Grazie
alle novità normative, in via sperimentale, ad alcuni dipendenti
dell’Unione viene offerta la possibilità di lavorare da casa per
un massimo di 8 giorni al mese, collegandosi con il proprio computer
ai gestionali dell’ente. E anche Castiglione dei Pepoli ha deciso
di seguire questa strada
di
Carmine Caputo
Dopo
l’avvio positivo lo scorso 1° ottobre, per una decina di
dipendenti dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, di
una sperimentazione di “smart working”,
anche
il Comune di Castiglione dei Pepoli ha deciso di testare questa
strada,
tornata improvvisamente alla ribalta dopo che in Cina migliaia di
dipendenti hanno ripreso a lavorare da casa per impedire la
diffusione del coronavirus. D'altronde in Unione i riscontri sono
stati ottimi da parte dei responsabili e c'è l'intenzione di
prorogare la sperimentazione.
Lo
smart working, viene definito dalla Legge n. 81/2017 che lo ha reso
possibile “lavoro agile”: “una modalità di esecuzione del
rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le
parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi
e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il
possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento
dell’attività lavorativa”.
Per
un massimo di due giorni alla settimana il dipendente può chiedere
l’autorizzazione al suo responsabile di prestare l’attività
lavorativa in modalità agile, cioè da casa, a patto che sia
possibile trasferire, almeno in parte, le attività assegnate, senza
che sia necessaria la costante presenza fisica nella sede di lavoro.
La prestazione lavorativa va organizzata nel rispetto degli obiettivi
prefissati ed in piena autonomia, utilizzando strumentazioni
tecnologiche adatte al lavoro da remoto. Ovviamente deve essere
possibile monitorare e valutare i risultati delle attività
assegnate, rispetto agli obiettivi programmati.
Si
tratta di un principio molto semplice: grazie alle nuove tecnologie,
alla disponibilità di rete a banda larga nelle abitazioni, a
software gestionali e applicativi che si prestano ad essere usati da
remoto, il dipendente può svolgere il suo lavoro con il computer da
casa: a essere valutati, in questi casi, sono i risultati, e non le
modalità o i tempi con cui sono stati conseguiti. La giornata agile
infatti si estende in un intervallo che va dalle 8 del mattino alle
20 di sera: il dipendente può strutturare le sue ore di lavoro in
questo arco temporale, garantendo la contattabilità per almeno 4 ore
tra le ore 9,30 e le ore 18,30. A essere agevolati sono soprattutto i
dipendenti in condizione di salute non ottimale, chi ha figli minori,
chi abita molto lontano dal luogo di lavoro e chi ha impegni per
esempio di studio, formazione, volontariato.
Gli
esperimenti di telelavoro non sono certo una novità, solo
coinvolgono tipicamente enti molto grandi e strutturati mentre in
questo caso, grazie al supporto e alla competenza (non scontata) di
vari servizi è stato possibile farlo anche in montagna.
«La
logica del lavoro agile si basa su un principio di autonomia e
organizzazione del lavoro innovativa incentrata sul conseguimento dei
risultati» spiega il presidente
dell’Unione dell’Appennino e sindaco di Castiglione dei Pepoli
Maurizio Fabbri.
«Con questa sperimentazione vogliamo non solo migliorare la
qualità della vita e del lavoro dei dipendenti, soprattutto chi ha
figli piccoli o parenti da accudire, ma crediamo si possa aumentare
sensibilmente l'efficacia dell'azione amministrativa, come dimostrato
dove lo smart è stato già adottato. Dimostriamo che certe pratiche
innovative non solo appannaggio sono dei centri urbani più popolari,
ma anche dell'Appennino dove anzi siamo spesso laboratorio di buone
pratiche amministrative».
L’obiettivo
che Unione e Comune si prefiggono è quello di incrementare la
produttività anche in termini di performance individuale e
organizzativa, perché un dipendente che risparmia un paio di ore di
viaggio al giorno è un dipendente più soddisfatto e quindi
motivato. Grazie alla nuove tecnologie è possibile migliorare la
qualità dei servizi erogati, riorganizzare gli spazi, realizzando
anche economie di gestione e promuovere la mobilità sostenibile
riducendo gli spostamenti casa-lavoro, favorendo una politica
ambientale che diminuisca il traffico. Dopo
i primi mesi di sperimentazione positiva in Unione altri Comuni oltre
a Castiglione stanno studiando l’opportunità di sfruttare questa
possibilità, dando ovviamente la priorità alle situazioni che
meglio si prestano a questo tipo di strumento.
Nessun commento:
Posta un commento