mercoledì 19 febbraio 2020

La Protezione Civile visita il cantiere sul fiume Setta a Rioveggio per fare il punto della situazione

Il Comune di Monzuno ha ospitato la direttrice della Agenzia Regionale di Protezione Civile Nicolini e i suoi tecnici che hanno potuto osservare di persona i lavori fatti e fare il punto su quelli da intraprendere

di Carmine Caputo

La direttrice della Agenzia Regionale per la Protezione Civile Rita Nicolini ha visitato lo scorso 13 febbraio la frazione di Rioveggio, a Monzuno, ospite del sindaco Bruno Pasquini. Qui ha potuto osservare in prima persona gli interventi che sono stati realizzati nei pressi della località Molino Cattani e fare il punto con i suoi tecnici e quelli comunali sullo stato di un territorio che negli ultimi anni ha subito diversi gravi danni a causa del maltempo e delle crisi climatica.

«La grossa emergenza dello scorso novembre era stata proceduta da un'altra situazione critica nel maggio 2019» ha commentato la direttrice Nicolini «Avendo ottenuto lo stato di dichiarazione di emergenza abbiamo la possibilità di intervenire. Queste infrastrutture sono importanti e il lavoro dovrà analizzare il loro rapporto con il fiume: le infrastrutture devono essere sicure e al tempo stesso consentire al fiume di scorrere in sicurezza. C’è il nostro massimo impegno con i tecnici del servizio per continuare a lavorare in questi territori».

A Molino Cattani il ponte omonimo sul fiume Setta che collega la frazione di Rioveggio (Monzuno) con i comuni di Grizzana da una parte e Marzabotto dall’altra fu chiuso dopo la piena del 17 novembre scorso, per fortuna prima che qualcuno potesse farsi seriamente male. Le acque del fiume, infatti, infrangendosi contro la struttura avevano provocato il cedimento di un parte della stessa: tuttavia dopo neanche due mesi il ponte è tornato ad essere percorribile, grazie ad un primo tempestivo intervento costato approssimativamente 135 mila euro, di cui circa 80 mila garantiti proprio dalla Protezione Civile regionale. I lavori non sono ancora conclusi, perché la ditta Cave Due Torri sta continuando ad operare per mettere in sicurezza le sponde del fiume, ma intanto la circolazione è garantita.

Essendo largo appena due metri, il ponte può essere percorso da un solo veicolo o a piedi, è interdetto ai mezzi pesanti. Ciò nonostante è fondamentale in particolare per i residenti delle località vicine. Purtroppo negli anni recenti è stato spesso chiuso: l’impressione è che la realizzazione della vicina Variante di Valico abbia deviato parzialmente il corso del fiume che si infrange con maggiore violenza contro la riva destra, quella opposta alla variante, che a novembre ha rischiato di finire sommersa, e contro il fiume stesso. Per questi motivi si è intervenuti non solo per ripristinare il ponte, ma anche per mettere in sicurezza il vicino borgo tramite una serie di blocchi di contenimento che impediscono alle acque, anche in caso di piena, di raggiungere l’abitato.


Oltre a verificare i lavori conclusi e quelli in corso, la mattinata è stata l’occasione per individuare strategie comuni di progettazione e finanziamento per garantire la sicurezza di tutte le frazioni vicine ai fiumi; principalmente quelle lungo il torrente Setta, ma anche quelle nei pressi del Savena, sul fronte orientale del Comune. Le precipitazioni violente degli ultimi anni hanno fatto provocato frane e smottamenti in tante aree dell’Appennino: la principale è sicuramente quella della strada provinciale 325 Val di Setta, crollata l’aprile scorsa e per la quale non si hanno ancora tempi certi di riapertura. Si è discusso anche di questo durante l’incontro, con il sindaco Pasquini che oltre a ringraziare per il supporto sin qui mostrato ha chiesto supporto all’agenzia regionale sia per comprendere a che punto sono le progettazioni presentate alla cittadinanza nei mesi scorsi, sia per chiedere collaborazione nel sollecitare l'avvio dei lavori.

La frana è ancora in movimento e questo complica i lavori, sollecitati dalla popolazione visto che con la chiusura della provinciale i veicoli si riversano sulle piccole strade comunali adiacenti, che però non possono sopportare a lungo il traffico, soprattutto quello dei mezzi pesanti, con situazioni critiche quando a causa di incidenti nemmeno l’autostrada è percorribile, come accaduto di recente.



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