere economico
quando è in discussione il mancato rispetto dei diritti umani e del
lavoro. Prendiamo atto - conclude Giansanti - che la Commissione
europea non ha dato seguito alle richieste formulate in modo
compatto, senza distinzioni, dal Governo italiano, dalle
organizzazioni agricole e dalle Regioni più interessate alla
risicoltura».
Ora
il provvedimento della Commissione Ue può in teoria essere bloccato
da una formale obiezione del Parlamento Europeo o del Consiglio.
Confagricoltura ricorda, infine, che la proposta della Commissione
riguardante il parziale ripristino dei dazi sulle importazioni dalla
Cambogia ha coinciso con il via libera del Parlamento Europeo al
nuovo accordo commerciale tra Ue e Vietnam, che prevede
l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila
tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico.
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